È sempre colpa dei rom…

Circa un mese fa mi sono imbattuto per caso in un’articolo molto interessante scritto da Carlo Gubitosa per l’Espresso. Solo oggi, essendomi finora mancato il tempo, riesco a riproporne il link su questo blog, ma a pensarci bene la mia intempestività risulta opportuna, un pò perchè ormai per le elezioni comunali a Roma i giochi sono fatti, ma soprattutto perchè quel che scrive Gubitosa è sempre valido anche a distanza di un mese e purtroppo temo che lo sarà anche a distanza di anni e proprio per questo va tenuto sempre presente e va ripetuto a voce alta in faccia a tutti i populisti, ignoranti e razzisti. Per sforzarsi di capire al di là dei pregiudizi, per dare voce a chi altrimenti resta solo un capro espiatorio, un sacco da boxe preso a cazzotti dai frustrati menati per il naso da opportunisti d’ogni risma, incapaci di individuare le cause reali della propria e dell’altrui sofferenza.

I diritti agli italiani, i doveri ai Rom: Virginia Raggi, antiziganista a sua insaputa”, di Carlo Gubitosa.

Torino: tre edifici occupati sgomberati dalla polizia.

Fonte: Infoaut.

alt

“Nuovi sgomberi a Torino, questa mattina, in quartiere Barriera. Alle prime luci dell’alba sono state sgomberate un’occupazione abitativa in via Aosta, un’altra in via foggia e lo squat “la Miccia” sempre in via Foggia. Imponente la militarizzazione delle forze dell’ordine, che hanno chiuso l’isolato e deviato le corse dei mezzi di trasporto pubblico nelle vie limitrofe. Addirittura una linea era stata già deviata dalla sera prima per garantirsi agibilità al momento dell’operazione. Le occupazioni abitative di via Aosta e di via Foggia, davano casa a decine di famiglie, due recenti occupazioni che davano una soluzione a quanti devono far fronte al problema della casa.

Una ventina di persone sono state accompagnate in questura per essere identificate. Gli occupanti della “miccia” sono per ora trattenuti al commissariato di via Tirreno mentre gli occupanti dell’altra casa di via Foggia al commissariato di Porta Palazzo. Alcune fonti di informazione riferiscono che nei loro confronti scatterà una denuncia per invasione di edificio.

Continua così la politica di sgomberi da parte delle questure delle maggiori città italiane, una linea adottata ancora una volta per contrastare le crescenti occupazioni a scopo abitativo che si stanno dando all’interno delle metropoli. Una strategia attuata a livello nazionale dopo i recenti sgomberi dell’edificio di Tor Tre Teste a Roma che ospitava centinaia di famiglie.”

Vedi anche: “Roma. Cariche della polizia contro sgomberati di Tor Tre Teste”.

Genova – Occupato vico Untoria 3 dopo lo sgombero di Giustiniani19.

Fonte: Informa-Azione.

Ci togliete la casa, ci riprendiamo tutto – Occupato vico Untoria 3

Oggi 12 agosto prendiamo possesso dei sei appartementi di Vico Untoria 3, nel Ghetto del centro storico genovese. Li occupiamo perché siamo tutti senza una casa, da quando, martedì 7 agosto, le autorità genovesi hanno deciso di sgomberarci dalla casa occupata di via dei Giustiniani 19. Li occupiamo perché non possiamo permetterci un affitto e perché riteniamo giusto e legittimo non pagarlo nel momento in cui decine di migliaia di spazi, abitativi e non, vengono lasciati vuoti e inutilizzati dalle amministrazioni pubbliche, dalla Chiesa e da ricchi privati di vario genere per mantenere alti i livelli del mercato immobiliare. Li occupiamo perché vogliamo continuare a vivere insieme, perché crediamo che l’autorganizzazione e la condivisione reale siano anch’esse modi per fronteggiare la miseria materiale e affettiva a cui l’attuale società costringe tutti quanti.
Occupiamo questo edificio consapevoli che a fine mese partirà un bando di concorso per la sua assegnazione.
I proprietari, Ri.Genova e il Comune, diranno che rubiamo le case ai poveri, che ostacoliamo un progetto sociale, un esempio concreto di sana gestione della “cosa pubblica”.
Non è così. Abbiamo letto il bando e abbiamo capito le reali intenzioni del Comune e di Ri.Genova su questo edificio e sulla generale riqualificazione di questa fetta di centro storico.
Abbiamo capito che per la giunta Doria, quella dell’amministrazione partecipata, la giunta vicina ai cittadini, per avere “diritto” ad una casa bisogna, sostanzialmente, non essere poveri. Di fatto bisogna avere tutte quelle garanzie sociali che da anni stanno venendo meno come un lavoro fisso e un reddito stabile. E’ necessario non avere debiti con Equitalia o enti affini, non aver subito sfratti per morosità (proprio nella città che ne presenta, con il 73%, la più alta percentuale d’Italia); meglio ancora essere una coppia etero e un nucleo familiare tradizionale.
Tutti questi criteri di assegnazione evidenziano uno scollamento dalla realtà sociale fatta di precarietà, disoccupazione, indigenza e la volontà di escludere una buona fetta di popolazione con bisogni e necessità urgenti, dettati proprio da quelle condizioni materiali e umane non considerate prioritarie dal Comune. Si escludono anche tutte quelle forme di convivenza e condivisione non normate, liberamente scelte e praticate come sostegno e appoggio reciproco alternative alla famiglia tradizionale.
Si tratta di una scelta precisa che mostra quale tipo di riqualificazione l’amministrazione vuole attuare, guardando anche agli altri interventi che si stanno portando avanti.
Il quartiere del Ghetto, oggi presentato come una delle zone buie del centro storico, in mano al degrado, allo spaccio e alla criminalità, con un’altissima precentuale di immigrati, dovrebbe subire quella serie di interventi urbanistici tipici ormai di moltissimi centri cittadini d’Europa e nota come gentrification: rimessa a nuovo estetica, innalzamento dei prezzi immobiliari e commerciali, espulsione dei suoi storici abitanti e comunità popolari ed inserimento di nuove fasce di popolazione abbienti per rimodellarne il volto.
Non vi sarà alcun posto, nel Ghetto del futuro, per chi lo vive, lo anima e lo valorizza con la sua presenza. Piuttosto diventerà una vetrina chic per i turisti, con la sua particolarità storica mantenuta solo di facciata, abitato da manager e ricchi con pruriti alternativi.
Un processo di questa portata non si realizza da un giorno all’altro. Non sarebbe possibile, oggi, alzare di molto il valore immobiliare reale di questo quartiere. E, soprattutto, nessun ricco vi si inserirebbe, ora.
Ecco il perché di un bando simile. Inserire una fascia di popolazione intermedia che contribuisca a modificare a poco a poco la realtà sociale, spostando progressivamente i poveri lontano dal centro e ammassandoli nelle periferie.
Noi rifiutiamo di accettare la completa distruzione della comunità umana, del carattere popolare dei quartieri che ancora la conservano. Pensiamo che solo i rapporti reali e concreti della gente che li abitano possano valorizzarli e renderli vivi.
Noi non riconosciamo all’amministrazione comunale alcuna leggitimità per decidere sui nostri e altrui bisogni. Per queste ragioni ci riprendiamo una piccola parte di ciò che è anche nostro.
Noi siamo gli invendibili, gli incollocabili, quelli che, come tanti, non corrispondono ai criteri dell’assegnazione.
Da oggi siamo qui.
Il bando è chiuso.

giustiniani 19 in esilio

Azioni di protesta in Polonia durante l’apertura di EURO 2012.

“L’8 Giugno si é aperto a Varsavia il campionato europeo di calcio. La città era piena di polizia, militari e tifosi. Il sindacato anarchico polacco ZSP-IAA e il comitato di difesa degli/lle inquilini/e hanno organizzato proteste contro la politica dell’evento. L’azione ha avuto luogo nei pressi dello stadio, in modo che migliaia di persone potessero prenderne atto. Abbiamo parlato del denaro speso per gli europei di calcio e del fatto che dell’evento profittano solo la UEFA (che é stata esentata dal pagamento delle tasse) e un pugno di inprenditori. Circa 26 miliardi di Euro sono stati spesi dallo Stato per l’evento – denaro che proviene dalle tasche dei lavoratori e delle lavoratrici. Mentre la Polonia spende somme impressionanti per i giochi, i bambini soffrono la fame, le caffetterie delle scuole vengono privatizzate, i servizi sociali decurtati e i prezzi delle merci aumentati.

Un nostro compagno della ZSP ha anche ricordato nel suo intervento che un’impresa che ha costruito lo Stadio Nazionale di Varsavia ha dichiarato bancarotta a inizio settimana a causa del mancato ricevimento di pagamenti. Ciò significa che una quantità di ditte subappaltatrici e di dipendenti non hanno ricevuto le loro paghe. Questi hanno minacciato di bloccare il campionato europeo, ma non l’hanno fatto. I lavoratori e le lavoratrici impiegati nello stadio sono stati anch’essi truffati, poichè riceveranno paghe inferiori a quelle promesse. Anche loro hanno minacciato uno sciopero, senza però attuarlo. Questa situazione, nella quale le masse lavoratrici disorganizzate vengono sconfitte dal disfattismo in un Paese dove i sindacati sono concilianti con i nemici della classe lavoratrice, crea sempre più numerosi problemi sociali. I manifestanti invitano all’autoorganizzazione per potersi difendere contro questi abusi.

Una ghigliottina (Finta!,ndt) é stata esposta dai dimostranti, che hanno spiegato che, se la classe politica continuerà a tagliare la spesa sociale, saranno le teste dei politici a dover essere tagliate. Dopo la manifestazione alcuni compagni si sono recati nei pressi della stazione di polizia per protestare contro l’arresto di attiviste di Femen che avevano inscenato altre azioni di protesta allo stadio.”

Qui l’ articolo originale in inglese e qui la versione in tedesco. Traduzione in italiano mia (blackblogger).