“Nao vai ter copa!”: i mondiali di calcio in Brasile.

In molti/e non aspettano altro in tutto il mondo, animati da passione più o meno accesa nei confronti dello “sport più bello del mondo” o semplicemente dalla voglia di distrarsi dai problemi quotidiani che li/le affliggono: il 12 giugno inizia in Brasile il campionato mondiale di calcio. Non scrivo “dovrebbe iniziare” anche se sarei tentato: il fatto è che, piaccia o no, la logica del capitalismo che sta dietro i grandi eventi non ammette resistenze di sorta ed in nome del profitto si è disposti a passare anche sui cadaveri- letteralmente. A seguito delle proteste di massa contro il previsto aumento dei prezzi dei trasporti pubblici, la mancanza di investimenti statali nel settore sanitario e scolastico, gli sfratti e le politiche repressive nei confronti di poveri ed emarginati attuate dal governo brasiliano, strettamente connesse al grande evento calcistico, a livello internazionale ormai non è solo la voglia di pallone ad essere cresciuta, quanto la consapevolezza che il mondiale-almeno così come è stato organizzato nel Paese ospitante- vada boicottato. A tale proposito, la posizione maggiormente condivisa (che definirei “morbida” e “riformista”) viene efficacemente riassunta da un video visualizzatissimo sul web:

Difficile negare i fatti riassunti nel video, tutt’al più c’è chi corregge alcune affermazioni dell’autrice, ad esempio che la spesa affrontata è di 30 miliardi di reales e non di dollari- ora sì che mi sento sollevato! I “correttori”, che evidentemente non sono appena stati sfrattati da una baracca situata in una favela o pestati a sangue dai poliziotti impegnati a far pulizia in attesa di danarosi turisti, né stanno crepando di una qualche patologia altrimenti curabile a causa delle carenze del sistema sanitario pubblico, si impegnano nell’evidenziare le potenzialità economiche dell’evento per la popolazione tutta, invitando a lasciar perdere proteste e boicottaggi, fiduciosi che il mondiale cambierà in meglio il Brasile. Se così non dovesse essere, sarà allora per la prossima volta, no? Le olimpiadi in Grecia, il mondiale di calcio in Sudafrica, gli europei di calcio in Ucraina e Polonia- qualcuno si ricorda ancora di Italia ’90?: questi ed altri esempi dovrebbero bastare a chi ancora non avesse capito come funzionano certe cose. Chi abbocca alla balla del benessere diffuso scaturito dai grandi eventi di natura commerciale o è un boccalone, oppure è in mala fede e non ha capito che la passione per il calcio, sport popolare e “proletario” per origini storiche, ha poco a che vedere con gli interessi di multinazionali, grandi investitori e lacchè vari. Tra chi invece ha individuato le radici del problema c’è chi partecipa attivamente alle lotte in corso per le strade delle città brasiliane e chi tenta di appoggiare tali lotte con iniziative controinformative e con il boicottaggio attivo del grande evento sportivo di turno. Per chi fosse interessato/a, esiste in italiano una pagina su Facebook che promuove il boicottaggio attivo del mondiale; a chi cerca ulteriori informazioni sulle proteste e sulle ragioni di chi si oppone a questo mondiale di calcio, sulle politiche repressive e sui costi sociali, consiglio di seguire il sito in lingua italiana “Il Resto del Carlinho (Utopia)” che ritengo tra i migliori che io abbia trovato finora sul web; a tutti/e gli/le altri/e, auguro buona visione dell’ennesimo spettacolo sulla pelle degli sfruttati e dei senza diritti, ma tenete sempre presente che un giorno qualcuno potrebbe godersi un nuovo spettacolo costato la vostra miseria ed il vostro sfruttamento. Sempre che quel giorno non sia già arrivato e voi non ve ne rendiate nemmeno conto.

Boicottiamoli sempre.

“Scioperate contro la guerra, perché senza di voi nessuna battaglia può essere combattuta! Scioperate contro le granate, i gas, le bombe e tutti gli altri oggetti di morte! Scioperate contro i preparativi di morte e distruzione di milioni di esseri umani! Non siate stupidi ed obbedienti schiavi di un esercito distruttivo! Siate gli eroi di un esercito costruttivo!”

La frase qui sopra è di Helen Keller, che pur essendo diventata cieca e sorda all’età di due anni fu capace in vita sua di vedere e sentire più della maggior parte delle persone ritenute “normali”. Le cosiddette persone “normali”, in Italia, si svegliano alla vigilia del 2 Giugno del 2012 chiedendo che la parata militare organizzata per la Festa della Repubblica venga sospesa in segno di lutto e di rispetto nei confronti delle vittime del sisma che ha colpito l’Emilia-Romagna. Con i soldi che si spenderebbero per le celebrazioni del 2 Giugno (“Troppo tardi, già spesi”, ricorda un ministro dell’attuale governo tecnico), dicono, si potrebbe aiutare la ricostruzione delle zone terremotate. Ma é da quel dì che un pugno di pazzi privi di amor patrio continua a ripetere che il denaro investito nelle spese militari é denaro sottratto ad altri servizi utili alla comunitá, denaro che alimenta una macchina di morte e di oppressione! Questi pazzi anormali dicono che senza gli Stati non ci sarebbero guerre e senza obbedienza cieca, miseria economica e morale e mancanza di senso critico non ci sarebbero eserciti, affermano che le guerre sono necessarie al sistema economico capitalista per la creazione di nuovi mercati e l’approvvigionamento (leggi:rapina) di nuove risorse, ma anche per sottomettere chi si oppone alle smanie di dominio delle superpotenze mondiali. Questi pazzi che non amano la loro Patria più di tutte le altre Patrie, che non salutano la bandiera, che non onorano il Presidente, sono i disertori di sempre, coloro che fomentano l’insubordinazione e invitano all’indisciplina: un tempo sarebbero stati fucilati o sbattuti in galera (non che le due opzioni non siano valide ancora oggi, specialmente la seconda ma ogni tanto anche la prima) per statuire un esempio e mantenere l’ordine. Meno male che viviamo in un mondo di persone normali, altrimenti a qualcuno salterebbe in mente non solo di boicottare la parata militare del 2 Giugno per un fatto di circostanza, ma magari di boicottare l’esercito, la Patria, lo Stato e tutte le strutture che creano diseguaglianza, sfruttamento ed oppressione, ogni dannato giorno dell’anno.

Longsleeve: Abolish Capitalism - Smash The State - For A Free Humanity - For Anarchism