Capodanno globale anticarcerario 2016.

 

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Anche quest’anno a Capodanno si ripeteranno un pò in tutto il mondo le manifestazioni di solidarietà rumorosa e colorata ai/lle detenuti/e rinchiusi/e nei diversi istituti di pena, un appuntamento fisso per chi lotta contro tutte le galere e contro il sistema che le produce. Stati Uniti d’America , GermaniaCanada, Spagna, Italia, Gran Bretagna sono solo alcuni dei Paesi coinvolti dalle iniziative. Ma perchè opporsi alle prigioni? Non è giusto punire i criminali e tenerli isolati affinchè non danneggino le persone perbene?

E perchè invece non rimuovere le cause che portano le persone a compiere atti che danneggiano il prossimo? Sbattere in cella qualcuno non significa renderlo/a una persona migliore, ma piuttosto nascondere alla vista lui/lei e le cause del suo “comportamento deviante”: povertà, ignoranza, condizionamento sociale, violenza, emarginazione. Isolare dal tessuto sociale una persona che ha commesso un “reato” è la cosa più dannosa che si possa fare se si intende reinserire o “rieducare” tale persona, usare la tortura del carcere per migliorare qualcuno è assurdo e palesemente contraddittorio. Il carcere esiste come strumento di controllo sociale, come fonte di profitto per chi lo gestisce e per chi ci guadagna (ad esempio sfruttandone la manodopera a bassissimo costo o fornendo servizi e beni alle strutture detentive) e come punizione per chi non si attiene a regole eteronome che valgono finchè non si ha il potere ed il denaro per potersi sottrarre ad esse; esso disgrega il tessuto sociale, disumanizza, è dimostrazione palese del disinteresse da parte del sistema di risolvere i problemi che esso crea, è vendetta istituzionalizzata e mediata dalla fredda burocrazia. In galera non ci sarebbero spacciatori di droga se non esistesse l’attuale legislazione proibizionista in materia di stupefacenti, non ci sarebbero ladri se non esistessero proprietà privata, miseria, profonde diseguaglianze economiche, avidità e logiche di profitto capitaliste, non ci sarebbero responsabili di violenze sessuali se non esistesse la logica del dominio e della violenza sessista, non ci sarebbero “clandestini” se vivessimo in un mondo dove le persone possono spostarsi liberamente e vivere dove preferiscono. E gli assassini? Rinchiuderli non ha mai riportato in vita nessuno, molti di loro hanno agito in modo impulsivo e non ripeteranno quell’azione una seconda volta, per non parlare del fatto che chi uccide per gli “interessi nazionali” non viene considerato un criminale dalle leggi del Paese per il quale agisce, mentre spesso ad essere colpiti/e da provvedimenti restrittivi della libertà sono coloro i/le quali si battono contro devastazione ambientale, razzismo, sfruttamento, militarismo, povertà, emarginazione e altre ingiustizie. Allo stesso modo chi avvelena la terra, manda sul lastrico piccoli risparmiatori, sfrutta e sfratta, spinge le persone ai margini della società, toglie la dignità e criminalizza intere categorie di “indesiderati/e” agisce di solito secondo le leggi: non stupiamoci se nei centri dove vengono gestiti denaro e potere c’è più gente moralmente abietta di quanta non ce ne sia in galera.

Siamo tutti più sicuri/e rinchiudendoci nelle nostre case e chiudendo gli/le altri/e dietro le sbarre, tutti in qualche modo in una qualche prigione? Chiediamoci piuttosto se vogliamo prevenire che una persona ne danneggi un’altra e, in presenza di un danno, trovare un rimedio che eviti ulteriori sofferenze e lacerazioni del tessuto sociale. In questo caso opporsi alla logica del carcere significa voler risolvere e superare i mali delle nostre società combattendone le cause, cercare soluzioni nonviolente per la soluzione dei conflitti tra persone, rifiutare la logica repressiva del sorvegliare e punire attuata dai sistemi repressivi su scala mondiale, ma anche e soprattutto opporsi allo stato di cose che produce le logiche punitive esistenti.

CONTRO IL CARCERE E LA SOCIETÀ CHE LO PRODUCE, NON SOLO IL 31 DICEMBRE, MA TUTTI I GIORNI!

Manifesto per un Capodanno anticarcerario, ovunque!

Capodanno fuori dalle carceri! Dappertutto davanti ai centri di espulsione e agli istituti penali!

Le manifestazioni rumorose di fronte alle prigioni sono una tradizione che resiste in alcune parti del mondo, per ricordare durante il cambio d’anno coloro i/le quali sono tenuti/e prigionieri/e dallo Stato. Un modo per esprimere solidarietà alle persone detenute. Sia di fronte alle carceri che ai centri di esplusione*, dove vengono detenute persone prive di documenti o con i documenti sbagliati, vogliamo riunirci insieme per rompere l’isolamento e la solitudine. Questo sistema carcerario non è riformabile, perchè è sbagliato alla radice, qui e ovunque. Non crea persone migliori, non contribuisce a risolvere i conflitti sociali. La coesistenza dominante basata sulla concorrenza e sull’ingiustizia rinchiude le persone o le espelle, da un lato per allontanare da sè ciò che è problematico, dall’altro per spaventare e statuire esempi per chi è alla disperata ricerca di libertà. Che le persone siano rinchiuse perchè hanno rubato o danneggiato la proprietà, perchè hanno viaggiato senza biglietto**, perchè per assenza di prospettive o timore di venir perseguitate sono fuggite dalla loro terra di provenienza- tutto questo si basa su un unico fatto: l’esistenza di norme dominanti che stabiliscono ciò che è sbagliato e ciò che è giusto, ciò che va protetto e ciò che va punito. Leggi e regole stabilite da pochi, alle quali altri a loro volta devono sottomettersi. Questa logica della punizione e della conseguente carcerazione va infranta. Per noi la fine di tutte le strutture detentive è possibile solo all’interno di un processo che rovesci le condizioni attuali nella loro totalità , per rendere possibile un mondo senza sfruttamento ed oppressione. Non importa dove vi troviate, incontratevi a Capodanno di fronte alle carceri, siate rumorosi/e ed esprimete per le strade la vostra idea di un mondo senza dominio e senza coercizione. Vogliamo usare la nostra solidarietà ed il nostro aiuto reciproco per abbattere mattone per mattone tutti questi muri. Vogliamo un mondo senza muri né confini. Lotteremo insieme finchè tutti/e saranno liberi/e”.

Il manifesto, affisso di recente in diverse cittá tedesche, è preso da Contra-Info, la traduzione in italiano è mia. A “lavoro” quasi finito ho scoperto che era già stato tradotto su almeno un altro sito, ma la mia versione, a mio modesto parere, é più corretta e scorrevole e comunque m’é costata una decina di minuti, ‘sticazzi, quindi eccola qui!

*Anche in Germania esistono strutture di detenzione, identificazione ed espulsione riservate a chi non ha la cittadinanza tedesca e si sia macchiato di reati o semplicemente non abbia i documenti in regola per restare nel Paese secondo quanto stabilito dalla legge.

**No, non è un errore di traduzione:in Germania, chi per un motivo o per l’altro viaggia sui mezzi di trasporto pubblici senza biglietto, è recidivo e non può pagare le multe, si vede costretto in molti casi a scontare un periodo di detenzione!

Capodanno contro il carcere, non solo in Italia.

Anche per questo fine anno sono stati organizzati in diverse parti d’Italia presidi e manifestazioni di solidarietà nei pressi di strutture detentive. Alcuni degli appuntamenti avranno luogo a Bergamo, Cosenza, Como, Tolmezzo (Udine), tutti il 31 Dicembre 2012. L’intento non è solo quello di dimostrare la propria solidarietà e vicinanza alle persone detenute denunciando allo stesso tempo le condizioni attuali delle carceri in Italia, ma anche e sopratutto quello di criticare l’esistenza stessa di ogni galera e della logica che le produce. Anche in altri Paesi, ad esempio in Germania, sono previste manifestazioni anticarcerarie per lo stesso giorno in diverse città.