Il fondo del barile.

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Il 17 Aprile si terrà in Italia un referendum che propone l’abrogazione della legge che consente lo sfruttamento illimitato, “a vita”, dei giacimenti petroliferi in zona marina. A prescindere dalla mia opinione sullo strumento referendario, da molti definito una forma di democrazia diretta sancita dalla Costituzione, da me ritenuto invece un contentino distrattivo per chi vorrebbe attivarsi per influenzare le decisioni politiche prese da pochi/e nell’interesse di pochi/e sulla pelle di tutti/e, ritengo interessante condividere alcune informazioni trovate sul blog “Paradisi Artificiali”, che potrebbero aiutare a comprendere meglio su cosa verte la questione delle trivellazioni anche al di là del referendum. A me pare evidente che il governo italiano stia mostrando per l’ennesima volta (banche fallimentari e TAV sono altri due esempi fra i tanti che potrei citare) il proprio volto lobbista e clientelare e stia tentando disperatamente di illudere i/le potenziali elettori/trici sul tema della ripresa economica, sul rilancio del made in Italy, sulla difesa dei posti di lavoro e sull’autosufficienza energetica, insomma stia ancora raschiando il fondo del barile. Di petrolio, stavolta. Pertanto mi prendo la briga di segnalare una riflessione, che considero almeno in buona parte condivisibile, sul tema delle trivellazioni e del referendum, pubblicata su InfoAut. Non solo vi invito alla lettura, ma come sempre ad una riflessione più ampia sui risvolti che presenta il tema in questione, dalla contrapposizione fra occupazione e salvaguardia ambientale al paradigma fallimentare e distopico dello sviluppo infinito dell’economia capitalista, alla scelta delle energie rinnovabili tra limiti,  potenzialità e alternative al nostro attuale stile di vita… Non si tratta di questioni astratte o lontane, ma faccende che ci riguardano tutti/e e con le quali siamo costretti/e a fare i conti, volenti o nolenti, prima che sia davvero troppo tardi.

Campeggio in difesa del territorio a Girona (Spagna).

Fonte: Contra Info.

sabotagedpylon

CAMPEGGIO DI RESISTENZA ATTIVA IN DIFESA DEL TERRITORIO
CONTRO LA MAT ED IL MONDO CHE LA NECESSITA

CHE COS’È ?

La linea di altissima tensione (MAT) è un’autostrada elettrica che trasporta un carico di minimo 400.000 volt. Si sta costruendo per congiungere tra essi Stati europei ed il continente europeo con quello africano. Serve per commercializzare e distribuire eccedenti di energia prodotta da centrali nucleari e supposte fonti di energie alternative. Allo stesso tempo, è la rete di cui il capitalismo ha bisogno per alimentare altri progetti ed infrastrutture di morte e distruzione, come per esempio il Treno ad Alta Velocità (TAV). I responsabili sono quelli di sempre e, difatti, le imprese costruttrici sono quelle direttamente implicate in altri progetti di distruzione del territorio, imprese tra le quali spiccano Vinci in Europa e Endesa in America del Sud.

PERCHÉ IL CAMPEGGIO?

Affinché non si costruisca l’ultimo tratto decisivo per collegare la Francia  con la Catalogna.  Affinché non passi l’energia di 6 centrali nucleari francesi per questo territorio né da nessun altro. Per considerare la lotta contro la MAT come un punto di partenza per la messa in discussione del nostro modo di vita, per la maggior parte imposta dal dominio del Progresso. Per creare uno spazio di incontro, informazione, agitazione e azione nelle terre colpite.

PERCHÉ QUI ED ORA?

Dopo più di dieci anni di lotta ci troviamo in un momento decisivo. A settembre cominceranno le espropriazioni ai danni dei proprietari che hanno deciso di non firmare la vendita dei terreni necessari per la costruzione delle ultimi torri della MAT in Girona.

È per tutto questo che vi invitiamo a partecipare attivamente al campeggio, per condividere, lottare e resistere in uno spazio autogestito, libero da leader e rappresentanti. Vogliamo creare momenti di scambio e connessione tra differenti lotte, perché la MAT colpisce tutte e tutti e non crediamo che sia una lotta isolata.

CONTRO IL PROGRESSO, LE SUE INFRASTRUTTURE ED I SUOI DIFENSORI:
RIAPPROPIAMOCI DELLE NOSTRE VITE!

CI VEDIAMO IL 23 DI AGOSTO DEL 2013
NELLE TERRE DELLA GIRONA

Porta con te tutto quello di cui avrai bisogno per accampare.
Info ed aggiornamenti: Torres más altas han caído

Hambacher Forst: resistenza contro la centrale elettrica a carbone.

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Hambacher Forst è un’antichissima foresta (12mila anni!) che originariamente comprendeva 5500 ettari di terreno (oggi ne restano solo 1100), situata nella regione tedesca della Renania Settentrionale-Westfalia. Già dal XVI Secolo esisteva una rigida regolamentazione a salvaguardia della foresta, ma nell’epoca contemporanea, specialmente dal 1978 in poi, l’industria mineraria del carbone ha portato alla parziale distruzione dell’aera boschiva. Quel che rimane di Hambacher Forst, con i suoi alberi secolari ed alcune specie animali e vegetali in pericolo d’estinzione, è oggi minacciato dal progetto di costruzione di una centrale elettrica a carbone ad opera dell’azienda RWE, il più grosso produttore di CO2 su scala europea. Mentre in Germania si parla tanto di svolta a favore di energie “pulite” e rinnovabili prevedendo l’addio definitivo, almeno teoricamente, a fonti di energia inquinanti e pericolose, esistono ancora colossi del settore energetico che mettono in pericolo l’ambiente e la salute umana in nome del profitto. La distruzione della foresta per far posto ad una centrale elettrica a carbone è legale: le leggi tedesche dicono che si può fare, in barba alle specie animali e vegetali che popolano Hambacher Forst, alla faccia della salute degli/lle abitanti delle città che sorgono in prossimità della futura miniera, nonostante anche i costi economici dell’inquinamento non ricadano su chi lo produce. È illegale invece resistere contro un simile progetto, chi lo fa rischia di scontrarsi con la violenza della polizia e di beccarsi denunce, processi, sanzioni economiche e carcere. La differenza tra ciò che è legale e ciò che è giusto è sotto gli occhi di tutti, chi decide di opporsi a simili progetti di devastazione ambientale compie una scelta in base alla propria coscienza, a ciò che ritiene legittimo e necessario- anche per il bene della comunità e dell’ambiente.

È per questo che la resistenza alla distruzione di Hambacher Forst non manca, nonostante chi la porta avanti sappia quali siano i rischi ai quali va incontro. Ispirati da movimenti contro la distruzione di foreste e contro la produzione di energia carbonifera, diverse persone hanno dato vita ad una serie di azioni e progetti per salvare l’area boschiva, prima fra tutte la sua occupazione nell’Aprile 2012 e, dopo il violento sgombero da parte della polizia nel Novembre successivo (durante il quale un singolo attivista riuscì a tenere in scacco per quattro giorni le forze dell’ordine rintanandosi in un cunicolo sotterraneo appositamente scavato prima di essere tirato fuori), la rioccupazione di alcuni prati ai margini della foresta. Tra le altre azioni messe in campo dagli/lle attivisti vi sono l’adozione di alberi dell’ Hambacher Forst, la partecipazione a camping ecologisti, l’organizzazione di tour in bicicletta, manifestazioni e presidi informativi in diverse città tedesche. Le attività intraprese per salvare quella che ormai può essere definita l’ultima foresta millenaria d’Europa continuano, per evitare l’ennesimo scempio ambientale i cui costi in materia di inquinamento, danni alla salute e impoverimento della biodiversità ricadranno inevitabilmente su tutti, soprattutto sulle future generazioni.

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Per altre informazioni (in tedesco e inglese) su Hambacher Forst e sulle lotte passate, presenti e future di chi la difende: http://hambacherforst.blogsport.de/

Per sostenere gli/le attivisti/e con offerte (in denaro e non):http://hambacherforst.blogsport.de/kontakt/was-wird-benoetigt/