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Genova 2001, non é finita.
A 11 anni di distanza dal vertice del G8 di Genova ci sono ancora alcune persone con le quali lo Stato ha un conto in sospeso per ciò che avvenne in quei giorni. Non si tratta di quelli/e che vennero massacrati di botte e umiliati dai servitori dello Stato, privati dei più elementari diritti civili che vengono dati per scontati in un qualsiasi Paese ritenuto “democratico”, ancora in attesa di “verità e giustizia”; né si tratta dei colpevoli -esecutori e mandanti- dei pestaggi per le strade, alla scuola Diaz, degli arresti indiscriminati con torture e terrore psicologico a seguito, dell’uccisione di un manifestante e del ferimento grave di molti/e altri/e, dei depistaggi e delle menzogne. Si tratta invece di dieci persone accusate di “devastazione e saccheggio”, dieci capri espiatori che verranno processati in ultimo grado presso la Corte di Cassazione di Roma il prossimo 13 Luglio. Mentre i picchiatori di Stato ed i loro superiori in grado vengono premiati, dieci tra le decine di migliaia di persone che durante le giornate di Genova scesero per strada per opporsi alle politiche della globalizzazione ed alle decisioni prese dai vertici di potere sulla pelle di tutti subendo una repressione che é riduttivo definire brutale rischiano oggi di venir condannate a scontare una pena media di dieci anni di galera ciascuno/a. Questa é la risposta dello Stato alle lotte sociali, questo dovrebbero tenere sempre presente quelli che si appellano allo stesso Stato per avere “giustizia”: ma quale giustizia, quella di chi, nel “migliore” dei casi, sacrifica le pedine per salvare re e regina? Da quando in qua lo Stato processa se stesso? Come si può pretendere che la causa di un problema sia al tempo stesso la sua soluzione? L’unica cosa coerente e logica che rimane da fare é sostenere le ragioni delle lotte di quei giorni riaffermando la veritá dei fatti e la validitá dell’opposizione al dominio, allo sfruttamento ed alla prevaricazione, manifestando la nostra solidarietà agli/lle imputati/e nel modo che ognuno reputa più efficace ed in sintonia con i propri principi.
In queste ultime settimane sono nate due proposte a sostegno dei compagni e delle compagne sotto processo: una petizione ed un’appello per una mobilitazione internazionale di solidarietà. Per saperne di più, per firmare la petizione e per leggere il testo dell’appello alla mobilitazione:
– “Campagna 10×100” (contiene il link per accedere alla pagina sulla quale firmare l’appello);
“Robe da matti!”: 3 giorni di critica alla psichiatria.
Fonte: blog dello spazio libertario “Sole e Baleno”:
”
LE REALTA’ ROMAGNOLE
SPAZIO LIBERTARIO SOLE E BALENO, GROTTA ROSSA E LUGHE’ PRESENTANO
ROBE DA MATTI
3 GIORNI CONTRO LA PSICHIATRIA
Nel mondo odierno tutto deve essere controllato e controllabile da chi
detiene le redini del sistema.
Anche il pensiero ed i comportamenti di ogni singolo individuo devono
essere conformi alla funzionalità di questa realtà basata sullo
sfruttamento e sulla produzione.
La psichiatria si é arrogata il potere di decidere cosa é giusto cosa é
normale. Mira in seguito a etichettare i comportamenti, e definirne
alcuni anormali, devianti. Offre esperti e cure a chi magari realmente
avverte un disagio di vivere, senza nessun interesse per la sofferenza
dei singoli, ma puntando a far rientrare chi considerato diverso nei
binari dell’obbedienza.
Oggi come ieri la psichiatria ed i suoi medici sono pedine che
ostacolano la libertà. E’ necessaria una riflessione, per riuscire a
vivere la propria vita con le sue particolarità, sofferenze, problemi,
senza affidarsi a chi punta a distruggere la singolarità. Magari
costruendo un modo diverso di stare assieme, per superare difficoltà con
la solidarietà, la condivisione e la vicinanza.
VENERDI’ 15 GIUGNO
c/o Spazio Libertario Sole e Baleno
Sobb.Valzania 27 (vicino a porta Santi) – Cesena
spazio.solebaleno@bruttocarattere.org
www.spazio-solebaleno.noblogs.org
ore 20.00 cena vegan
ore 21.30 discussione e riflessioni sulla psichiatria e su come farne a
meno.
Con MARIA ROSARIA D’ORONZO, del centro di Relazioni Umane di
Bologna(gruppo antipsichiatrico libertario) e CINO BOCCHI del telefono
Viola di Piacenza.
a seguire
un contributo dal collettivo Collettivo Antipsichiatrico di Bergamo
sulla storia di Francesco Mastrogiovanni”
SABATO 16 GIUGNO
c/o C.S.A. Grottarossa
via della lontra 40 – RIMINI
tabularasarimini@gmail.com
ore 9 autogestione dellla salute:laboratori di yoga, yoga della risata
e meditazione
ore 11 presidio informativo di fronte alla ausl di rimini
ore 13 pranzo vegan
(a seguire lezione aperta di fedenkrais)
ore 16 Assemblea pubblica scambi di esperienze, proposte pratiche e
progetti a confronto
ore 18 proiezione di “ Inventori di malattie ” di S. Montanaro
ore 19 apericena
ore 21 presentazione
“LA MALATTIA MENTALE NON ESISTE”con GIUSEPPE BUCALO
“dalla negazione della malattia mentale alle pratiche per
un’autogestione
individuale e collettiva delle esperienze extra-ordinarie. L’esperienza
siciliana”.
A SEGUIRE CONCERTO IMPERDIBILE!!
DOMENICA 17 GIUGNO
c/o S.P.A. Lughè
via dell’industria 33 – LUGO DI ROMAGNA
ccpeperip@yahoo.it
ore 20.30 Aperitivo sfizioso e proiezione di”CODE DI LUCERTOLA” di
VALENTINA GIOVANARDI
documentario-inchiesta sui metodi e gli abusi della psichiatria di
oggi.
A seguire approfondimento e discussione con EUGEN GALASSO del Centro
di Relazioni Umane.
Trent’anni fa, il 13 maggio 1978, venne approvata la legge 180, chiamata anche legge Basaglia, che mise fine all’ esistenza dei manicomi in Italia.E’ veramente scomparso il manicomio?
L’istituzione che l’ha sostituito è qualcos’altro o è solo il maquillage
Della vecchia galera per matti?Ancora oggi è possibile che un individuo venga
strappato dalla propria quiete domestica e gettato a marcire, imbottito di farmaci, in qualche cantuccio materiato di disperazione e avulso dalla realtà? Quand’è che una vita non è piu vita?”Code di Lucertola è un viaggio. Un viaggio al
termine di una notte maledettamente attuale, un viaggio che prende le mosse da
questi interrogativi e si dispiega attraverso storie, volti, corpi martoriati
e ingabbiati, luoghi, versi scaturiti da quel che grida e dissente in
noi, visioni di un abisso radicato nel nostro essere ancora uomini.”
Settimana di azione della campagna “RYANAIR DON’T CARE”.
La campagna “Ryanair Don’t Care” ( “Ryanair se ne frega”) invita ad una settimana internazionale di mobilitazione dal 12 Marzo 2012 contro lo sfruttamento del lavoro e la truffa della formazione lavorativa da parte della Ryanair. La campagna “Ryanair Don’t Care” è stata creata da John Foley dopo che sua figlia, accompagnatrice di volo presso la Ryanair, è stata repentinamente licenziata e lasciata in mezzo ad una strada in una città lontana da casa, senza un soldo in tasca. È grazie a questa campagna che i cinici metodi di sfruttamento e la truffa dell’apprendistato sono venuti pubblicamente alla luce.
I/le potenziali dipendenti della compagnia aerea devono pagare una quota di 3000 € per i corsi di formazione organizzati dall’azienda. Subito dopo la fine dei corsi vengono licenziati 60 lavoratori/trici, dopodichè sono altre 200 persone a perdere il lavoro e nessuno di loro riceve denaro dall’azienda. Se si considera che attalmente sono in atto 11 corsi di formazione che termineranno a fine Marzo ci si può fare un’idea sulla quantità di denaro incassata dall’azienda. I giovani aspiranti dipendenti della Ryanair vengono formati in centri lontani dalle città di residenza anche per poter meglio esercitare su di loro pressioni psicologiche. Prima che la figlia di John Foley venisse licenziata un suo superiorele aveva consigliato di lasciare lei stessa il lavoro: in tal caso la ragazza avrebbe dovuto pagare 200 €, la somma che regolarmente sono tenuti a versare all’azienda i/le dipendenti che si licenziano. Quando lei ha chiesto un volo per poter tornare alla sua città di residenza ciò le è stato negato con la motivazione che chi non è più un dipendente non ha diritto a questo tipo di servizio.
Chi supera il periodo di formazione ha di fronte a sè 12 mesi di lavoro in prova con uno stipendio decisamente inferiore a quello di chi è assunto regolarmente e la differenza di stipendio, per un totale di 24 milioni di Euro, viene intascata dalla Ryanair. Lo stipendio mensile, tolti costi come quelli per l’abbigliamento da lavoro (25 €), può ridursi a circa 520 € mensili. Le condizioni di lavoro sono altrettanto cattive: si pretende che i/le lavoratori/trici prestino servizio senza stipendio per 11 ore settimanali in un aereoporto del loro Paese, mentre per le 8 ore settimanali in aereoporti stranieri si viene pagati 3 € netti all’ora, per il resto si viene pagati solo per le ore di volo effettive. Come racconta un dipendente Ryanair: “Vieni pagato solo per il tempo in cui ti trovi in volo. Non vengono pagati nè i 45 minuti di briefing prima della partenza dell’aereo, nè vieni pagato per il tempo che impiegano i passeggeri a salire a bordo”.
I massmedia britannici hanno iniziato a prestare crescente attenzione alla vicenda da quando John Foley ha inscenato alcune azioni spettacolari, ad esempio entrando in campo durante la partita di calcio Everton-Manchester City trasmessa dal vivo in televisione ed ammanettandosi al palo di una porta.
La campagna “Ryanair Don’t Care” invita a: sostenere la settimana di protesta dal 12 al 18 Marzo, organizzare presidi di protesta presso aereoporti, uffici e centri di formazione della Ryanair, inviare lettere, fax e e-mails alla Ryanair per protestare contro la truffa della formazione lavorativa.
Qui trovate il sito ufficiale (in lingua inglese) della campagna.
( Questo post è basato su informazioni tradotte e rielaborate dal sottoscritto, tratte originariamente da QUI).