Ad nauseam.

Sul ferimento dell’amministratore dell’ Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi si sprecano in questi giorni le polemiche. Non mi riferisco a quelle dei soliti mass media parte integrante dell’attuale sistema, ma a quelle che infuriano tra gli anarchici, poichè l’agguato sarebbe, stando ad una rivendicazione, opera degli insurrezionalisti della FAInformale. Sembra che sia in corso una gara tra chi da un lato si dissocia più in fretta da un gesto che non si sa bene nemmeno da chi sia stato compiuto e tra chi dall’altro lancia anatemi o insulti contro i primi. C’é la rivendicazione, c’é chi “mette i puntini sullle I”, chi risponde, chi rincara la dose, chi addirittura tenta la pista della più improbabile e fantasiosa negazione della possibilità che siano stati veramente degli anarchici a compiere il gesto in questione. Ci sono ancora altre analisi, considerazioni ed opinioni in giro, tanto basta a far venire il voltastomaco anche a uno come me che discute volentieri tirandola pure per le lunghe quando occorre. Qualcuno (a patto che qualcuno oltre al comando generale dell’arma dei carabinieri legga il mio blog così come fa con tutti i blog anarchici) potrà stupirsi di queste mie parole, la verità é che sinceramente non credo sia importante dissociarsi o associarsi a nulla: dal momento in cui chi conosce le tue idee politiche sa cosa pensi riguardo la legittimità dei metodi da usare per condurre le lotte politiche non mi sembra il caso di doversi sbracciare e scazzottare ed insultare vicendevolmente. È palese che tra gli anarchici esistono posizioni diverse su molti temi, compreso quello della violenza, e allora? Detto molto sinceramente, a me la violenza non piace, a prescindere da dove provenga, ma sono ancora in grado di distinguere tra la violenza scatenata dagli Stati e dagli apparati del sistema economico e quella, per quanto moralmente o strategicamente criticabile, inutile o addirittura dannosa, messa eventualmente in campo da persone che usano metodi che io probabilmente non userò mai, ma che comunque non sono i miei nemici. Di certo sono infastidito dal fatto che qualcuno, anche se forse in buona fede, usi in modo improprio la sigla FAI che storicamente appartiene alla Federazione Anarchica ITALIANA e non a quella INFORMALE, di certo ho i miei dubbi sulla reale matrice anarchica di molte azioni compiute dalla FAInformale, ma ci sono cose che mi infastidiscono molto di più, anzi cose che mi fanno incazzare e soffrire e sulle quali varrebbe davvero la pena di parlare, scrivere, riflettere: ad esempio il fatto che a chiunque si senta ferito nella propria dignitá, sfruttato come pezza da piedi per decenni e poi gettato via, emarginato e criminalizzato, gettato nel tritarifiuti del disumano sistema capitalista, ammazzato dal lavoro, dalla repressione, dall’indifferenza, dalle guerre, dal razzismo, dalle malattie provocate dai veleni del progresso smisurato fine solo al profitto non vengano dedicate in questo preciso momento tante parole quante ne vengono dedicate ai fantomatici insurrezionalisti.

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