Tre film che fanno riflettere.

Un regalo indirizzato a chiunque avesse voluto esser presente all’iniziativa che ho pubblicizzato nello scorso post ma, per un motivo o per l’altro, non ne ha avuto (e non ne avrá) la possibilità: i tre film in questione, che hanno in comune non solo la presenza come attore protagonista dello straordinario Gian Maria Volontè, ma anche il fatto di essere film per molti aspetti tremendamente attuali, sconosciuti ai più giovani, quasi mai mostrati sui teleschermi. Pellicole che offrono uno spaccato lucido e spietato di alcuni aspetti non solo dell’epoca che raccontano, ma anche della società nella quale viviamo tutt’ora, con i suoi rapporti di forza, stili di vita, esercizi di potere e manipolazioni dell’opinione pubblica, elementi che restano immutati in un sistema che può cambiare in parte forma solo per mantenere inalterata la sostanza. Storie drammatiche, raccontate non senza ironia e sfaccettature grottesche, ma non per questo meno adatte a far riflettere. Buona visione quindi, e soprattutto buona riflessione.

Contro il programma MUOS.

C’è chi definisce l’Italia, già dai tempi del secondo dopoguerra mondiale, come una sorta di colonia militare della NATO: basterebbe dare un’occhiata ad una qualsiasi mappa aggiornata che indica basi ed altre installazioni militari NATO sul territorio italiano per rendersi conto che tale affermazione non è un’esagerazione propagandistica. Le installazioni militari sono sinonimo di devastazione ambientale, rischi per la salute umana, spesa militare che è denaro sottratto ad altre necessità, impatto negativo sul tessuto sociale e sull’economia locale (“ma le basi militari creano posti di lavoro”, affermano alcuni: ma quanti altri “posti di lavoro”, se fosse questo l’obiettivo principale di una base militare, potrebbero venir creati su un territorio demilitarizzato?), senza ovviamente dimenticare il loro ruolo principale di strumento di guerra. Fra i tanti progetti portati avanti in queste zone franche, fuori dal controllo e dal potere decisionale delle popolazioni che vivono nei loro pressi, vi è quello recente del MUOS. Per spiegare megio di cosa si tratta mi affido alla definizione fornita sul sito web NO MUOS:

Il Mobile User Objective System (MUOS) ( Sistema Oggetto ad Utente Mobile) è un sistema di comunicazioni satellitari (SATCOM) ad altissima frequenza (UHF) ed a banda stretta composto da quattro satelliti e quattro stazioni di terra, una delle quali è in fase di realizzazione in Sicilia, nei pressi di Niscemi. Il programma MUOS, gestito dal Ministero della Difesa degli Stati Uniti, è ancora nella sua fase di sviluppo e si prevede la messa in orbita dei quattro satelliti tra il 2010 ed il 2013. Il sistema MUOS integrerà forze navali, aeree e terrestri in movimento in qualsiasi parte del mondo ed ha l’obiettivo di rimpiazzare l’attuale sistema satellitare UFO. E’ composto da tre trasmettitori parabolici basculanti dalle dimensioni di circa 20 metri ad altissima frequenza 2 antenne elicoidali UHF per un totale di circa 2059 mq di cementificazione. Sino ad oggi “attive” ve ne sono tre: Virginia, Hawaii e Australia, istallate in zone desertiche. Un quarto gli Stati Uniti lo vorrebbero istallare  nella base di C.da Ulmo di Niscemi ( NTFR-NASSIG-NATO), nel bel mezzo della Riserva Naturale Orientata Sugereta di Niscemi. Secondo alcune ipotesi mediche, i campi elettromagnetici prodotti, potrebbero interferire su qualunque apparecchiatura elettrica, quali by-pass, sedie a rotelle, pace-maker, anche a distanza di oltre 140 km, come si evince da studi americani. Tutto ciò comporterebbe “a lunga distanza” insorgenze tumorali agli organi riproduttivi e leucemie.”

Questa bella trovata, il cui costo si aggira intorno ai 3 miliardi di dollari- ma la cifra potrebbe addirittura raddoppiare, è parte del progetto di evoluzione delle tecnologie militari con le quali condurre in modo più efficace e “scientifico” le future guerre contro fantomatici nemici, ieri i comunisti, oggi i musulmani, sempre e comunque chiunque non si allinei alle scelte ed agli interessi del blocco imperialista filoamericano e si trovi in posizione di debolezza militare rispetto agli aggressori. I danni all’ambiente ed alla salute umana sono effetti collaterali già messi in conto, così come sono danni collaterali i sempre più numerosi civili che cadono vittime di conflitti oggigiorno orwellianamente definiti come “missioni di pace” o “interventi umanitari”.

Contro l’ennesimo scempio militarista la popolazione siciliana non è rimasta però a guardare. Su tutto il territorio sono nati comitati NO MUOS che hanno promosso incontri informativi e iniziative di protesta con il chiaro obiettivo di fermare il progetto. L’opposizione al MUOS è variegata e comprende diverse realtà politiche e individui che partono da presupposti diversi, resta da vedere se questa varietà di posizioni risulterà essere un ostacolo e causa di divisioni interne nelle fasi cruciali delle lotte o se, al contrario, sarà decisiva a livello non solo di coinvolgimento numerico ma anche di contaminazione di idee e varietà di pratiche adottate. In ogni caso la questione MUOS non è un problema che riguarda solo gli/le abitanti del territorio nel quale l’installazione dovrebbe venire a trovarsi, ma chiunque abbia a cuore la difesa dell’ambiente e della salute umana e l’opposizione al militarismo. Inoltre la problematica è più ampia di ciò che possa sembrare e riguarda anche il controllo dei flussi migratori, l’uso del nucleare per scopi militari, la sovranità teritoriale e le strategie geopolitiche decise da chi comanda il pianeta. Anche per questo l’ambizione del movimento di opposizione al MUOS è quella di estendersi a livello nazionale, sensibilizzando e coinvolgendo sempre più persone nella lotta. Fra le tante iniziative promosse dai comitati NO MUOS è prevista dal 26 Settembre al 6 Ottobre una settimana di mobilitazione per la smilitarizzazione del territorio siciliano che si concluderà con una manifestazione nazionale a Niscemi il 6 Ottobre 2012. Per informazioni e adesioni alla manifestazione: futuro-verde@hotmail.it – 3895155514-3297439783; beni.comuni@virgilio.it; 333-3067017. A chi volesse tenersi aggiornato/a sulla vicenda ed avere maggiori informazioni sul progetto e sull’opposizione ad esso consiglio di seguire il sito Sicilia Libertaria, in particolare i tags “MUOS” e “NO MUOS”, oltre ai siti dei comitati NO MUOS reperibili in rete.

Firenze: assemblea pubblica e dibattito sulla gestione dei terremoti e delle “emergenze”.

Fonte: Informa-Azione.

” A CHI ANCORA CREDE NELLE ISTITUZIONI
I terremoti sono sempre più spesso utilizzati dallo Stato per sperimentare fino a che punto può spingersi il controllo, fino a che punto può arrivare la sopportazione della gente. Quello che i media non vi diranno mai è che all’interno dei campi della PROTEZIONE CIVILE i terremotati non possono consumare cioccolata, alcool, caffè e, nel modenese, persino tabacco. Che gli viene impedito di riunirsi, di distribuire volantini, di protestare. Circondati da autentici check-point di militari, “volontari” e sbirri di ogni tipo, devono mostrare i documenti tutte le volte che entrano ed
escono. Che devono indossare permanentemente braccialetti di identificazione. Che chi non accetta la Protezione di Stato si vedrà tagliato fuori dai fondi per la ricostruzione e non avrà più una casa, né la propria né un’altra.
Ieri all’Aquila, oggi in Emilia, lo Stato si allena a tenere in pugno, ricattare e sradicare un’intera popolazione, sperimentando forme di controllo che oggi vengono applicate all’”emergenza”, ma che presto verranno imposte all’intera società. La Protezione Civile, con i suoi illimitati poteri, è insieme una sorta di super-polizia e la lunga mano della speculazione a venire.
Ma alcuni non ci stanno e danno vita a campi autogestiti, minacciati di sgombero.
Vogliamo sostenere queste esperienze e insieme chiederci come spezzare i meccanismi di coercizione dello Stato. Contro una pelosa Protezione, per una reale auto-organizzazione.

Ne parliamo con alcuni testimoni diretti.

18 luglio a partire dalle ore 18.00 – in Piazza D’Azeglio

ASSEMBLEA PUBBLICA E DIBATTITO
con alcuni compagni che partecipano all’esperienza dei campi autogestiti e alcuni dell’Aquila

in serata aperitivo con cibo tutto offerta libera tutto benefit e

a seguire proiezione

PUNTO DI RACCOLTA DI GENERI DI NECESSITA’ (alimenti non deteriorabili, coperte, giocattoli, assorbenti, pannolini ecc) PER I CAMPI AUTOGESTITI (E NON PER QUELLI DELLA PROTEZIONE CIVILE!) ”

Sulla Protezione Civile.

Fonte: Finimondo.

“Sfruttamento della protezione

«La Protezione Civile sei anche tu»

(slogan del Dipartimento di Protezione Civile)

 

Di solito arrivano dopo le catastrofi. Il loro compito è quello di vagliare la situazione, di circoscriverne gli effetti, di affrontarne le conseguenze. All’inizio, devono portare soccorso a chi è rimasto vittima degli eventi. Poi, devono ripristinare il ritorno alla normalità, al quotidiano andamento delle cose. Sono i membri della Protezione Civile, di cui in questi giorni si fa un gran parlare. Li lodano in molti, e si capisce il perché. Li criticano in pochi, quasi sempre per la qualità dei loro servizi, e ciò sembra già di cattivo gusto. Il loro operato nei momenti più drammatici, più o meno gratuito e non privo di rischi, nonché i sacrifici cui vanno incontro in simili contesti, non dovrebbero bastare per assicurar loro applausi unanimi e metterli al riparo da ogni sospetto o contestazione? Sì, finché questo loro operato viene guardato con gli occhi dell’emotività, capace di far commuovere e genuflettere di fronte al coraggio e all’abnegazione quali che siano le cause che avallano, gli scopi che perseguono, gli interessi che difendono.
Ma se mettiamo da parte il sentimentalismo non possiamo fare a meno di porci due semplici domande: proteggono da cosa? Servono chi?
Secondo uno dei più banali e diffusi luoghi comuni in circolazione, a fare parte della Protezione Civile ci sarebbero solo i volontari. Si tratta di oltre un milione di “comuni cittadini”, 350.000 dei quali al verificarsi di una tragedia sono pronti a precipitarsi sul posto per fornire il loro aiuto. La mente va subito agli «angeli del fango» arrivati a Firenze dopo l’alluvione del 1966, o ai volontari giunti in Friuli o in Irpinia dopo i terremoti del 1976 e del 1980. Vale a dire a una mobilitazione spontanea di donne e uomini confluiti nelle zone devastate per prestare soccorso. Niente di più falso.

Istituito nel 1992, il Dipartimento della Protezione Civile è un organismo statale posto dall’ottobre 2001 direttamente sotto la Presidenza del Consiglio dei Ministri e coinvolge tutti i livelli amministrativi, centrali e periferici — Stato, Regioni, Province, Comuni, enti pubblici nazionali e territoriali, tutte le organizzazioni pubbliche e private presenti sul territorio nazionale. Operativamente può disporre a proprio piacimento anche del Corpo dei Vigili del Fuoco, di tutte le Forze armate, delle forze di Polizia, del Corpo Forestale, dei servizi tecnici nazionali (Enel, Telecom, ANAS, Trenitalia, Rai), dei vari gruppi nazionali di ricerca scientifica (ISPRA, CNR, ENEA), della Croce Rossa Italiana, delle strutture del servizio sanitario nazionale, della Confraternita delle Misericordie, del Corpo nazionale di Soccorso Alpino. A differenza di molti altri paesi, dove la protezione civile è affidata a strutture pubbliche e ad istituzioni locali più o meno autonome che ricorrono a meccanismi collegiali e “orizzontali” di coordinamento basati su accordi prestabiliti, in Italia essa è in mano all’esecutivo dello Stato centrale e ne coinvolge l’intera organizzazione. Con la classica scusa di «meglio coordinare e distribuire», si può meglio controllare e accaparrare. Quanto ai volontari, devono possedere determinati requisiti, far parte di Associazioni o Gruppi comunali (le OOV, Organizzazioni per il Volontariato), iscritti in appositi albi e diffusi in tutto il territorio nazionale, ed aver seguito corsi specifici e standardizzati. Prima di essere chiamati, con il pretesto della necessità di un adeguato addestramento, vengono selezionati, inquadrati e irreggimentati.
Ciò significa che la Protezione Civile non è propriamente l’espressione più o meno organizzata della solidarietà umana (strana solidarietà, quella che indossa le uniformi di chi massacra in guerra, di chi reprime per le strade, di chi gestisce lager per clandestini), bensì la sua gerarchizzazione, programmazione e sfruttamento da parte delle autorità centrali. Non è il risultato di una nobile coscienza sociale, ne è lo scaltro filtro istituzionale. È lo Stato che decide chi, come, dove e perché intervenire. Secondo quale logica, è fin troppo facile intuirlo. Politicamente, ogni situazione di emergenza viene sfruttata dal governo in carica per fare quadrato attorno a sé, per mettere a tacere ogni polemica e quindi ogni dissenso, per ricreare quella «unità nazionale» che è una delle più spudorate menzogne su cui basa il suo potere, per ribadire il monopolio delle sue funzioni, per imporre decisioni ed opere altrimenti inaccettabili. Non a caso le competenze della Protezione Civile sono state estese negli ultimi anni anche ai cosiddetti «grandi eventi», decisione che ha richiesto l’epurazione di chi riteneva che il sostegno alle vittime di tragedie non andasse confuso con il sostegno ad appuntamenti di propaganda — uno dei prossimi eventi di cui dovrà occuparsi, ad esempio, è l’Expo 2015, con tutto ciò che attiene al controllo del territorio.

Economicamente, gli investimenti stanziati in queste circostanze rappresentano una miniera d’oro inesauribile da cui attingere con arbitrio assoluto, al di fuori di ogni verifica e controllo (secondo alcune stime, dal 2001 ad oggi la Protezione Civile avrebbe manovrato oltre 10 miliardi di euro). Il risultato di tutto ciò è che, per «cause di forza maggiore», chi gestisce i fondi per l’emergenza può agire in deroga a qualsiasi normativa in materia, così come emettere ordinanze straordinarie dall’applicazione immediata. Beate siano le emergenze, poiché danno mano libera su tutti i fronti.

Per altro, non è nemmeno vero che lo scopo della Protezione Civile sia solo quello di intervenire per portare soccorso in caso di disastri e calamità, giacché fra le sue funzioni dichiarate vi è anche quella di prevedere e prevenire simili eventi. Si tratta di una pretesa a dir poco esilarante. Se il pianeta è in perenne balìa di fenomeni naturali, le loro drammatiche conseguenze sono quasi sempre catastrofi sociali. Gli stessi esperti in materia sono costretti ad ammettere che l’emergenza è data da «un evento determinato da un agente fisico che produce un impatto distruttivo sul territorio in cui si manifesta, l’entità del quale dipende sia dalle caratteristiche fisiche e fenomenologiche dell’evento stesso, sia dalla struttura socio-politica preesistente nel territorio di riferimento». Se la terra che trema fa crollare molti edifici costruiti con sabbia di mare, se il fiume che esonda dal suo letto cementato sommerge interi paesi, se il treno che trasporta gas infiammabile esplode e distrugge un quartiere, tutto ciò non avviene affatto per motivi naturali. Non siamo di fronte ad eventi frutto di un imperscrutabile caso, ma alle conseguenze di precise scelte. È il risultato di un modo di vita, di un sistema sociale in cui ogni preoccupazione viene assoggettata agli imperativi della politica e dell’economia. Prima vengono il potere e il denaro, poi la vita umana. Prima viene lo Stato, poi l’individuo.
C’è da chiedersi come possa la Protezione Civile, ovvero un organo dello Stato, prevenire i progetti catastrofici del suo stesso datore di lavoro. Prendiamo l’esempio delle centrali nucleari che il governo si accinge a costruire. Prevedere che prima o poi si verificherà un incidente non è difficile, visti i numerosi precedenti. Errare è umano e le macchine non sono esenti da guasti e avarie. Prevenire un incidente è perciò impossibile, una volta che le centrali saranno costruite. Ci sarebbe un solo modo per impedire una nuova Chernobyl: rinunciare al nucleare. Ma ciò andrebbe contro le decisioni già prese dal governo, da cui dipende la Protezione Civile. Quindi?

Quindi la Protezione Civile non prevede e previene un bel nulla, si limita a correre ai ripari a cose fatte. Può solo «gestire l’emergenza» allorquando questa si manifesta. Non potendo evitare i disastri che produce, allo Stato non resta che amministrarli, cercando di trarne il maggior beneficio possibile. Lenire le sofferenze, controllare il disagio, affinché il dolore non si trasformi in rabbia. Ripristinare il più in fretta possibile la normalità interrotta, per garantire la pace sociale. Impossessarsi del territorio, per neutralizzare ogni voce fuori dal coro. Da qui l’enfasi sulla «presenza dei volontari», sulle «forme di gestione associata», sulle modalità di «interventi integrati». Trovate verbali che vorrebbero renderci tutti partecipi alle responsabilità dei soliti pochi, riducendo in questo modo la distanza che divide vittime e carnefici. Le uniche calamità che la Protezione Civile deve prevenire sono le proteste e le critiche all’operato suo e del governo, soprattutto nel corso dell’opera di controllo e gestione di un territorio sotto la loro tutela. In questi giorni in Abruzzo si fa sempre più evidente la natura poliziesca della Protezione Civile, al cui interno c’è chi si candida come alternativa alle ronde in via di costituzione.

Il riconoscimento della dedizione e della buona fede di molti volontari non può diventare una museruola. Ogni ricatto che esiga un tacito consenso in virtù dell’altrui sacrificio va respinto. Bisogna avere la forza di dichiararlo apertamente. Nel migliore dei casi la Protezione Civile è paragonabile al domestico che va a ripulire dove il padrone ha sporcato. Spesso con convinzione, talvolta con riluttanza, ma sempre con fedele obbedienza. Nel peggiore, ne è lo sgherro complice delle stesse nefandezze. Dietro la retorica umanitaria di cui si ammanta e si fa bandiera, è questa la realtà del Dipartimento della Protezione Civile. Finché i volontari accetteranno di marciare e marcire assieme ai soldati, agli sbirri e agli aguzzini oggi al loro fianco; finché la loro generosità verrà messa al servizio dell’ipocrisia e dell’inganno istituzionale; finché la solidarietà sarà considerata un affare di Stato.

 

PROTEZIONE CIVILE: qualche indirizzo – tralasciando i numerosi CE.S.VOL e CSV (Centri Servizi per il Volontariato), facilmente rintracciabili in ogni regione e gli altri organismi citati sopra.

DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE – Ufficio volontariato, relazioni internazionali ed istituzionali
Via Vitorchiano, 4 – 00189 ROMA (tel.: centr. 06/6820.1; diretto 06/6820.2290-2588)

VALLE D’AOSTA
– Loc. Aeroporto 7/A, St. Christophe (AO) – tel. 0165 238222 – Fax 0165 40935
PIEMONTE
– C.so Marche 79, Torino – Tel. 011.432.6600 – Fax 011.740001
LOMBARDIA
– DIRETTORE GENERALE: Marco Cesca – tel. 02 67654557
– CSI S.p.a. Certificazioni e ricerche
Viale Lombardia, 20 – 20021 Bollate (MI) – tel. 02.38330268 fax. 02.38330288
– I.Re.F. (Scuola Superiore di Protezione Civile) Via Copernico 38, Milano – Tel. 02 67507444-414
– Edizioni nazionali srl (Mensile di informazione e studi per componenti del Servizio Nazionale della P.C.)
Viale Faenza 26/5, Milano – Tel. 02 8135018 – 8136669 – Fax 02 8134925
– U.N.I. (Ente Nazionale di Unificazione) – Via Battistotti Sassi 11/b, Milano – Tel. 02.70024200
LIGURIA
– Volontari Protezione Civile Genova – Salita Superiore Forte S.ta Tecla 26, Genova – Tel. 010 511499 GSM Presidente: 329.9446213
– RINA (Registro Italiano Navale) – Via Corsica 12, Genova – Tel. 010.53851 Fax 01.5351000
VENETO
– Centro Regionale di Protezione Civile – Longarone (BL) – Tel. 0437.770559
TRENTINO ALTO ADIGE
– Ass. Prov.le Croce Bianca Via Lorenz-Boehler 3, Bolzano – Tel. 0471 444314 Fax 0471 444371
FRIULI VENEZIA GIULIA
– Protezione Civile Regione Autonoma FVG – Via Natisone 43, Palmanova (UD)
EMILIA ROMAGNA
– Associazione Nazionale Alpini Gruppo Casalecchio / Sasso Marconi
Via Savador Allende 11, Casalecchio di Reno (BO) – Tel. Fax 051 570102
– Consulta Provinciale del Volontariato per la Protezione Civile (31 associazioni)
Sede legale : Viale Jacopo Barozzi 318, Modena
Sede operativa: Strada Pomposiana 325, Loc. Marzaglia Nuova, MO – Tel. 059 200230-200231
– Protezione Civile Regione Emilia-Romagna Viale Silvani 6, Bologna – Tel. 051/5274404
– A.S.Vo. – Associazione per lo Sviluppo del Volontariato – VOLABO – Via Scipione dal Ferro 4 – c/o Villaggio del Fanciullo, Bologna – Tel. 051 340328
TOSCANA
– Centro Intercomunale Colli Fiorentini – Via Sant’Antonio, 17 – Scandicci (FI) – Tel. 055 2509090 Fax 055 2593207
– Cespro (Centro Studi Protezione Civile) – Via Morgagni 48, Firenze – Tel/Fax 055412862
– Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia
– Stogea – Scuola di Organizzazione e Gestione Aziendale – Viale S.Concordio 135, Lucca (Via Bigari, 3 – Bologna)
MARCHE
– Direttore Centro Funzionale Ferretti Maurizio tel. 071.8064307-7707 – Strada Cameranense 60029 Varano (AN)
UMBRIA
– Direzione Regionale Ambiente, Territorio e Infrastrutture – Direttore: Ing. Luciano Tortoioli – Piazza Partigiani 1, Perugia – Tel. 0755042634 Fax 0755042732
ABRUZZO
– Direttore LL.PP. e Protezione Civile ing. Pierluigi Caputi – Recapiti telefonici: Vincenzo Antenucci 0862 363300 Altero Leone 0862-363279 Ernesto Perinetti 0862-363306 Antonella De Felice 0862-363289 Sabatino Belmaggio 0862-363304 Fiorella De Nicola 0862-363286 Emilio Domingo Iannarelli 363276
LAZIO
– Edizioni Nazionali srl c/o ISPRO (Istituto Studi e Ricerche sulla Protezione civile) – Via Cicerone 60, Roma – Tel. 02 8135018
– SPES Associazione Promozione e Solidarietà – Via dei Mille 6, Roma – Tel. 06.44702178 Fax 06.45422576
– Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro – Via Urbana 167, Roma – tel. 06.442801 fax. 06.4820323
– UNITER s.r.l. Organismo di Normazione e Certificazione di Sistemi Qualità Aziendali Commercio e Servizi – P.zza G. G. Bellini 2, Roma – Tel. 06 5895144 – 06 5895418 Fax 06 5866309
CAMPANIA
– Opere pubbliche Coordinatore Italo Giulivo – via De Gasperi 28, Napoli – Tel. 081 7963088 Fax 7963234
– Servizio Volont. Giovanile Resp. Domenico De Lucia, Caserta Tel. 0823.322518
CALABRIA
– Madonna del Rosario onlus – Piazza Gioacchino da Fiore 3, Mendicino (CS) – Tel. 0984 630679
– Sala Operativa Regionale – Viale Europa 35, Loc. Germaneto (CZ) – Tel. 0961 7673 Fax 0961 7673310-1
PUGLIA
– Laboratori urbani (progetto Bollenti Spiriti) dislocati in tutta la regione – EC Volontari d’Italia, Bari
– Protezione Civile Via Nicola Brandi 16 (rione Casale), Brindisi – N. Verde 800.95.95.94 – Fax 0831.565760
SICILIA
– Nucleo Operativo Regionale Via A. Gramsci 310, Riposto (CT) Tel. 095 7795445 Fax 095 779 7878 SARDEGNA
– Uffici P.C. presso l’Autoparco Comunale Via Mercalli 31, Cagliari – fax 070 677 6960

NUMEROSE SONO POI LE AZIENDE CHE COLLABORANO A VARIO TITOLO CON LA PROTEZIONE CIVILE: BASTA MUNIRSI DI PAZIENZA E ANDARE A VEDERE SUL SITO http://www.laprotezionecivile.com/indice.php?p=28

 

[Da “Machete” n. 4, luglio 2009] ”

Solidarietà ai terremotati: notizie, informazioni e aggiornamenti dal web.

Quella che segue è una lista (incompleta e cronologicamente non ordinata) di notizie, informazioni ed aggiornamenti da siti anarchici sulla solidarietà ai terremotati in Emilia-Romagna espressa in queste settimane da individui e realtà organizzate del panorama libertario. Non resta altro da fare che contribuire appoggiando le iniziative autoorganizzate per aiutare chi in questo difficile frangente ha più bisogno, mettendo in pratica quelli che sono i nostri principi fondamentali.

“Solidarietà alle popolazioni terremotate”, da Umanità Nova;

“Benefit per i terremotati…”, da Informa-Azione;

“Terremoto: resoconto dai campi autogestiti”, da Informa-Azione;

“Per chi vuole andare dai terremotati emiliani”, da Anarchaos;

“Autostima e autogestione al tempo del terremoto”, da Italiani Imbecilli;

Blog dell’ USI di Parma.

“Robe da matti!”: 3 giorni di critica alla psichiatria.

Fonte: blog dello spazio libertario “Sole e Baleno”:

LE REALTA’ ROMAGNOLE

SPAZIO LIBERTARIO SOLE E BALENO, GROTTA ROSSA E LUGHE’ PRESENTANO

 

ROBE DA MATTI

3 GIORNI CONTRO LA PSICHIATRIA

 

Nel mondo odierno tutto deve essere controllato e controllabile da chi

detiene le redini del sistema.

Anche il pensiero ed i comportamenti di ogni singolo individuo devono

essere conformi alla funzionalità di questa realtà basata sullo

sfruttamento e sulla produzione.

La psichiatria si é arrogata il potere di decidere cosa é giusto cosa é

normale. Mira in seguito a etichettare i comportamenti, e definirne

alcuni anormali, devianti. Offre esperti e cure a chi magari realmente

avverte un disagio di vivere, senza nessun interesse per la sofferenza

dei singoli, ma puntando a far rientrare chi considerato diverso nei

binari dell’obbedienza.

Oggi come ieri la psichiatria ed i suoi medici sono pedine che

ostacolano la libertà. E’ necessaria una riflessione, per riuscire a

vivere la propria vita con le sue particolarità, sofferenze, problemi,

senza affidarsi a chi punta a distruggere la singolarità. Magari

costruendo un modo diverso di stare assieme, per superare difficoltà con

la solidarietà, la condivisione e la vicinanza.

 

 

 

VENERDI’ 15 GIUGNO

c/o Spazio Libertario Sole e Baleno

Sobb.Valzania 27 (vicino a porta Santi) – Cesena

 

spazio.solebaleno@bruttocarattere.org

www.spazio-solebaleno.noblogs.org

 

ore 20.00 cena vegan

 

ore 21.30 discussione e riflessioni sulla psichiatria e su come farne a

meno.

Con MARIA ROSARIA D’ORONZO, del centro di Relazioni Umane di

Bologna(gruppo antipsichiatrico libertario) e CINO BOCCHI del telefono

Viola di Piacenza.

 

a seguire

un contributo dal collettivo Collettivo Antipsichiatrico di Bergamo

sulla storia  di Francesco Mastrogiovanni”

 

 

 

SABATO 16 GIUGNO

c/o C.S.A. Grottarossa

via della lontra 40 – RIMINI

tabularasarimini@gmail.com

 

ore 9 autogestione dellla salute:laboratori di yoga, yoga della risata

e  meditazione

 

ore 11 presidio informativo di fronte alla ausl di rimini

 

ore 13 pranzo vegan

(a seguire lezione aperta di fedenkrais)

 

ore 16 Assemblea pubblica scambi di esperienze, proposte pratiche e

progetti a confronto

 

ore 18 proiezione di “ Inventori di malattie ” di S. Montanaro

 

ore 19 apericena

 

ore 21 presentazione

“LA MALATTIA MENTALE NON ESISTE”con GIUSEPPE BUCALO

“dalla negazione della malattia mentale alle pratiche per

un’autogestione

individuale e collettiva delle esperienze extra-ordinarie. L’esperienza

siciliana”.

 

A SEGUIRE CONCERTO IMPERDIBILE!!

 

DOMENICA 17 GIUGNO

c/o S.P.A. Lughè

via dell’industria 33 – LUGO DI ROMAGNA

ccpeperip@yahoo.it

www.lughe.altervista.org

 

 

ore 20.30 Aperitivo sfizioso e proiezione di”CODE DI LUCERTOLA” di

VALENTINA GIOVANARDI

documentario-inchiesta sui metodi e gli abusi della psichiatria di

oggi.

 

A seguire approfondimento e discussione con EUGEN GALASSO del Centro

di Relazioni Umane.

Trent’anni fa, il 13 maggio 1978, venne approvata la legge 180, chiamata anche legge Basaglia, che mise fine all’ esistenza dei manicomi in Italia.E’ veramente scomparso il manicomio?

L’istituzione che l’ha sostituito è qualcos’altro o è solo il maquillage

Della vecchia galera per matti?Ancora oggi è possibile che un individuo venga

strappato dalla propria quiete domestica e gettato a marcire, imbottito di farmaci, in qualche cantuccio materiato di disperazione e avulso dalla realtà? Quand’è che una vita non è piu vita?”Code di Lucertola è un viaggio. Un viaggio al

termine di una notte maledettamente attuale, un viaggio che prende le mosse da

questi interrogativi e si dispiega attraverso storie, volti, corpi martoriati

e ingabbiati, luoghi, versi scaturiti da quel che grida e dissente in

noi, visioni di un abisso radicato nel nostro essere ancora uomini.”

Boicottiamoli sempre.

“Scioperate contro la guerra, perché senza di voi nessuna battaglia può essere combattuta! Scioperate contro le granate, i gas, le bombe e tutti gli altri oggetti di morte! Scioperate contro i preparativi di morte e distruzione di milioni di esseri umani! Non siate stupidi ed obbedienti schiavi di un esercito distruttivo! Siate gli eroi di un esercito costruttivo!”

La frase qui sopra è di Helen Keller, che pur essendo diventata cieca e sorda all’età di due anni fu capace in vita sua di vedere e sentire più della maggior parte delle persone ritenute “normali”. Le cosiddette persone “normali”, in Italia, si svegliano alla vigilia del 2 Giugno del 2012 chiedendo che la parata militare organizzata per la Festa della Repubblica venga sospesa in segno di lutto e di rispetto nei confronti delle vittime del sisma che ha colpito l’Emilia-Romagna. Con i soldi che si spenderebbero per le celebrazioni del 2 Giugno (“Troppo tardi, già spesi”, ricorda un ministro dell’attuale governo tecnico), dicono, si potrebbe aiutare la ricostruzione delle zone terremotate. Ma é da quel dì che un pugno di pazzi privi di amor patrio continua a ripetere che il denaro investito nelle spese militari é denaro sottratto ad altri servizi utili alla comunitá, denaro che alimenta una macchina di morte e di oppressione! Questi pazzi anormali dicono che senza gli Stati non ci sarebbero guerre e senza obbedienza cieca, miseria economica e morale e mancanza di senso critico non ci sarebbero eserciti, affermano che le guerre sono necessarie al sistema economico capitalista per la creazione di nuovi mercati e l’approvvigionamento (leggi:rapina) di nuove risorse, ma anche per sottomettere chi si oppone alle smanie di dominio delle superpotenze mondiali. Questi pazzi che non amano la loro Patria più di tutte le altre Patrie, che non salutano la bandiera, che non onorano il Presidente, sono i disertori di sempre, coloro che fomentano l’insubordinazione e invitano all’indisciplina: un tempo sarebbero stati fucilati o sbattuti in galera (non che le due opzioni non siano valide ancora oggi, specialmente la seconda ma ogni tanto anche la prima) per statuire un esempio e mantenere l’ordine. Meno male che viviamo in un mondo di persone normali, altrimenti a qualcuno salterebbe in mente non solo di boicottare la parata militare del 2 Giugno per un fatto di circostanza, ma magari di boicottare l’esercito, la Patria, lo Stato e tutte le strutture che creano diseguaglianza, sfruttamento ed oppressione, ogni dannato giorno dell’anno.

Longsleeve: Abolish Capitalism - Smash The State - For A Free Humanity - For Anarchism

Sul terremoto in Emilia-Romagna.

La tragedia in Emilia-Romagna non é solo il terremoto, ma anche la gestione dell’emergenza. In tali circostanze le dinamiche autoritarie dello Stato e dei suoi apparati si mostrano senza veli, così come si rendono palesi lo sciacallaggio mediatico e le mire profittatrici di chi con le disgrazie altrui ci si arricchisce. Gli anarchici ferraresi hanno pubblicato sul loro sito un breve resoconto su come venga gestita la situazione nei campi per sfollati allestiti nei pressi di alcuni dei centri maggiormente colpiti dal sisma. Nonostante le difficoltà e le istituzioni che intralciano più che aiutare, nonostante il servilismo del governo nei confronti di banche e finanza, l’aspetto migliore della natura umana si vede là dove le persone praticano il mutuo appoggio e l’autoorganizzazione in situazioni estreme come questa, dimostrando che l’anarchia non é solo una possibilitá ma una vera e propria esigenza per l’umanitá. E, a proposito di mutuo appoggio, riporto di seguito un’iniziativa dell’ USI di Parma:

“Giovedì 31 maggio sarà organizzata una raccolta di materiale, in segno di solidarietà ed aiuto alle persone terremotate.

Dalle ore 17.00, alle ore 21.00.

Presso il circolo ARCI Matonge in via Burla N°130, sulla sinistra dopo l’IKEA.

Saranno raccolti:

– Vestiti per bambini e per adulti

– Pannolini

– Coperte

– Materiale per l’igiene personale

NO ALIMENTI

Per informazioni:  3208436753  usi-aitparma@libero.it   usipr.noblogs.org

Organizza l’Unione Sindacale Italiana sez. di Parma e il Gruppo Anarchico “Cieri”-FAI”

Nuove frontiere della repressione.

Fonte: Informa-Azione.

“EuroGendFor – La gendarmeria europea contro sommosse e guerriglia urbana

Qualche accenno a EuroGendFor, la milizia europea antirivolta in completa continuità con UO2020.

fonte: http://uhupardo.wordpress.com/2012/03/16eurogendfor-die-privatarmee-der-eu-bereit-zum-abmarsch-nach-griechenland | trad. elaborata da tuttouno.blogspot.it

EuroGendFor. L’esercito privato della UE è in procinto di partire per la Grecia.
Non tutti conoscono questa unità segreta che risponde al nome di «EuroGendFor». Il quartier generale di questa speciale task force di 3000 uomini si trova a Vicenza, Italia. L’ex ministro della Difesa francese Alliot-Marie ha iniziato la formazione di questa truppa, dopo le sempre più comuni forme di battaglie di strada e saccheggi provocati da giovani in Francia. L’«EuroGendFor» è allo stesso tempo, polizia, polizia giudiziaria, esercito e servizi segreti. Le competenze di questa unità sono praticamente illimitate. Essa deve, in stretta collaborazione con i militari europei, garantire la “la sicurezza nei territori di crisi europei”. Il suo compito è principalmente quello di sopprimere le rivolte. Sempre di più Stati membri dell’Unione Europea aderiscono al «EuroGendFor»

I governi europei sanno esattamente cosa li attende. Per evitare di dover usare i propri eserciti contro i cittadini del loro stesso paese, possono ricorrere alle truppe paramilitari di questa “Forza di Gendarmeria Europea” (FEG), fondata in segreto, senza clamore. In teoria, si può ricorrere alla FEG ovunque vi sia una crisi. E’ ben stabilito nel Trattato di Velsen che regola gli interventi dell’EuroGendFor.
Il suo motto motto è il seguente: “Lex paciferat” – che può essere tradotto come: “La legge porterà la pace”. Si sottolinea “il principio della stretta relazione tra l’imposizione dei principi giuridici e la restaurazione di un ambiente sicuro e protetto.” Un “consiglio di guerra” sotto forma di un comitato interministeriale composto dai ministri della Difesa e la Sicurezza dei paesi membri dell’Unione europea partecipanti, decide la strategia di intervento. La truppa può essere attivata su richiesta o dopo decisione dell’UE

All’articolo 4 del Trattato Costitutivo sui compiti e gli impegni si legge: “È possibile ricorrere alla FEG per proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine.” I soldati di questa unita’ paramilitare dell’Unione europea devono rispettare la legge vigente dello Stato in cui operano e dove vengono stanziati, ma tutti gli edifici e tutti i terreni che vengono occupati dalle truppe divengono extraterritoriali e non sono più accessibili dalle stesse autorità dello Stato in cui operano. Il mostro dell’Unione europea abroga inoltre il diritto nazionale anche in caso di antisommossa.

L’«EuroGendFor» è una truppa di polizia paramilitare e servizi segreti in grado di operare rapidamente. Unisce tutti i poteri e i mezzi militari, di polizia e di intelligence che possono anche essere utilizzati come semplici consulenti dalle dalle forze di polizia nazionali e dall’esercito, dopo essere stati incaricati da un’unità di crisi interministeriale per contrastare rivolte, ecc. Il ministero federale tedesco della Difesa ha elogiato l’EuroGendFor sui propri siti web, scrivendo: “Polizia e esercito. Una gendarmeria europea promette la soluzione”.

L’EuroGendFor è ancora quasi completamente sconosciuto e nell’ombra. Ma non rimarrà a lungo tale. Più i popoli, dalla povertà e dalla politica di gestione disperata della crisi, verranno spinti all’ammutinamento, più queste truppe dai poteri praticamente illimitati saranno chiamate a “regolare” la situazione. E i capi di stato europei si renderanno conto con gratitudine che non saranno stati obbligati ad usare le proprie forze di polizia e dell’esercito contro i propri cittadini.

Il trattato di Velsen
18 ottobre 2007
TRATTATO Tra il Regno di Spagna, la Repubblica Francese,la Repubblica Italiana, il Regno dei Paesi Bassi e la Repubblica Portoghese,per l’istituzione della Forza di Gendarmeria Europea EUROGENDFOR
Leggere il trattato qui:
http://www.scribd.com/doc/78323752/Trattato-di-Velsen-2007

Altre informazioni:
http://tuttouno.blogspot.com/2012/03/mes-eurogendfor-nwo-si-salvi-chi-puo.html “