Nessuna parabola discendente, solo una linea retta.

Leggo qua e là le notizie pubblicate sui quotidiani online e i relativi commenti dei/lle lettori/trici sulle vicende di attualitá che riguardano corruzione dei partiti, crisi economica e riforma del lavoro e mi stupisco. Mi stupisco del fatto che ci si stupisca. Come si fa a rimanere sorpresi nel venire a sapere che un partito che ha sbraitato per anni slogan populisti e qualunquisti del tipo “Roma ladrona” e “padroni a casa nostra” sia in realtá un covo di ladri e corrotti, insediati a Roma ma ladroni pure a casa loro, quando è evidente che la corruzione è un elemento imprescindibile del sistema politico dominante, un fattore intrinseco a qualsiasi tipo di dominio? Come ci si può lamentare oggi dell’inutilità dei sindacati confederali quando si è taciuto per anni sulla trappola della concertazione, quando numerosi esempi concreti dimostrano che lavoratori e lavoratrici in lotta sono stati spesso abbandonati da tali sindacati, quando per anni sono stati piallati, demoliti, rasi al suolo diritti conquistati con le dure lotte senza che gli organi teoricamente preposti alla tutela dei suddetti diritti muovessero un dito, com’é possibile che ci si sia fidati di personaggi che pur di difendere le proprie garanzie personali, le strutture di potere delle quali sono ai vertici, il sistema che gli permette di parassitare la classe lavoratrice sono disposti ad accettare di buon grado qualunque compromesso, giocando a perdere con la posta altrui, simulando inverosimili opposizioni fin troppo semplici da sputtanare? È necessario ritrovarsi senza un tetto sulla testa per rendersi conto che c’è qualcosa che non va nel sistema di tassazione applicato a chi produce effettivamente la ricchezza di un Paese? Bisogna aspettare scandali e procedimenti legali contro politicanti ladri e partiti sanguisughe per dover staccare la spina ad un sistema politico che non ha nulla a che vedere con la vera democrazia, “potere del popolo”? Si deve arrivare in prossimità del suicidio per capire che benessere e libertà in una società capitalista sono chimere blindate in una cassaforte alla quale hanno accesso in pochissimi? Quante conferme, quante prove, quante cazzo di catastrofi servono ancora per smetterla di stupirsi e iniziare invece, finalmente, a reagire?

Breve report sulla giornata europea di azione anticapitalista del 31 Marzo.

Il 31 Marzo scorso ha avuto luogo la giornata europea di azione anticapitalista con manifestazioni, assemblee e presidi in diverse città europee, oltre che a New York. In Spagna allo sciopero generale del 29 Marzo indetto dalla CNT sono seguite proteste nei giorni successivi che hanno coinvolto numerose città con una partecipazione numerica soddisfacente. La risposta dello Stato si è manifestata in diverse occasioni sotto forma di violenza poliziesca, ad esempio a Barcellona sono stati arrestati 4 o 5 scioperanti . Sul sito ufficiale della CNT è possibile leggere notizie dettagliate sulle giornate di sciopero e lotta nelle diverse città coinvolte, oltre che analisi sulle prospettive della lotta anticapitalista e nello specifico contro la riforma del lavoro in Spagna; a Zagabria, in Croazia, sono scese in piazza diverse centinaia di persone; la manifestazione olandese si è svolta a Utrecht con la partecipazione di circa 250 persone ad un corteo che ha attraversato parte della città; A Vienna (Austria) diverse centinaia di persone hanno partecipato ad una giornata di workshops indetti all’interno della mobilitazione europea anticapitalista; anche a Kiev (Ucraina) si è svolta una manifestazione; in Grecia vi sono stati cortei in diverse città, ma la partecipazione non è stata particolarmente alta rispetto ad altre proteste recenti, ciò potrebbe derivare dal fatto che le organizzazioni anarcosindacaliste non sono particolarmente forti all’interno del panorama anarchico greco; a Francoforte (Germania) ha avuto luogo uno dei cortei più partecipati tra quelli tenutisi il 31 Marzo, ma questo corteo non ha potuto terminare il suo percorso…

… Ma cosa è successo veramente a Francoforte il 31 Marzo?

In breve: a Francoforte circa 6000 persone hanno preso parte alla manifestazione organizzata da diverse sigle anarchiche/antiautoritarie/comuniste extra/antiparlamentari. Poco dopo la partenza del corteo, all’altezza della sede della Banca Centrale Europea protetta da un ingente schieramento di polizia in assetto antisommossa, alcuni manifestanti hanno lanciato fumogeni e petardi  contro l’edificio, mentre poco dopo altri manifestanti attaccavano con una fitta sassaiola la sede di un’agenzia di rating. La polizia, col pretesto di identificare gli/le autori/trici dei danneggiamenti ha bloccato il corteo durante il suo percorso, circondandolo e dividendolo in tre parti, grazie anche al massiccio impiego di spray al pepe e manganellate. I/le manifestanti sono stati bloccati in strada per sei ore senza la possibilità di muoversi mentre la polizia operava arresti in modo arbitrario e negava agli avvocati incaricati dagli organizzatori della manifestazione di avvicinarsi. Alcune centinaia di persone sono comunque riuscite a non farsi intrappolare dalla manovra poliziesca ed hanno compiuto altre azioni dirette danneggiando altre sedi bancarie e simboli capitalisti. Attualmente il coordinamento che ha promosso la manifestazione è impegnato nel supporto legale, si cerca di capire in definitiva  a quante delle circa 460 persone fermate sia stato convalidato l’arresto e con quali accuse, mentre l’amminitsrazione cittadina di Francoforte calcola un milione di € in danni provocati dai “manifestanti violenti”.

Ora un paio di mie considerazioni personali sull’accaduto: la mia critica al comportamento degli/lle attivisti che hanno da subito scatenato la loro rabbia contro i simboli dell’oppressione capitalista è una critica puramente strategica, infatti nei pressi dell’azione vi erano persone in sedia a rotelle, genitori con bambini in passeggino ed in generale altre persone impreparate a dover affrontare la prevedibile reazione poliziesca. Un corteo spesso è il luogo meno adatto per compiere gesti di un certo tipo, a meno che non si voglia inscenare un teatrino ad uso e consumo della stampa e dei tg di regime che non vedono l’ora di poter additare i mostri anarchici o di estrema sinistra rei di aver violato la sacra proprietà privata dei padroni del mondo… In ogni caso, se spaccare le finestre della sede della Banca Centrale Europea è un atto violento mi chiedo come si dovrebbe definire ciò che fa quotidianamente la stessa BCE; la rabbia di chi attacca un simbolo di oppressione e sfruttamento è la rabbia degli oppressi e degli sfruttati che sono costretti a subire quotidianamente sulla propria pelle la precarietà, la disoccupazione, i sacrifici fatti per mantenere a galla sfruttatori e parassiti che vivono nell’agio e ordinano politiche di lacrime e sangue per la classe lavoratrice depredando da sempre interi popoli delle loro risorse, costringendoli alla fame, fomentando guerre, costringendo all’esilio per disperazione chi non può più vivere nella propria terra d’origine, ammazzando queste persone quando tentano di raggiungere l’Europa, incarcerandole se sopravvivono e, se riescono ad ottenere infine la grazia di rimanere nella parte “ricca” del pianeta, costringendole ad una vita di lavoro sottopagato e senza garanzie con la continua minaccia dell’espulsione; violenza è essere costretti alla schiavitù del lavoro salariato, violenza è dover obbedire a leggi fatte da pochi, per pochi, per tenere divisi e controllati i più; violenza è il consumismo, l’emarginazione, l’indifferenza: la violenza è questo sistema con tutti i suoi confini nazionali, i suoi eserciti, le sue polizie, le sue galere, i suoi massacri, le sue belle parole ipocrite incise sulla pelle dei morti viventi che popolano i centri commerciali, i fast food e i cinema multisala mentre cercano di non pensare, di non capire, di tirare avanti ancora un giorno ammazzando il tempo fino alla morte… anche se sono già morti senza saperlo.

Libertà per gli/le arrestati del 31 Marzo a Francoforte! Un giorno le prigioni non saranno più abbastanza per ingabbiare chi si ribella al sistema!

29 Marzo: sciopero generale in Spagna.

Riforma del lavoro, licenziamenti facili, aumento dell’età pensionabile, precarietà crescente, tagli alla spesa pubblica, sacrifici delle classi subalterne per mantenere in piedi il sistema dominante e far fronte ad una crisi la cui natura è insita nel sistema capitalista stesso, una crisi che nutre e rafforza le stesse strutture che l’hanno provocata: sono problemi urgenti che non riguardano solo un singolo Paese europeo, così come non può riguardare un solo Paese europeo la risposta da dare a tali problemi…

Il sindacato anarchico spagnolo CNT ha indetto uno sciopero generale in Spagna per il prossimo 29 Marzo, una data vicina a quella del 31 dello stesso mese, per la quale è stata indetta una giornata europea di azione anticapitalista. Segnali positivi, punti di partenza.

Grecia: ospedale autogestito dai/lle lavoratori/trici.

L’ospedale di Kilkis, in Grecia, é da ora sotto il diretto controllo del personale lavorativo. Il personale ospedaliero ha infatti occupato l’ospedale e creato un’assemblea generale dei/lle lavoratori/trici che prenderá tutte le decisioni in merito alla gestione della struttura. I/Le lavoratori/trici dichiarano che l’attuale disastrosa situazione del sistema sanitario nazionale greco é irrisolvibile con le misure adottate dal governo; affermano che le politiche neoliberiste ed il servilismo del governo stesso nei confronti dei diktat della troika UE-BCE-FMI sono inaccettabili; chiamano il personale lavorativo di altri ospedali e tutti i/le lavoratori/trici pubblici e privati a supportare l’autogestione dell’ospedale di Kilkis e ad occupare ed autogestire i propri luoghi di lavoro; sottolineano che é necessaria l’unione fra tutti gli sfruttati e gli oppressi, vittime dell’attuale sistema economico, per rovesciare l’attuale governo e qualsiasi altro governo che segua politiche simili. Tra le richieste avanzate non vi é solo il pagamento degli stipendi arretrati e il ripristino delle paghe attribuite prima delle misure di austeritá decise a seguito della crisi economica: nel loro comunicato i/le lavoratori/trici parlano di cambiamenti radicali e di lotte che superino le solite rivendicazioni che servono interessi specifici di un gruppo o di una categoria professionale, si appellano alla solidarietá ed all’appoggio dell’intera comunitá per  portare avanti il proprio servizio alla comunitá bypassando il governo centrale nelcaso questo dovesse sottrarsi alle proprie responsabilitá economiche nei confronti della struttura ospedaliera ora autogestita. Attualmente é prevista una conferenza stampa per il 15 Febbraio prossimo durante la quale gli/le occupanti ed autogestenti spiegheranno le proprie ragioni , esporranno le decisioni prese in assemblea e chiameranno a nuove iniziative. Per ora l’ospedale funziona a regime ridotto, solo per le emergenze, ma il personale conta di poter riprendere a breve il servizio a tempo pieno.

Vedi anche: “Greek hospital now under workers’ control“, from Libcom.