Ricordando ciò che non si sa: le foibe.

“Ma che cosa sa tuttora la maggioranza degli italiani sulla politica di sopraffazione del fascismo contro le minoranze slovena e croata (senza parlare dei sudtirolesi o dei francofoni della Valle d’Aosta) addirittura da prima dell’avvento al potere; della brutale snazionalizzazione (proibizione della propria lingua, chiusura di scuole e amministrazioni locali, boicottaggio del culto, imposizione di cognomi italianizzati, toponimi cambiati) come parte di un progetto di distruzione dell’identità nazionale e culturale delle minoranze e della distruzione della loro memoria storica?
I paladini del nuovo patriottismo fondato sul vittimismo delle foibe farebbero bene a rileggersi i fieri propositi dei loro padri tutelari, quelli che parlavano della superiorità della civiltà e della razza italica, che vedevano un nemico e un complottardo in ogni straniero, che volevano impedire lo sviluppo dei porti jugoslavi per conservare all’Italia il monopolio strategico ed economico dell’Adriatico. Che cosa sanno dell’occupazione e dello smembramento della Jugoslavia e della sciagurata annessione della provincia di Lubiana al regno d’Italia, con il seguito di rappresaglie e repressioni che poco hanno da invidiare ai crimini nazisti? Che cosa sanno degli ultranazionalisti italiani che nel loro odio antislavo fecero causa comune con i nazisti insediati nel Litorale adriatico, sullo sfondo della Risiera di S. Sabba e degli impiccati di via Ghega?”

(Enzo Collotti)

 

Il 10 febbraio si celebra in Italia per volere di un qualche decretolegge del 2004 il “giorno del ricordo”, uno degli ennesimi pasticci istituzionali nato dal connubio tra sensi di colpa e volontà revisionista di buona parte della “sinistra” parlamentare e volontà revisionista senza sensi di colpa da parte della “destra”. Quel che si è obbilgati a ricordare il 10 Febbraio è la tragedia delle foibe, almeno in teoria, perchè è impossibile ricordare ciò che non si sa. In un’occasione come questa risulta difficile scampare alle dichiarazioni retoriche, alle sceneggiate propagandistiche ed alle manipolazioni, impossibile farlo se non si hanno informazioni corrette sui fatti storici che occorsero in quella parte dei Balcani occupata militarmente dalle truppe italiane durante la Seconda Guerra Mondiale, ma anche negli anni precedenti- basterebbe parlare della pulizia etnica operata dagli italiani in Slovenia già nel primo dopoguerra mondiale…ma parlarne a chi? A quelli che stanno di fronte al televisore e si bevono la reinvenzione della storia ad uso e consumo di chi oggi vuole sdoganare il fascismo? Per chi non se la beve, per chi vuole capire le reali dimensioni della foiba nella quale si cade quando si lascia la memoria storica nelle mani di personaggi come Napolitano, Gasparri e soci, per chi non sa cosa sia avvenuto prima e dopo e vuole saperlo, ecco alcuni punti di partenza per iniziare a capire e avviare di conseguenza una riflessione seria sugli eventi in questione:

“L’invasione della Jugoslavia: crimini di guerra e lager fascisti per slavi”, da Anarcopedia;

“Fascist Legacy”, documentario della BBC (prima parte);

“Perchè l’Italia ricorda le Foibe ma non la pulizia etnica compiuta dai fascisti in Slovenia?”, dal sito Memoriastorica;

“Pulizia etnica all’italiana”, dal sito Osservatorio Balcani e Caucaso;

“La verità sulle foibe”, di Marco Ottanelli;

“Il cuore nel pozzo: un caso di revisionismo mediatico”, video.