Habemus la solita merda.

Questi sono alcuni tra gli alti prelati riunitisi per scegliere il nuovo pontefice della chiesa cattolica romana:

…E questo è il nuovo pontefice (se la foto non vi dice nulla cliccate qui per avere delucidazioni):

Infine, visto che pareri autorevolissimi di calciatori, politicanti, ballerine e soubrette ne abbiamo sentiti abbastanza, ecco il mio parere (e quello di parecchi/e altri/e non intervistati in tivvù) sull’organizazione dalla quale provengono i personaggi di cui sopra:

http://argentina.indymedia.org/uploads/2007/09/iglesia_basura.jpg

Trapani: Anno nuovo, stessa vergogna (comunicato sulla tragedia di Tre Fontane).

Fonte: A-Infos.

Il 2013 non poteva cominciare peggio. Uno sbarco di immigrati sulla
costa tra Capo Granitola e Tre Fontane (TP) è finito in tragedia.
Decine di tunisini sono stati costretti a raggiungere la riva a nuoto,
ma non tutti ce l’hanno fatta. Quelli che, dopo l’arresto, sono stati
identificati come scafisti hanno gettato in mare il loro carico umano
per non perdere tempo e agevolarsi la fuga. Il mare ha già restituito
un corpo, e potrebbe non essere il solo. Altri immigrati ammazzati
dalle leggi e dalla mafia che specula su queste leggi.
Non è la prima volta che succede, perché è così che funziona. Molte
volte, prima di abbandonare i barconi per squagliarsela con altri
mezzi, gli scafisti mettono il timone in mano a uno dei “passeggeri” e
gli augurano buona fortuna. Spesso gli immigrati ammassati su queste
bagnarole non sanno nemmeno nuotare, perché è la prima volta che
vedono il mare in vita loro. In altre occasioni, per alleggerire i
barconi, gli scafisti non esitano a buttare in acqua i migranti.
Moltissimi sono morti così, seppelliti in questo cimitero che è
diventato il Canale di Sicilia.
Inutile ribadire (o forse non basta mai) che se non ci fossero le
frontiere e le leggi che rendono impossibile la libera e sicura
circolazione degli individui, tutte queste tragedie non avrebbero
luogo. Ecco perché la responsabilità politica ricade, ogni volta,
sugli stati e i governi. Tutta questa repressione non può che favorire
gli interessi criminali, italiani e stranieri, che nell’immigrazione
hanno trovato una nuova fonte di lucro e di speculazione.
La tragedia di Tre Fontane conferma, nella maniera più sinistra,
quanto sia urgente e attuale la lotta contro il razzismo, contro
questo modo di gestire i flussi migratori, contro la repressione che
annienta i diritti e la libertà.
Solo pochi giorni prima, il 28 dicembre, una piccola ma significativa
manifestazione antirazzista aveva attraversato le strade della città
di Trapani per ricordare i sei immigrati morti dentro il centro di
trattenimento “Serraino Vulpitta”.
Chi si è chiesto a cosa potesse servire un’iniziativa di questo tipo,
dopo ben tredici anni da quei fatti, ha avuto – purtroppo – una
risposta stridente nel drammatico sbarco di Capodanno: di immigrazione
si continua a morire.
Gruppo Anarchico “Andrea Salsedo” – Trapani
04/01/2013

Argentina: crisi economica, lotte ed esperienze di autogestione.

Tre documentari sulla crisi economica che colpì l’Argentina alla fine degli anni ’90 del secolo scorso e sulle lotte dei ceti sociali vittime di tale crisi.

Diario del saccheggio, di Fernando E. Solanas, 2005. Narra le vicende della crisi economica in Argentina fino al Dicembre del 2001, data della caduta del governo di De La Rùa. Un vero e proprio atto di accusa nei confronti del genocidio sociale compiuto da politici, banche e multinazionali, supportato da una mole di informazioni rese però accessibili da un montaggio efficace e da una narrazione semplice e diretta. E, a proposito di “diretta”, a molti sembrerà di viverci dentro, a questo film: le analogie con molti aspetti  dell’attuale situazione italiana si sprecano.

La dignità degli ultimi, di Fernando E. Solanas, 2005. La prosecuzione ideale del documentario precedente (stavolta l’arco di tempo è dal 2001 al 2004), incentrato però maggiormente su storie personali di uomini e donne che hanno deciso di unirsi e resistere alla miseria, ai soprusi ed all’ingiustizia del potere. Toccante ma non stucchevole, a tratti poetico: le storie raccolte da Solanas hanno molto da insegnare e ridanno significato pieno a termini troppo spesso abusati e svuotati quali solidarietà, dignità, umanità e coraggio.

The Take- La Presa, di Avi Lewis (sceneggiatura di Naomi Klein), 2004. Il documentario è incentrato sull’occupazione delle fabbriche dismesse compiuta degli/lle ex operai/e rimasti disoccupati in seguito alla crisi economica ed alla fuga dei padroni. Estremamente formativo: quello che gli anarchici vanno ripetendo da sempre viene messo in pratica negli anni della crisi in Argentina da persone spinte dalla necessità e prive di preparazione teorica, che mettono in pratica principi quali autogestione, azione diretta, democrazia di base, mutuo appoggio, nonostante le difficoltà quotidiane e la reazione del capitale e dei suoi sgherri.

Svezia: sindacalista della SAC aggredito e minacciato di morte.

Un membro del sindacato anarchico svedese Sveriges Arbetares Centralorganisation (SAC) di Västerorts ha ricevuto minacce di morte da persone legate all’organizzazione criminale Werewolf Legion (“legione dei lupi mannari”). Con un coltello puntato alla gola é stato costretto a ritirare diverse rivendicazioni nei confronti di un’agenzia di lavoro interinale. Si tratta di un’aggressione all’intero movimento sindacale. Anders Knutsson, segretario per le pubbliche relazioni della SAC, chiede a governo e polizia di prendere sul serio questo caso.

All’origine di violenze e minacce vi é un conflitto lavorativo fra membri del sindacato e un’agenzia interinale che opera nel settore alberghiero e della gastronomia. La SAC aveva chiesto un colloqui con l’imprenditore per via di due casi non conformi alla legge di licenziamenti, trattenute di denaro e mancato pagamento di denaro spettante ai lavoratori durante le ferie. Dopo un primo incontro, l’imprenditore ha preteso che gli incontri successivi si svolgessero solo alle sue condizioni, ma ciò non é mai avvenuto. Invece il 2 Luglio sei persone sono entrate con la violenza nell’abitazione del rappresentante sindacale, giudati da un ex leader della gang criminale Werewolf Legion, fratello dell’imprenditore proprietario dell’agenzia di lavoro interinale. Gli aggressori, dopo aver colpito più volte alla testa il sindacalista, gli hanno puntato un coltello alla gola e lo hanno costretto a chiamare l’agenzia di lavoro interinale alla quale ha dovuto promettere di ritirare le richieste fino ad allora avanzate. Dopo la telefonata, il sindacalista é stato informato dall’ex leader dei Werewolf e fratello dell’imprenditore di avere da adesso un debito di mezzo milione di corone svedesi nei confronti della gang criminale e che nel caso non lo avesse pagato entro un mese sarebbe stato ucciso. Durante l’aggressione nell’abitazione del sindacalista si trovavano anche sua moglie e i suoi figli, rinchiusi dagli aggressori in un’altra stanza.

La SAC segue da tempo con preoccupazione lo sviluppo del mercato del lavoro interinale. Solo pochi imprenditori rispettano gli accordi contrattuali. Solo in rari casi vengono rispettate le condizioni di lavoro, il pagamento delle giornate di vacanza ed altre regole. Spesso gli stipendi vengono pagati in nero e gli imprenditori delle agenzie interinali hanno legami con personaggi dalla lunga carriera criminale, con i quali si dedicano non di rado al riciclaggio di denaro sporco. Era solo una questione di tempo prima che questi imprenditori iniziassero ad usare la violenza e le minacce di morte contro i sindacalisti. La SAC chiede che la polizia ed il ministro svedese per il lavoro Hillevi Engstrom prendano sul serio questi sviluppi e costringano le agenzie di lavoro interinale, attraverso un apposito programma, a rispettare le leggi svedesi e gli accordi lavorativi.

Comunicato stampa originale in svedese e traduzione in tedesco. Traduzione dal tedesco all’italiano mia.

Nota mia: non ho molta (ok, non ne ho per nulla…) fiducia negli appelli a governi e polizie. Spero solo che i/le compagni/e della SAC sappiano adottare le contromisure necessarie a garantire l’incolumità degli attivisti del sindacato per poter proseguire con successo le lotte per i diritti dei/lle lavoratori/trici.