Una giornata di merda. Per chi rispetta la vita umana, per chi ama la libertà che da oggi sarà più limitata che mai, per chi odia i confini degli Stati che verranno chiusi impedendo l’accesso di chi fugge dallo stesso terrorismo che oggi ha colpito gli/le abitanti di Parigi. Un giorno di merda, ma non l’unico, non solo in un posto. Tutti parlano di Parigi, pochi di Beirut, troppi dimenticano i morti sotto le bombe francesi in Libia, Mali, Siria. Qualcuno dice che si tratta della strage più grave avvenuta in Francia dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, altri però ricordano quei morti del 1961, algerini che manifestavano nella capitale contro il colonialismo e che vennero massacrati dalla polizia, i cadaveri gettati nella Senna, più di 200 i morti. La chiamano democrazia, Stato di diritto, ma è retta da interessi economici di pochi, si mantiene con guerre, sfruttamento, controllo ed oppressione, si fonda sulla disuguaglianza, sulle divisioni, sul dominio. C’è chi a quest’ordine di cose vorrebbe sostituire forme ancor peggiori di dominio, oppressione, discriminazione, punizione per chi non accetta l’ordine imposto. E c’è chi si sfrega le mani e ne approfitta per attizzare l’odio razzista e xenofobo. Siamo sotto attacco, è vero: ci attaccano le guerre condotte in altri Paesi e gli attentati terroristici “a casa nostra”, gli Stati con il loro imperialismo, i loro eserciti, le loro polizie, le loro misure “low and order”, le loro frontiere, i loro interessi che non sono i nostri, ci attaccano gli oscurantisti e i fondamentalisti religiosi, i razzisti e i nemici della solidarietà umana. La nostra lotta, non da oggi, la conduciamo su diversi fronti: chiedetelo ai/lle compagne di Ankara e di Kobane, di Damasco e di Parigi e chiedetelo pure a me. Daesh colpisce, gli islamofobi ringraziano, i governi ne approfittano, mentre a pagarne le conseguenze sono coloro i/le quali cadono vittime del terrorismo, di quello che si esprime coi kalashnikov che sparano su persone a caso per le strade e nei locali di una qualisiasi cittá europea o di quello che fa strage sotto forma di interventi militari “liberatori”, in Irak come in Afghanistan, in Libia come in Siria. Chiedetevi da dove nasce il problema, chiedetevi da dove arrivano Al-Qaeda, ISIS, Al-Nusra, Boko Haram, chiedetevi da dove pescano consensi Front National, English Defence League, Pegida e Lega Nord. Riflettete con luciditá anche nei momenti nei quali la ragione viene sopraffatta dalle emozioni e agite di conseguenza, come quei/lle dimostranti che a Lille, durante una manifestazione per le vittime di Parigi, hanno avuto la lucidità e la fermezza necessarie per respingere un gruppo di razzisti che si volevano unire al corteo. Una piccola buona notizia in una giornata di merda come tante, non l’unica, non l’ultima.