Buonista un cazzo.

Quante volte ho sentito lanciare l’accusa di “buonismo” nei confronti di persone che si preoccupavano sinceramente per i diritti di minoranze, categorie sociali deboli, soggetti discriminati? Troppe, direi. Tra quelli/e che hanno sempre in bocca la parola “buonista”, pronti/e a sputarla contro chiunque mostri anche solo un minimo di empatia umana, c’è chi sul politicamente scorretto, sull’insulto gratuito, sulla provocazione a fini reazionari e sullo stivale premuto in faccia al debole e all’oppresso ci ha costruito la propria carriera politica. Uno di questi tanti, troppi personaggi regolarmente ospiti di quei salotti televisivi che sono la morte della cultura e del confronto fra opinioni argomentate con logica e fatti, uno di quei personaggi che mangiano a sbafo grazie ad un lauto stipendio da carica istituzionale alla faccia di chi lavora veramente o un lavoro non riesce a trovarlo nonostante gli sforzi, uno che fino a ieri intratteneva il pubblico con provocazioni atte a offendere e avvilire omosessuali, migranti, donne, musulmani, italiani/e meridionali, vittime delle disuguaglianze sociali con veri e propri siparietti capaci di mandare in visibilio i suoi aberranti soci razzisti forcaioli, uno di quelli che godono nel veder annegare gli immigrati nel Mediterraneo e che potendo brucerebbero i campi rom o li spianerebbero con la ruspa, che vorrebbero negare diritti fondamentali a chi secondo loro ama in modo diverso dalla “norma” o crede in un Dio che non è il loro, che trattano gli esseri umani che loro ritengono inutili o dannosi per la loro causa come spazzatura, uno di quelli che proliferano in un sistema di corruzione e malaffare ma sono sempre pronti a scagliare la prima pietra, uno di quelli che hanno fatto dell’odio nei confronti del diverso il loro pane quotidiano, uno di questi ladri di ossigeno, per concludere, s’è levato dai piedi. Per sempre. L’unico rammarico è che non si sia portato dietro tutti i suoi degni compari, ma mi rendo conto che sarebbe chiedere troppo. La sua scomparsa rende il mondo un posto migliore? Io, da buonista, penso che la risposta sia sì. Magari solo un pochettino, ma d’altra parte mi piace pensare che non siano solo i migliori quelli che se ne vanno, prima o poi tocca a tutti/e e in casi come questo, meglio prima che poi. Peace and love!