A Berlino 250.000 attivisti/e in piazza contro TTIP e CETA.

Lo scorso 10 Ottobre 250 000 persone hanno manifestato nella capitale tedesca contro gli accordi commerciali TTIP e CETA. La manifestazione è stata la più partecipata degli ultimi 10 anni in Germania, la più grande in tutta Europa tra quelle svoltesi per dire no ai due accordi comerciali transnazionali. Le numerose organizzazioni che hanno indetto la protesta, dai sindacati (DGB) alle associazioni ambientaliste (WWF, NABU…) a quelle critiche nei confronti della globalizzazione (ATTAC) fino ad arrivare alle associazioni della società civile, sottolineano la necessità di accordi commerciali equi e trasparenti, che non danneggino gli standard di difesa dell’ambiente, i diritti dei/lle lavoratori/trici e dei/lle consumatori/trici e i principi democratici. Pertanto chiedono di interrompere le trattative relative all’accordo TTIP con gli USA e di non ratificare l’accordo CETA con il Canada.

Purtroppo, va ammesso, tra le tante realtà di natura riformista coinvolte nella campagna contro TTIP e CETA è mancata la presenza di quei gruppi della cosiddetta “sinistra radicale” e dell’area autonoma/antiautoritaria/libertaria, che avrebbero potuto contribuire con una profonda critica anticapitalista al discorso legato agli accordi commerciali in questione. D’altra parte l’attuale situazione tedesca vede gran parte di questi gruppi impegnati in altri contesti, come ad esempio l’aiuto concreto ai profughi che da mesi giungono in gran numero in Germania. Una giustificazione, questa, che non impedisce comunque di rimarcare l’importanza di un discorso critico e radicale nei confronti delle politiche globalizzatrici che hanno e avranno, se non verranno fermate in tempo, una ricaduta pesante sulle nostre vite, sull’ambiente e su intere società.