Timur Kacharava, sette anni fa.

Timur Kacharava era il chitarrista della band hardcore russa Sandinista!, anarchico e di conseguenza antifascista, impegnato in numerose attivitá politiche nella sua comunitá. Era proprio da un’azione del gruppo Food Not Bombs di San Pietroburgo, cittá nella quale viveva e studiava alla facoltá di filosofia, che Timur stava tornando la sera del 13 Novembre 2005, quando venne aggredito ed accoltellato insieme al suo amico e bassista della band da un gruppo di circa 12 neonazisti. Il bassista, Maksim Zgibaj, sopravviverà all’assalto nonostante diverse ferite gravi, Timur no. Timur, vent’anni, morirá sul luogo dell’aggressione. Il fatto che sette degli aggressori siano stati in seguito processati e condannati (uno solo, ritenuto materialmente responsabile dell’omicidio, a 12 anni di carcere, gli altri a pene lievi per complicitá) non è particolarmente consolante, poichè nulla riporterà in vita un compagno ucciso e perchè le condanne dei tribunali di uno Stato, quello russo, che fa scudo ai neonazisti e li usa in modo ipocrita e strumentale per mantenere un apparato autoritario e per fomentare le solite guerre tra poveri, sono solo un modo per tranquillizzare l’opinione pubblica di fronte ad un fenomeno che non si vuole combattere alla radice. La verità è che, al contrario di quanto stabilito dal processo, quella nella quale morì Timur Kacharava fu un’aggressione pianificata nel tempo e meticolosamente organizzata da parte di personaggi i cui camerat(t)i sfilano ancora oggi per le strade russe protetti dalla polizia e aggrediscono ogni anno centinaia di immigrati, antifascisti, avvocati, giornalisti che indagano sull’estremismo di destra, omosessuali e attivisti per i diritti umani, spesso con esito mortale. La verità, nuda e cruda, è che tutto questo non si esaurirà spontaneamente, si deve fare qualcosa per fermarlo. E, come diceva Timur, “Chi se non noi, quando se non ora?”.

La band Sandinista! si è sciolta a seguito dell’omicidio di Timur, dopo aver pubblicato un solo album.