Colpirne dieci per educare tutti.

Il 13 Giugno scorso i carabinieri dei ROS comandati dal generale Giampaolo Ganzer, nell’ambito dell'”Operazione Ardire” ordinata dal famigerato pm di Perugia Manuela Comodi,  hanno perquisito una quarantina di abitazioni di anarchici ed hanno arrestato 10 persone, due delle quali si trovavano già in carcere rispettivamente in Germania e Svizzera. Le accuse mosse agli/lle indagati/e vengono tenute insieme dagli inquisitori dal solito collante, la tesi del “terrorismo internazionale”-stavolta con collegamenti in Grecia… Uno degli aspetti che salta per primo agli occhi in questa grottesca vicenda è il fatto che tre degli indagati siano accusati semplicemente di aver esposto uno striscione e di aver fatto scritte sui muri, in teoria roba da nulla, ma che inserita nel contesto dell’ “associazione sovversiva con finalità di terrorismo” può costare condanne penali pesantissime. Un’altra cosa da tenere in considerazione per capire meglio il contesto nella quale si sta svolgendo quest’operazione repressiva é la storia degli inquisitori di turno, efficacemente riassunta e commentata tra l’altro da questo articolo: http://www.globalproject.info/it/in_movimento/la-notte-dei-ganzer-viventi/11798.

Altretanto importante è l’attuale contesto sociale in Italia (e non solo): di fronte alle misure di austerity messe in atto da un governo tecnico che é diretta espressione dei poteri forti internazionali cresce l’insofferenza nei confronti dello Stato e dei suoi apparati, un’insofferenza che si manifesta spesso in forme confuse e contraddittorie, ma che indubbiamente preoccupa chi detiene il potere e difende l’ordine sociale esistente basato su diseguaglianza e sopraffazione. Gli anarchici non solo sono i capi espiatori di sempre da sacrificare sull’altare della coesione sociale e della fedeltá allo Stato ed ai suoi presunti valori, ma sono anche pericolosi istigatori che, nonostante le differenti proposte che possono avanzare i diversi gruppi o correnti, hanno la potenzialitá di mostrare agli sfruttati ed agli oppressi percorsi di liberazione dal giogo sempre più insopportabile del capitalismo ciclicamente in crisi ed intrinsecamente promotore di diseguaglianza sociale e dello Stato da sempre indifferente agli interessi della gran parte dei suoi cittadini ma che sempre pretende obbedienza e punisce chi non si allinea al pensiero unico dominante. È quindi logico che si vogliano togliere di mezzo i ribelli a prescindere dalle azioni che compiono e dalla loro reale pericolositá per gli apparati di potere: il terrorismo c’entra solo in quanto, come fin troppo spesso accade in questi casi, siamo di fronte alla famosa storia del bue che dà del cornuto all’asino, da una parte lo Stato con i suoi Ganzer e soci, dall’altro chi non vuole essere nè servo nè padrone e aspira ad un mondo radicalmente diverso da quello nel quale viviamo.