Sull’incendio al capannone della Geomont in Valsusa.

Il seguente comunicato è tratto dal sito Informa-Azione. Per correttezza e completezza pubblco in calce il link all’articolo al quale si fa riferimento nel comunicato. Ps: a proposito di No TAV… solidarietà a Erri De Luca, libertà per tutti/e gli/le arrestati/e e indagati/e!

“riceviamo e diffondiamo:

Un bel tacer non fu mai scritto
Sull’incendio dei mezzi della Geomont in Valsusa il 30 agosto

E se qualcuno avesse deciso di attaccare la Geomont per la sua partecipazione alla devastazione della Valsusa?
Di certo sarà rimasto attonito e nauseato dal comunicato “ricevuto e pubblicato” sul sito notav.info all’indomani dell’incendio nel capannone della ditta di Bussoleno. Anche perché tra le suggestive ipotesi elencate come possibili verità di quel fatto, danneggiamento volontario del proprietario e attacco mafioso, manca proprio quella che qualcuno abbia in piena coscienza e volontà deciso di attaccare uno dei tanti che ha partecipato allo scempio della Valle.
Negli anni, purtroppo, è spesso successo che atti individuali e di piccoli gruppi in appoggio alla lotta contro il TAV venissero stigmatizzati, anche attraverso notav.info, come provocazioni o, peggio ancora, come gesti di chi “non è della valle né del movimento notav”.
È strano dopo tanti anni di lotta dover ancora tirare fuori queste questioni.
Il movimento notav è enorme e complesso. È la gente della Valsusa. Sono tutte le migliaia di persone che da anni attraversano per brevi e lunghi periodi il territorio donando le proprie energie, il proprio tempo e spesso la propria libertà. È la gente che in Italia e nel mondo appoggia e dà forza alla lotta con atti di solidarietà e complicità.
E quindi chi decide, all’interno di una realtà così variegata chi ha o non ha il diritto di mettere il proprio mattone per costruire la strada verso la liberazione della Valle?
Ma qui forse si affronta un discorso già superato. Non è forse vero che da un po’ il sabotaggio, pratica adottata da sempre nelle lotte popolari, è stato accolto e assunto in Valsusa e che da qualche tempo nessuno si permette più di censurare o condannare quei gesti che colpiscono i responsabili materiali della costruzione del famigerato tunnel? Forse non è un varco facile da attraversare, e molti tra quelli che vivono e che guardano questa lotta ci stanno ancora facendo i conti. Ma se dimentichiamo questo storico passaggio, e permettiamo dei passi indietro lungo la crescita collettiva del movimento notav, lasciamo spazio alla repressione e alla paura. Il sabotaggio come mezzo di lotta, la distanza tra giusto e legale,  la necessità della difesa e dell’attacco, la differenza tra una vita presa a morsi e la sopravvivenza passiva. Tutte cose che molti di noi hanno imparato lottando. E che vanno difese come le montagne.
Come è possibile accogliere su uno dei siti più letti come voce notav un comunicato che scrive “sappiamo che il movimento notav non ha appiccato il fuoco”? Forse chi lo ha stilato conosce tutti i notav del mondo, le loro pulsioni e azioni, le loro priorità e obiettivi? E se anche si prova una ineludibile ed epica tensione democratica (del tipo non sono d’accordo con quello che dici ma morirò per fartelo dire) come è possibile lasciare che scritti come questo cadano in un indifferente ed assordante silenzio?
Le ipotesi proposte dal comunicato sono quelle che si potrebbero fare sempre dopo un attacco incendiario. Anche se la ditta non è in fallimento, potrebbe voler rinnovare i macchinari o cose simili. Anche le ritorsioni di stampo mafioso, specie in questi ambiti, sono sempre dietro l’angolo. Oltre che provare un sano disprezzo per la dietrologia e il complottismo e tenerli lontani dalle nostre bocche e dai nostri cuori, non dovrebbe venirci più naturale trovare il posto per questo episodio tra tutti gli altri simili che da qualche mese illuminano le notti della Valsusa? Anziché rischiare di sminuire il gesto di qualche coraggioso notav, difendiamo pubblicamente dalla repressione i nostri compagni di lotta nell’unico modo dignitoso possibile. Rivendicando qualunque gesto compiuto contro l’avanzare del mostro TAV come patrimonio di tutti noi.”

L’articolo di riferimento pubblicato sul sito notav.info: “E se l’incendio al capannone te lo paga l’assicurazione?“.

3 Dicembre: manifestazione No TAV a Lione (Francia).

Per altre informazioni clicca qui.

E visto che ci sono, prendo l’occasione per esprimere la mia solidarietà alle persone colpite nell’ambito dell’ultima operazione repressiva condotta contro il movimento No TAV. La violenza dello Stato, gli interessi di speculatori e profittatori, le menzogne di politicanti e pennivendoli vari non fermeranno la lotta per la difesa del territorio, in Val Susa e altrove. ORA E SEMPRE NO TAV!

La repressione contro il movimento NO TAV non fermerá la lotta.

Nella mattinata di ieri 26 Gennaio sono state arrestate in diverse parti d’Italia  25 persone ed altre 14 sono state sottoposte a misure restrittive, con l’accusa di lesioni, danneggiamenti e resistenza a pubblico ufficiale durante le manifestazioni contro il progetto della linea ferroviaria ad alta velocitá Torino-Lione svoltesi in Val Susa il 27 Giugno e il 3 Luglio del 2011. Un’operazione ad orologeria, ben congegnata dagli inquisitori di turno, primo fra tutti il procuratore Gian Carlo Caselli , indirizzata a fiaccare i tentativi di resistenza contro quello che razionalmente e senza esagerazioni puó essere definito un progetto folle: quello del TAV. Tra gli arrestati, si premura di informarci la stampa scodinzolante sempre in cerca di scene truci e sensazionalismi, ci sono due ex terroristi di estrema sinistra! Leggo, su diversi articoli online, vere e proprie farneticazioni su scontri violentissimi e guerriglia, piú di duecento agenti feriti, manifestanti violentissimi, no, addirittura insurrezionalisti ( e Tobia Imperato, un’altro degli arrestati, sarebbe appunto un leader anarco-insurrezionalista. Leader. Insurrezionalista. Imperato. Ma é una barzelletta?!). Un attimo, facciamo un passo indietro: io il movimento NO TAV lo seguo da anni, anche se purtroppo solo da lontano, non ho la memoria breve e quella che ho stampata ben nitida nella memoria é un’altra storia, molto diversa da quella raccontata dai media asserviti alle peggiori cause portate avanti dai dominatori di turno. Riguardo la manifestazione del 3 Luglio 2011 ricordo, ad esempio, di lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo dalla polizia contro parecchi manifestanti, tra i quali un ragazzo che filmava e che é stato ferito ad un braccio; ricordo di un ragazzo (non l’unico purtroppo) massacrato di botte ed umiliato dai servitori dello Stato; ricordo l’uso di gas lacrimogeni vietati dalla convenzione di Ginevra. Ma che importa? I manifestanti sono stati davvero cattivi, feroci, scene di guerriglia ( questa sí che é guerra, mica come le missioni umanitarie dell’esercito italiano in Somalia, Serbia, Irak, Afghanistan, Libia!), leggo addirittura che tra gli arrestati, insieme ad una ragazza incinta al settimo mese, c’é Guido Fissore, consigliere comunale sessantasettenne di Villar Focchiardo, accusato di aver aggredito a colpi di stampella quattro agenti di polizia, facendoli finire all’ospedale… Mi chiedo solo se chi ci propina tali notizie creda davvero che i lettori siano rincoglioniti a tal punto da aver perso qualsiasi senso della realtá, talmente inebetiti dalle stronzate che ci vengono raccontate da sempre, talmente cotti da non aver bisogno nemmeno di un briciolo di verosimiglianza o attinanza al reale per abboccare all’esca dell’informazione succube. Cioé, un 67enne manda all’ospedale quattro energumeni armati ed addestrati colpendoli con le stampelle, il prossimo verrá accusato di aver messo a tappeto un’intero plotone di celerini investendoli in carrozzella!

Non giriamoci intorno: qui si vuole criminalizzare un intero movimento, spaccarlo col classico gioco del “divide et impera” che funziona tanto bene in altri frangenti, ma non in questo, perché nel movimento NO TAV si rispettano le differenti modalitá di lotta di ogni gruppo o individuo e non si isola nessuno. Qui si vuole arrivare con gli arresti e le misure ristrettive laddove non arrivano manganelli, lacrimogeni e botte in commissariato, si vuole mettere l’opinione pubblica contro un movimento che ha saputo tener duro negli anni, crescendo e lottando per difendere un territorio dalla devastazione che farebbe tanto gola a grosse imprese, speculatori, politicanti, criminalitá organizzata e galoppini vari, tutti giá pronti a spartirsi i lauti incassi di un progetto di spreco del denaro pubbblico, un progetto fallimentare, ecocida, pericoloso per la salute umana e distruttore dell’economia locale della Val Susa, i cui costi ricadranno infine sui contribuenti giá spremuti a sangue in nome del “sacrificio per gli interessi nazionali”. No, tutto questo non puó avvenire, non senza che vi si opponga resistenza, perché resistere é in certi casi non meno di un imperativo morale.

Vedi anche: C’erano una volta un barbiere un consigliere comunale e un black bloc”, pubblicato su Indymedia Napoli. Per altre informazioni ed aggiornamenti sulla vicenda e sulle lotte del movimento NO TAV visita:

http://www.notav.eu/

http://www.notav.info/

L’ AUTORE DI QUESTO BLOG ESPRIME LA PROPRIA COMPLICITÁ E SOLIDARIETÁ INCONDIZIONATA NEI CONFRONTI DI TUTTI/E GLI/E ARRESTATI/E E NEI CONFRONTI DELL’INTERO MOVIMENTO NO TAV.