Tobia Imperato, “Le scarpe dei suicidi”.

Ieri, 28 Marzo, ricorreva l’anniversario della morte di Edoardo “Baleno” Massari, sequestrato dallo Stato con l’accusa di attentati contro il progetto dell’alta velocità in Val Susa, accusa dalla quale verrà prosciolto solo quattro anni dopo essersi suicidato in carcere. Lo Stato ed il capitalismo uccidono in tanti modi: privano le persone dei mezzi di sostentamento, emarginano e costringono a violare le leggi stabilite dai vertici delle gerarchia sistemica,ingabbiano, fanno guerre, negano diritti e colpiscono chi li reclama. Ciò avviene tutti i giorni e continuerà ad avvenire finchè persisterà lo stato di cose attuale, finchè continueranno ad esistere gli Stati ed il capitalismo. Ricordare la vicenda di Baleno, Sole e Silvano è più importante che mai, non solo quando ricorre un tragico anniversario, ma perchè l’autore del libro che racconta la loro storia è lui stesso inquisito dallo Stato, privato della propria libertà; perchè il progetto del TAV incontra ancora un’accanita resistenza popolare che le autorità tentano di spezzare in tutti i modi, con la calunnia e con le menzogne tanto quanto con la violenza poliziesca, con i processi e le condanne; perchè la memoria vive nelle lotte quotidiane del presente e del futuro, che sono l’omaggio più concreto a chi ha pagato con la libertà e con la vita la propria scelta di opposizione all’orrore imposto dal sistema di dominio e sfruttamento.

 “A nosotros nos quieren muertos porque somos sus enemigos y no le servimos para nada porque no somos sus esclavos. (Ci vogliono morti perché siamo i loro nemici e non sanno che farsene di noi perché non siamo i loro schiavi)”. MARIA SOLEDAD ROSAS.

“Il 5 Marzo 1998 a Torino sono stati arrestati tre anarchici che abitavano la Casa di Collegno. Lo squat viene chiuso dalle autoritá. Contemporaneamente vengono attaccate altre due case occupate: l’Asilo é sgomberato mentre all’Alcova l’operazione non riesce. Edoardo Massari (Baleno), Maria Soledad Rosas (Sole) e Silvano Pellissero sono accusati dal PM Maurizio Laudi di essere gli autori di alcuni attentati, avvenuti in Val Susa, contro i primi cantieri del Treno ad Alta Velocitá. I tre arrestati si dichiarano estranei alle accuse avanzate nei loro confronti. Immediatamente nasce un vasto movimento di protesta contro la montatura di giudici, ROS e Digos, che si estende anche in altre cittá. Decine e decine di persone vengono intimidite, pestate, inquisite, denunciate, processate e condannate. Televisioni e giornali, di destra e di sinistra,- in servile ossequio al potere- scatenano una canea mediatica volta alla criminalizzazione dei posti occupati torinesi e degli occupanti. Gli squatter diventano il nuovo mostro da debellare.
Il 28 dello stesso mese Edoardo Massari muore impiccato nel carcere delle Vallette. l’11 Luglio successivo muore nell’identico modo anche Soledad Rosas, lei pure in stato di detenzione. Nel Gennaio 1999 Silvano, unico sopravvissuto all’inchiesta di Laudi, é condannato a 6 anni e 10 mesi dal giudice Franco Giordana. Verrá liberato solo nel Marzo 2002 dopo quattro anni di detenzione, in seguito alla sentenza della corte di cassazione che riconoscerá l’inconsistenza delle prove relative all’associazione eversiva (art. 270 bis). Ora che gli abitanti della Val Susa sono avvisati, decolla il progetto del treno veloce. A contrastare i programmi miliardari e altamente nocivi del potere, sono solo i pazzi ed i sovversivi. E finiscono male.
Seppelliti i morti, gli Assassini- premiati dallo Stato- vorrebbero dimenticare…”
(Dalla quarta di copertina della seconda edizione del libro).
Il libro di Imperato é edito dalle Autoproduzioni Fenix e non é soggetto a copy-right. Per scaricarlo gratuitamente o per acquistarlo clicca qui sopra.

Lista di iniziative per il 31 Marzo.

Il sito M31 dedicato alla giornata europea di azione anticapitalista del 31 Marzo ha pubblicato una lista, anche se non del tutto completa ed eventualmente soggetta a variazioni, di iniziative previste in diversi Paesi e città europee:

“M31 – What’s going on?!

last updated: March 27, 2012

On March 31st, there will be M31 demonstrations and interventions in many European cities. This list will be updated daily. For a complete list of M31 groups, check here. M31 groups will build a political platform beyond March 31st. Stay tuned.

 

AUSTRIA

There’s a prep meeting on March 29th. For M31, a network of initiatives has arranged a four-hour manifestation, teach-in and cultural happening at the MuseumsQuartier, downtown Vienna (from 2 pm). At 6 pm, they’re turning this into a rave, right on the spot. Check here for updates.

CROATIA

M31 collective and MASA in Zagreb have set the date and motto for their demonstration: „Together against Capitalism“ – 2 pm at Park Zrinjevac. In the run-up, there will be a public discussion with activists, journalists, workers and students from Croatia, Slovenia and Serbia. Allegedly “tons” of posters, flyers and banners are being produced and distributed right now. Check the video manifesto.

FRANCE

France, France, what about France!?! Still no definitive news, we’re working on it. In the meantime, all francophiles can enjoy our Call for Action in splendid french.  Allons camarades!

GERMANY

On M31, here will be a demonstration in Frankfurt, leading, among others, to the European Central Bank (ECB). Extensive info at de.indymedia.org.

GREECE

Every Wednesday, there’s an open meeting on M31 at the Printers’ Union in Athens. March 30th, there will be a public discussion on perspectives of a common struggle in Europe. The M31 demonstration will lead to the EU Offices in the Greek capital. Its motto: “We don’t want to reform capitalism, but get rid of it.“ Here’s the facebook-event.

Comrades of ESE and AK Thessaloniki have announced a second M31 demonstration in Greece, under the motto „Don’t Blame the Crisis, blame Capitalism“ (more or less…). The demo will start at 12 at Kamara and will lead to Rotunda, for a solidarity meeting with undocumented migrants. Sans Papiers are coming under increasing pressure, with police sweeps and a large scale detention center to be opened.

 

ITALY

M31 interventions in Bologna and Modena (tba) [Nota mia: a Modena una manifestazione dovrebbe partire da Piazza Torre alle 16:00; anche a Bologna dovrebbe esserci una manifestazione, organizzata dall’ USI e dal circolo anarchico Berneri]

NETHERLANDS

For March 31st, the Dutch network has prepared a demonstration and public assembly in Utrecht (2pm, Overvecht Station). In the run-up, there will be public discussions in Amsterdam, Tilburg and Groningen. Check our homepage for dates and locations.

 

POLAND

The demonstration of ZSP in Warsaw on March 31st is not officially affiliated with M31. But our hearts are with you!

  • 31.03. | Warsaw | Plac Zamkowy | 1 pm | demonstration (8pm concert)

PORTUGAL

The social center Es.Col.A of Porto affiliates with M31 in their struggle against eviction. Here’s more. There will be a weekend of events and interventions March 30th-April 1st. Other initiatives tba.

SLOVENIA

On March 23rd, M31-member FAO will host an open assembly in Ljubljana. On March 31st, there will be protest actions around different Slovenian cities: “We decided to focus our activities on locally important issues of repression against syndicalist militants. More broadly, we will also promote self-organization and direct action in the struggle against capitalist crises.“

  • 31.03. | Ljubljana and other cities | protest actions

SPAIN

M31-member CNT has called for a national strike on March 29th, spicing up regional initiatives and a rather tame call for protests by mainstram unions. CNT is gaining a lot of support for their initiative. On M31, there will be meetings and demonstrations in Toledo, Aranjuez, Castro Urdiales and Badajoz. Grupo Libertario Acción Directa organized a day of debate in Madrid, „taking apart capitalism and the state”. In the Basque Country, anarchist EHKL has also announced a rally.

UKRAINE

On March 31st, there will be a demonstration in Kiev leading to the Employers’ Association and to the Department of Education. M31-Member Autonomous Workers’ Union, Direct Action and anti-authoritarian communist Left Opposition will march together with student unions, antifascist groups and others. Here’s their clip.

  • 31.03. | Kiev | … | 12:00 | demonstration

UNITED KINGDOM

For March 31st, Solidarity Federation and others are staging their own Day of Action against governmental workfare schemes, with direct actions in different cities. SolFed is responding to a call by the IWA. Some local initiatives have been endorsing M31. Check their site for background info. Here’s the site of the Boykott Workfare campaign. Authoritarian labor reform is an issue we’ll also have to deal with one way or another. Go kick some butt, comrades!

UNITED STATES

“In solidarity with the European call for anti-capitalist action on M31 (march31.net), Class War Camp [of Occupy Wall Street] is calling for a mass gathering of anti-capitalists of all stripes and kinds to discuss strategy, and network for the ongoing global revolution. Only if we know each other can we help one another!” Thanks comrades in the City!

Messaggio di Luca Abbà dall’ospedale.

Fonte: Liberi Eretici Maledetti.

 

“A poco più di tre settimane dai fatti accorsi in Clarea il lunedì 27 febbraio scorso, mi sembra opportuno comunicare a tutti gli amici e compagni che mi sono vicini alcune notizie più precise sul mio stato di salute.

Come già si sa da qualche giorno sono fuori pericolo di vita, ma seppur la situazione vada migliorando le mie condizioni risultano ancora abbastanza serie.
Le ferite maggiori che mi trovo a dover guarire sono la conseguenza delle ustioni provocate dal folgoramento da corrente elettrica, i danni da caduta sono ormai in via di miglioramento definitivo.
Nei prossimi giorni subirò ulteriori interventi di chirurgia plastica per sistemare le aree del corpo ancora soggette a ustioni.
Mi trovo tuttora ad essere inchiodato a letto e non auto sufficiente nei movimenti degli arti e quindi dipendente da infermieri e familiari per le mansioni quotidiane.
Desidero comunque ringraziare tutti coloro che finora mi sono stati vicini e che mi hanno fatto sentire la loro presenza e solidarietà.
Chiedo a tutti ancora un po’ di pazienza (il primo ad averne dovrò essere io), per potervi riabbracciare e salutare in piena forma.
Un ringraziamento particolare va ai miei familiari e alla mia compagna Emanuela che hanno dovuto superare un momento non facile, anche per questo chiedo a tutti di allentare la pressione nei suoi confronti visto che si trova già a gestire molteplici ruoli di questa vicenda.
Sarà mia cura contattarvi personalmente nel momento in cui le cose si fossero messe al meglio per potervi incontrare e abbracciare con più calma.
In questo momento sono giustamente sottoposto alle severe disposizioni dei “reparti speciali” del CTO di Torino e quindi con forti limitazioni alle visite, riservate a parenti ed amici stretti.
Chiedo che questo scritto possa girare tra tutte le varie situazioni che hanno seguito l’evolversi della mia vicenda sperando però che non diventi oggetto di speculazione giornalistica. Sono ben contento di ricevere notizie e contatti vostri ma non garantisco di rispondere a tutti entro breve.
L’indirizzo cui scrivere è: Frazione Cels Ruinas 27 – 10050 Exilles (TO)

Da un letto di ospedale, 21.03.2012

Forza e gioia a tutti.                                Luca Abbà “

Torino: nuova occupazione abitativa.

Fonte: Informa-Azione.

“Vuota da oltre dieci anni, la palazzina di corso Novara era stata sequestrata ad una famiglia accusata di essere in odore di Mafia e poi assegnata al Ministero degli Interni, che l’ha poi abbandonata al suo destino. Scampata al pericolo mortale di diventare un tetro mini-commissariato, la palazzina ora è una casa viva ed allegra ed ospiterà uomini, donne e bambini che in comune hanno almeno una cosa: la determinazione a resistere, e a lottare.

segue il testo del volantino distribuito al vicinato:

Ogni giorno, qui a Torino, decine di individui e famiglie sono sfrattati e cacciati fuori da case spesso cadenti e invivibili perchè non possono più pagare gli affitti altissimi, hanno perso il lavoro o sono stati fregati dal padrone di turno. Ai palazzinari, all’ufficiale giudiziario e al comune non potrebbe importare di meno. Siamo alcuni tra i molti colpiti da questo problema, e abbiamo capito che per risolverlo possiamo soltanto organizzarci tra di noi, costruendo legami di solidarietà e cercando insieme le soluzioni senza aspettarci concessioni da nessuno. Abbiamo resistito quando volevano sfrattarci, chiamando in aiuto amici, parenti e solidali, abbiamo ottenuto rinvii continui solo perchè ci siamo imposti con determinazione. Nel fare questo è venuto naturale incontrare altri che erano sotto sfratto e persone solidali, dentro e fuori da questo quartiere, per aiutarci reciprocamente: sostenendoci e trovando un’intesa siamo riusciti a tenerci la casa per un po’. Ora abbiamo deciso di occupare, di prenderci uno spazio lasciato all’abbandono da anni. Non abbiamo atteso risposte da nessuno perchè siamo noi, i diretti interessati, a dover decidere ed agire…il sostegno che più ci preme è quello dei vicini, di chi vive queste strade ed affronta i nostri stessi problemi. La casa ha bisogno di supporto perciò siamo qui a presentarci e spiegarvi le nostre ragioni“.

Proprietà, possesso e furto.

L’ anarchico francese Pierre-Joseph Proudhon affermava che “la proprietà è un furto”, ma cosa intendeva dire esattamente? Che differenza c’è tra proprietà e possesso? Qual’è in linea di massima la posizione degli anarchici sulla legittimità o meno di proprietà e possesso? E sul furto? Per capire meglio questi concetti e per tentare di rispondere, pur senza avere pretese di esaustività, agli interrogativi appena posti, propongo la lettura di due testi, il primo tratto dalla sezione “citazioni sulla proprietà” di Anarchopedia, il secondo pubblicato sul sito Finimondo:

    ” <<Per capire bene la proprietà privata, bisogna distinguere tra una “proprietà” ed un “possesso”.

La “proprietà” è un monopolio su certi oggetti o privilegi protetti dallo stato, che potrebbero essere usati per lo sfruttamento d’altri. Un “possesso”, d’altra parte, è l’occupazione di certi oggetti che non possono essere usati per sfruttare altri (l’auto, il frigo, lo spazzolino da denti!! ecc) Per esempio, la casa dove uno vive è un possesso, invece se uno affitta questa casa ad altri, diventa una proprietà. Come, se uno usa un trapano per lavorare, questo trapano è un possesso, ma se assume un altro per usare il trapano, sistematicamente, il trapano diventa una proprietà. Anche se inizialmente, potrebbe essere difficile distinguere, questa distinzione aiuta moltissimo a capire la natura del capitalismo. Si tende ad usare la parola “proprietà” per tutto, dallo spazzolino da denti alla multinazionale, ma sono due cose diverse e con impatti sociali molto diversi. La differenza tra una proprietà ed un possesso si può vedere dai tipi di relazioni autoritari che generano. Per esempio, sul posto di lavoro, si capisce subito chi determina come debbano essere usati gli “oggetti” e chi effettivamente li debba usare. Questo porta ad un sistema quasi totalitario.

§         <<Nella società anarchica, non esisterebbero proprietà, ma soltanto possessi. Le case, come i mezzi di produzione, sarebbero possessi di chi li occupa, ma non ci sarebbe mai un diritto di proprietà, come nel sistema attuale. Pëtr Kropotkin affermava che lo stato era, “lo strumento per stabilire monopoli in favore della minoranza regnate.” Mentre certi di questi monopoli sono visibili, altri non si vedono e non hanno bisogno della forza per essere mantenuti.>>

§         <<Ci sono quattro tipi di proprietà che sono protetti dallo Stato:

1) Il potere di dare credito e denaro (la base del capitalismo bancario)

2) La terra e costruzioni (la base degli affitti)

3) I mezzi di produzione (la base del capitalismo industriale)

4) Le idee ed invenzioni (la base del copyright o “proprietà intellettuali”)

Mantenendo queste forme di proprietà, il capitalismo assicura che le condizioni oggettive dell’economia favoriscano il capitalista, con gli operai liberi soltanto di accettare i contratti di lavoro. Finché lo stato manterrà il controllo delle quattro condizioni suddette, il lavoratore può soltanto sognare l’emancipazione, ma non avverrà mai>>.

§         <<Il sistema attuale non può essere riformato, e quindi va distrutto, perché l’esistenza dello stato, “protettore” del monopolio dei poteri politici, giuridici, legislativi, militari e finanziari, permette l’esistenza dello sfruttamento, le classi sociali, l’oppressione ecc.

Anche certi sostenitori del capitalismo, riconoscono che la proprietà privata fu creata con la forza. Ma queste ammissioni contraddicono l’esistenza stessa della proprietà. L’utilizzo della forza rende illegittimo l’acquisizione di un oggetto. Il furto e vendita di un oggetto non rende la proprietà di un oggetto legittimo, tranne quando è acquistato in buon fede, ma certamente, questo non è il caso. Quindi, se l’iniziale acquisizione dell’oggetto era illegittimo, tutti i diritti seguenti sono pure loro illegittimi. L’appropriazione della terra necessita di uno stato che ne difenda il diritto. Senza uno stato, il popolo potrebbe liberamente usufruire delle risorse della terra per soddisfare i loro bisogni ed esigenze. Quindi, il privilegio e la proprietà sono la conseguenza dello stato>> (anonimo).”

 

“Furto ed espropriazione

Secondo il “Risveglio”, la soluzione anarchica del problema sta nella risposta al seguente questionario a cui, senza pretese ma con tutta franchezza, ci proponiamo di rispondere nell’ordine che troviamo.
 
– In linea generale è da consigliare o sconsigliare il furto?
Secondo noi, quando si tratta di fatti che sono proibiti dalla legge e quindi soggetti a sanzione penale, non si consigliano agli altri che con l’esempio proprio. Ma quando, indipendentemente dal nostro consiglio, codesti fatti sono avvenuti e l’autorità si cinge a giudicarli ed a punirli, noi abbiamo il diritto di giudicarli a nostra volta, di spiegarli se ne siamo capaci, di giustificarli anche, se, in coscienza, li consideriamo giustificabili. In quest’ultimo caso a noi incombe anzi il dovere di difenderne gli autori contro le rappresaglie e le vendette dell’autorità. Negli altri, noi non crediamo che l’anarchico possa mai associarsi alle repressioni della legge borghese.
 
– Giova o nuoce la pratica del furto alla nostra propaganda?
La grande massa degli uomini priva d’alcuna porzione del patrimonio sociale è vittima di un grande furto iniziale che è la proprietà privata. I detentori di privata proprietà hanno legittimato con la legge quel loro furto e con la legge hanno stabilito i modi e le forme con cui deve compiersi il trapasso della proprietà dalle mani di uno a quelle di un altro. E hanno chiamato furto tutti quei modi che non sono contemplati e giustificati dalle loro leggi.
Ma per noi, anarchici, il “furto” preveduto e punito dalla legge borghese ha lo stesso valore del contratto d’impiego industriale, d’affitto rurale od urbano, dell’appropriazione per eredità ecc.: è, cioè, un atto d’appropriazione a vantaggio personale senza corrispettivo di lavoro produttivo o di servizio utile.
Il furto è quindi possibile soltanto in regime di monopolio della ricchezza ed appartiene per sua natura all’ordine di cose fondato sulla proprietà privata.
Vuol dire questo che noi dobbiamo condannarlo a priori, come a priori condanniamo la rendita, l’interesse, lo sfruttamento capitalista, l’eredità?
No. Il disoccupato che ha fame è vittima del grande furto consumato ai suoi danni; e quando “ruba” si toglie una porzione della ricchezza che produsse e di cui fu arbitrariamente — per quanto legalmente — spogliato. Si sono trovati persino giudici borghesi disposti ad assolverlo.
Il diseredato che ruba compie — inconsapevolmente molte volte — un atto di rappresaglia contro coloro che, primi, l’hanno derubato e si restituisce nel possesso di ciò a cui ha in parte diritto — se è vero, come gli anarchici concordemente sostengono, che tutti gli uomini hanno eguale diritto all’uso della ricchezza sociale pel soddisfacimento dei propri bisogni.
La nostra propaganda si svolge in un ambiente dominato dalla morale borghese, tutta devozione ipocrita all’istituto della sacrosanta proprietà e non v’è dubbio che le nostre idee sulla proprietà stessa e sul furto si prestino ai nostri nemici per mettere in cattiva luce le nostre idee e i nostri caratteri.
Ma è pure certo che intorno all’istituto della proprietà noi abbiamo idee e sentimenti di recisa avversione; che il furto parziale illegale non può trovare presso di noi tanta ostilità quanta ve ne trova il furto totale legalizzato; che se non sempre noi riusciamo a giustificarlo, sempre lo spieghiamo come una conseguenza logica inevitabile dell’iniqua, ingiusta ripartizione del patrimonio sociale.
 
– Dato che un compagno si è trovato una prima volta a dover rubare, bisogna spingerlo a diventare un professionista del furto o distoglierlo?
Bisogna, prima di tutto, non lapidarlo, non schernirlo, non unire la nostra voce d’irosa riprovazione al coro vendicativo dei moralisti venali, dei poliziotti e dei giudici. Perché noi sappiamo — e non abbiamo come i moralisti venali, i poliziotti e i giudici alcuna ragione per fingere d’ignorarlo — che al “furto” non si è dato per passatempo, ma che profonde, spesso tragiche ragioni ve lo hanno spinto.
Poi, se ci sentiamo in vena di precettori, possiamo dirgli: compagno, l’anarchico non ruba mai, espropria, qualche volta. Nel furto la società d’oggi è specializzata ed è armata potentemente a reprimere quelle forme di furto che non le convengono. Rubando tu non risolvi nulla né per te né per gli altri. Non per te, perché dentro e fuori — più dentro che fuori — dalle galere, non avrai un momento di tregua; non per gli altri, perché quando tu riuscissi ad appropriarti la fortuna di un altro non avresti fatto che cambiare il titolare di una proprietà rimasta immutata sui diseredati costretti ad alimentarne col sudore e col sangue i privilegi. E se tu sei veramente anarchico non hai certo di mira di diventare un borghese. Siam d’accordo con te che i titoli della proprietà individuale sono nulli, che la rivoluzione sociale è inconcepibile ove non sia accompagnata dalla totale espropriazione della ricchezza dalle mani di coloro che arbitrariamente la detengono a beneficio di tutti; e se veramente l’inerzia t’umilia, se ti senti cuore e mente, volontà e spirito di sacrificio per lanciarti, sentinella avanzata, nella mischia sociale per sovvenire coi mezzi dell’espropriazione parziale ai molti infiniti bisogni della propaganda e della preparazione rivoluzionaria, nell’operosa attesa che l’ora scocchi al quadrante della storia dell’espropriazione totale, non noi cercheremo nei sacri testi della morale anarchica, la censura o l’anatema. Guarda però che l’attivo è dubbio ed irto di minacce; sicuro invece il passivo, di cui, con tutta probabilità, non resterà che l’esempio d’una rivolta e d’un sacrifizio maledetti dal nemico, scherniti dal volgo, sospetti ai tiepidi, che per riuscire suggestivi dovranno essere ed apparire incontaminati e puri.
E s’egli, compresa la gravità del compito che s’impone, si getta allo sbaraglio e diventa non “un professionista del furto” ma un espropriatore rivoluzionario anarchico — lapidateci, o moralisti censori — ma noi lo rispettiamo e l’ammiriamo come anche voi ammirate gli eroi che ritenete in regola coi precetti del vostro anarchismo morale e incompleto.
 
– Se v’hanno tra noi compagni di rara audacia, energia e potenza d’azione dobbiamo applaudirli di perderle in volgarissime imprese di furto o grassazione od augurare che servano ad atti d’importanza storica?
I compagni di rara audacia energia e potenza, hanno generalmente anche una chiara coscienza dei propri atti e fanno a meno così dei nostri applausi come dei nostri consigli. Sopratutto, i compagni così descrivibili, non conducono una vita volgare.
Conducono una vita di lotta in cui non è mai un minuto di tregua. Insorti contro il più geloso dei privilegi costituiti, quello per cui esistono sopratutto gli eserciti, le leggi, i giudici, le galere e la morale che nei millenni ha avvelenato la mente e il sangue dei diseredati d’ogni più paurosa superstizione, essi hanno contro di sé più che l’organizzazione dello stato e l’interesse dei privilegiati; hanno contro di sé il pregiudizio devoto delle masse, gli scrupoli atavici dei loro stessi compagni.
Sono soli, o quasi, a proclamare la giustizia della loro causa, e la proclamano offrendo l’olocauso della propria libertà, del proprio sangue, della vita.
E non è “volgarissima” impresa quella a cui s’accingono. La proprietà privata è come il monarcato, il parlamento, l’esercito, un’istituzione d’un ordine sociale che la rivoluzione da noi preconizzata aspira ad eliminare. Quando Bresci attenta al re, quando Vaillant attenta al parlamento, quando Masetti spara su di un colonnello, noi tutti comprendiamo che il loro atto ha un contenuto di giustizia ed è determinato da un’aspirazione alla libertà che palpita nei cuori dell’universale. Chi oserà negare che non sia un identico contenuto di giustizia nell’atto di Pini che espropria il ricco e restituisce alla collettività perché si armi a conquistare la libertà a cui ha incontestato diritto?
Di volgare nell’espropriazione rivoluzionaria è soltanto al paura dei borghesi e l’omaggio anarchico alla morale che li protegge.
In quanto ai nostri desideri, noi non possiamo che augurare che colui il quale si mette sul terreno dell’espropriazione rivoluzionaria sappia nella buona e nell’avversa fortuna mantenersi uomo di fede, degno delle idee d’emancipazione sociale che professa. Il trionfo della rivoluzione sociale sarà nello stesso tempo un atto di giustizia politica e d’espropriazione economica e nel quadro storico in cui quella matura un grande atto di giustizia economica può assurgere alla stessa importanza d’un grande atto di giustizia politica.
 
– Il genere di vita che deriva da tale illegalismo eleva od abbassa l’individuo?
E un genere di vita che comporta promiscuità pericolose. Per uno che ha coscienza, ve ne sono forse cinque o dieci che non ce l’hanno, o la perdono. Perché il denaro è corruttore e molti che cominciano coll’espropriare, finiscono poi per rubare nel senso volgare, borghese della parola.
Ma quell’uomo c’è, c’è stato, ci sarà sempre; la sua vita è fatta di sacrificio, di audacia e di fede e nessuno di noi ha il diritto di inveire contro di lui.
Del resto, poi, quell’ambiente non è più corruttore degli altri che in intensità. Tutta la società in cui viviamo è corruttrice. Ci sono i propagandisti dell’anarchia che adolescenti mossero i primi passi insieme a noi e son finiti al parlamento, al governo, nelle sinecure sindacali, o son rientrati nei ranghi della gente per bene che bada ai fatti suoi. Vuol dire questo forse che tutti i propagandisti vanno diffidati, condannati?
Non lo penso. L’anarchico che diventa ladro, è in rapporto a quello che diventa espropriatore, ciò ch’è l’anarchico finito in parlamento in rapporto all’anarchico rimasto anarchico: un transfuga.
 
– Cosa insegnano le esperienze già avute, in quale senso, cioè, sono concludenti?
Devo confessare la modestia delle mie esperienze in materia. Ma posso dire che se molti i quali amano atteggiarsi ad anarchici espropriatori hanno evidentemente mal compresa la propria vocazione — come molti che si credono altrettanti Bresci o Kropotkin hanno mal compresa la loro — esistono veramente uomini superiormente dotati che all’espropriazione rivoluzionaria si danno anima e corpo, con fede e disinteresse assoluti, convinti di affondare il piccone demolitore nel più solido istituto dell’ordine costituito, facendo opera due volte benemerita perché è esempio di ribellione in un campo chiuso dall’insuperata barriera di secolari devozioni e timori e perché il risultato delle loro audacie può servire ad alimentare le infinite iniziative rivoluzionarie che stanno loro a cuore.
Secondo il mio modo di vedere la loro attività ha, sinora, maggior valore in quanto è esempio di ribellione temeraria e di sacrifizio eroico, che non in quanto sia riuscita a sopperire ai bisogni delle altre attività rivoluzionarie. Ma, per me, il valore morale dell’esempio è infinitamente superiore a quello materiale del profitto. Non il denaro farà la rivoluzione sociale, ma il disprezzo del pericolo e delle sante istituzioni.
 
– L’ambiente in cui viene a trovarsi l’illegalista, la necessità di cedere la refurtiva a prezzi derisori, i contatti colla peggiore depravazione non fanno di lui un corrotto, uno sfruttato, un brutale?
Chi pone questa domanda pensa evidentemente ai ladri incoscienti, buttati al furto dalla cattiva conformazione della società, nei quali noi vediamo più delle vittime che dei colpevoli, contro i quali in ogni modo, noi lasciamo ai preti e ai giudici il triste compito d’inveire.
Noi discutiamo degli anarchici espropriatori, i soli che c’interessino, pel momento. E se non esitiamo a riconoscere che, dato l’ambiente in cui sono costretti a muoversi, possono essere facile preda dell’ingordigia dei ricettatori, quindi sfruttati, non riusciamo a comprendere perché debbano essere necessariamente dei corrotti e dei brutali.
Se hanno una coscienza illuminata da un grande ideale — ed allora soltanto restano anarchici — ed a questo, con abnegazione suprema, fanno dono della libertà e della vita, nel cimento quotidiano ineffabile; se nel martirio delle lunghe infernali detenzioni hanno dimostrato di saper essere uomini sempre, incutendo in ogni più avversa occasione ai loro stessi aguzzini, il rispetto alla loro dignità di uomini e di anarchici, vuol dire che quella coscienza può e sa resistere alle corrosioni dell’ambiente e che della rettitudine e della delicatezza dei sentimenti possono essere in grado di dare esempio, anziché riceverlo.
Si dirà ancora che qui si parla d’eccezioni e che la regola è ben diversa.
Ma non è così in tutto il movimento anarchico, la tutti i movimenti rivoluzionari dove molti possono bensì fregiarsi del nome, ma pochi vivono la sostanza intima dell’idea?
 
M.S.
 
 
[L’Adunata dei Refrattari, anno IX, n. 12 del 5 aprile 1930]”

“Clooney e l’Arroganza Yankee”.

Articolo scritto da Giovanni Pili e pubblicato originariamente sul sito “Anarchy in the UK”:

“Chissà se riusciremo a creare una rubrica domenicale titolata “il coglione della settimana”; non dovrebbe essere difficile trovare la materia prima. Solo che a seconda del candidato il sottoscritto potrebbe risentirne a livello di bile.
Il coglione di questa settimana è George Clooney. Devo dire, con sommo dispiacere; George infatti ha una simpatia disarmante. Solo lui poteva occupare l’ambasciata del Sudan a Washington, ignorare i tre avvertimenti della sicurezza e alla fine non essere impallinato dalla stessa, Anzi è stato scortato fuori da militari dello stato ospitante, cioè gli Stati Uniti. Ovvero, nessun militare sudanese ha sfiorato Clooney, il papà ed i suoi amici boyscout. Ma George evidentemente non ha colto la singolarità del suo caso; altamente privilegiato. Becero e coloniale sarebbero le parole giuste. Provate – voi pezzenti – a scavalcare i cancelli del Buckingham Palace, correte poi ad abbracciare le guardie, con in mano dei mazzi di fiori. Scoprite cosa succede dopo il terzo avvertimento.
Le giubbe rosse sono allergiche ai fiori.
Figuriamoci poi cosa sarebbe successo se dei cittadini del Sudan avessero fatto la stessa cosa in una ambasciata americana. Difficilmente la sicurezza avrebbe atteso che la polizia sudanese venisse a prendersi i manifestanti, non prima di essere stati piallati da Chuck Norris, almeno.
Lode all’ambasciatore del Sudan che ha avuto la pazienza di non fare quello che possono permettersi gli americani. Se tutti gli stati sono sovrani, gli USA sono più sovrani degli altri. L’Italia recentemente sta provando ad imitarli, ma non c’è sfida; i pescatori indiani infatti, non vanno in giro sulle funivie ed i Marò non sanno pilotare gli aerei. Al massimo possono ammazzare degli innocenti, ma siccome lo hanno fatto per sbaglio, possono pretendere di sperare nella impunità.
Cose che capitano.
Infine la struggente descrizione di George riguardo la sua esperienza carceraria. Due ore in stato di fermo con rilascio immediato. L’attore ci ha spiegato anche di essere stato trattato umanamente dagli agenti. Ci mancherebbe altro! cosa vuoi che potessero fare? Menare uno che può permettersi di querelarli?
Coglione due volte: Primo perché nelle vicende del Sudan non esiste una parte “buona” che si distingue da una “cattiva”; oltre a mettersi nella scia del becero spirito colonialista in stile “Kony 2012”, dove il bianco pensa di essere destinato a soccorrere il “negro selvaggio”, il quale altrimenti non saprebbe difendersi da solo; secondo perché il rivoluzionario non lo fai dalla mattina alla sera, con la forza dei tuoi soldi, usando le idee degli altri (per altro non capite) come fossero un paio di scarpe di tendenza.
Vi danno fastidio le violenze ai bambini, le guerre, le infibulazioni? Esiste un metodo efficacissimo per aiutare l’Africa: portate il culo fuori dalla loro terra; con lo sfruttamento delle loro risorse; il mercato dei politici locali; le guardie ai cancelli delle vostre filiali, pronti a picchiare e uccidere i sindacalisti; le vostre lattine di Coca Cola e le frattaglie dei McDonald’s.
Lasciateli in pace.”

29 Marzo: sciopero generale in Spagna.

Riforma del lavoro, licenziamenti facili, aumento dell’età pensionabile, precarietà crescente, tagli alla spesa pubblica, sacrifici delle classi subalterne per mantenere in piedi il sistema dominante e far fronte ad una crisi la cui natura è insita nel sistema capitalista stesso, una crisi che nutre e rafforza le stesse strutture che l’hanno provocata: sono problemi urgenti che non riguardano solo un singolo Paese europeo, così come non può riguardare un solo Paese europeo la risposta da dare a tali problemi…

Il sindacato anarchico spagnolo CNT ha indetto uno sciopero generale in Spagna per il prossimo 29 Marzo, una data vicina a quella del 31 dello stesso mese, per la quale è stata indetta una giornata europea di azione anticapitalista. Segnali positivi, punti di partenza.

Tobia Imperato al decimo giorno di sciopero della fame.

Fonte: Radio Blackout (per ascoltare l’intervista col suo medico sul suo stato di salute clicca sul link).

Tobia al decimo giorno di sciopero della fame

“Lunedì 12 marzo 2012. Tobia Imperato è in sciopero della fame da ormai 10 giorni. Arrestato il 26 gennaio per aver partecipato alla resistenza allo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena, dopo un paio di settimane di carcere, prima a Torino, poi, per punizione, a Cuneo, si trova ai domiciliari. Il giudice gli ha imposto di non comunicare con l’esterno in nessun modo: niente telefonate, niente visite, niente lettere, niente mail. Non gli hanno concesso di uscire per andare a lavorare e, solo dopo ripetute richieste, ha potuto vedere sua madre, sua sorella e la nipotina di cinque anni.
Imposizioni odiose che rendono i suoi domiciliari quasi peggiori del carcere, dove poteva scrivere e ricevere visite.
Se decidesse di disobbedire, magari scrivendo una lettera, sarebbe considerato evaso e per lui si riaprirebbero le porte dalla prigione.
Chi lo costringe a scegliere tra il silenzio e il carcere sarà obbligato a sentire la risacca profonda della sua protesta.
Solo dopo una settimana dall’inizio dello sciopero gli hanno concesso di vedere un medico. Tobia ha perso 9 chili, è un po’ affaticato, ma deciso a non mollare.
Alcuni amici e compagni hanno promosso un’azione di sostegno alla sua lotta di libertà.
Diamo voce a Tobia!
L’invito a scrivergli per sostenerlo e offrirgli la nostra voce come megafono è stato accolto da molti.
Sono arrivate tantissime lettere, alle quali, siamo certi che appena potrà risponderà.
I fili della lotta e della resistenza No Tav si allacciano con la vicenda di Tobia e con quella di tanti altri compagni e compagne, che sono stati arrestati, denunciati, cacciati con il foglio vi via.
La campagna “diamo voce a Tobia” continua.
Scrivete ad anarres@inventati.org e fate girare le vostre lettere.”

 

“La strage è fascista!”: Dossier degli antifascisti e antirazzisti pistoiesi su Cassero e Casa Pound.

Da alcuni giorni è disponibile online il dossier realizzato dagli antifascisti e antirazzisti pistoiesi sui legami tra Gianluca Cassero, autore della strage di Firenze del 13 Dicembre 2011 che è costata la vita a due ambulanti senegalesi, e l’organizzazione neofascista Casa Pound.

CLICCA QUI PER SCARICARE IL DOSSIER