6-10 Ottobre 2016: campeggio antimilitarista in Sardegna.

Fonte: nobasi.noblogs.org

” [Aggiornato] Secondo campeggio antimilitarista della Rete No Basi né Qui né Altrove – 6/10 ottobre 2016 – Sud Sardegna

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[Aggiornamento] Per motivi logistici abbiamo deciso di far slittare di un giorno le date del campeggio, che sarà quindi dal 6 al 10 ottobre.

La Rete No Basi né Qui né Altrove propone anche quest’anno cinque giorni di mobilitazione e campeggio, in concomitanza con l’inizio del secondo semestre di esercitazioni militari, per rafforzare i percorsi di lotta contro il militarismo e la militarizzazione dei territori della Sardegna e non solo.

In questo momento l’asse Base Aerea di Decimomannu – Poligono di Capo Frasca può diventare, se già non è così, l’anello più debole della presenza militare in Sardegna. La crisi innescata dall’annunciata dipartita dell’aeronautica tedesca al termine del 2016 potrebbe mettere in forte dubbio l’esistenza stessa dell’aeroporto militare e, conseguentemente, del poligono di Capo Frasca.

Per questi motivi vogliamo creare un clima sempre più ostile contro i militari, affinché possibili nuovi affittuari (in sostituzione dei tedeschi) rivedano i loro propositi e gli italiani stessi vadano sempre più in crisi. L’anno scorso e quest’anno si sono tenute diverse manifestazioni e iniziative nei territori intorno all’aeroporto di Decimomannu, con l’obiettivo di bloccarne le attività, come quella dell’11 giugno contro la STAREX. Queste pressioni hanno dato dei risultati, minando le “condizioni per operare con la serenità necessaria”, come hanno dichiarato i vertici militari a pochi giorni dal corteo.

Annunciamo l’iniziativa del campeggio con largo anticipo, al fine di poter creare un percorso legato al territorio che ci permetta di arrivare ai primi giorni di Ottobre con idee, progetti e partecipazione più ampia e consapevole possibile.

Seguendo quello che per la Rete è stato un tratto distintivo inamovibile, il campeggio non vuole essere una mera iniziativa d’opinione: in quei giorni vorremmo che si alternassero momenti di lotta, socialità, analisi, dibattito, approfondimento, presenza sul territorio e tanto altro. Ci preme avere dei momenti di confronto, in cui si possa ragionare di prospettive ed esperienze e fare un bilancio di come le lotte si sono sviluppate, modificate e allargate.

Il campeggio sarà autofinanziato e autogestito. Come al solito non saranno presenti istituzioni e partiti, chi facesse parte di queste componenti potrà partecipare al campeggio e alle iniziative a titolo individuale, come tra l’altro faranno tutti coloro che vi vorranno contribuire.

Il programma in questo momento è in definizione.

Vorremmo discutere delle ramificazioni dell’apparato bellico e di come colpirle. La nostra attività degli ultimi tempi si è soffermata in particolare: sulle complicità tra civile e militare nel campo della logistica e della ricerca universitaria, sull’opposizione alla RWM Italia spa, fabbrica di bombe di Domusnovas, e in generale sul trovare delle soluzioni efficaci nel creare un territorio inospitale alla macchina bellica.

Quest’anno, a differenza del campeggio tenutosi a Cagliari lo scorso anno, abbiamo deciso di spostare l’attenzione nei pressi dei territori dove si svolgono maggiormente le esercitazioni militari, per approfondire la conoscenza di quei luoghi e rafforzare i rapporti e le relazioni tra le persone.

In questo momento pensiamo che sia importante ritornare a Capo Frasca, davanti a quei cancelli dove il 13 settembre 2014 si riaccese la fiamma dell’antimilitarismo sardo.

Le assemblee della Rete no basi né qui né altrove sono pubbliche, a cadenza settimanale e distribuite in varie zone della Sardegna.

Sul blog della Rete No Basi né Qui né Altrove, nobasi.noblogs.org, verranno pubblicati il programma, gli approfondimenti del campeggio, i prossimi appuntamenti e trovate i nostri contatti.

La Rete No Basi né Qui né Altrove”

Provaci ancora, fascio!

I fascisti della Fiamma Tricolore tentano di farsi spazio nel movimento NO MUOS e proclamano una manifestazione per fine Agosto in Sicilia contro il progetto delle antenne militari. Non è la prima volta che estremisti di destra provano a immischiarsi in lotte che non gli appartengono, tentando di strumentalizzarle per raccogliere nuovi consensi: era già accaduto con le lotte contro globalizzazione, guerre imperialiste, TAV e al fianco del popolo palestinese, ma in tutte queste occasioni la risposta di movimenti e individui era stata sostanzialmente di netto rifiuto nei confronti di qualsiasi strumentalizzazione. I neofascisti, incapaci di brillare di luce propria e accortisi che la stantia riproposizione di artefatte storielle e vecchi cimeli del Ventennio non risulta abbastanza appetibile per le nuove generazioni, fanno leva oltre che sul solito ribellismo senza arte né parte, anche su slogan, tendenze e rivendicazioni appartenenti ai loro avversari politici di sempre. Lungi dall’interessarsi realmente alle lotte popolari e partecipate contro scempi ambientali, massacri fraticidi, politiche discriminatorie e di sfruttamento, questi sordidi personaggi e le loro organizzazioni parassitano battaglie altrui nella speranza di poter sdoganare le loro vere idee, per le quali non vi è posto nella società per chi non rientra nei canoni di normalità previsti dalle loro menti ristrette. Per i neofascisti quel che conta non è ad esempio che non venga realizzato un progetto dannoso come quello del MUOS, il problema per loro, da bravi militaristi sempre pronti a “credere-obbedire-combattere” è che a volerlo realizzare siano le forze armate statunitensi piuttosto che quelle italiane. Lo stesso discorso vale per il TAV: quelli che antepongono a qualsiasi altra cosa l'”interesse nazionale”, ovvero l’interesse autoritario e predace di chi all’interno di uno Stato-Nazione detiene il potere politico ed economico, non possono coerentemente far parte di una lotta come quella dei NO TAV.

In risposta al tentativo di strumentalizzazione neofascista della lotta contro il MUOS, il presidio NO MUOS di Niscemi indice un campeggio antifascista di due giorni in Contrada Ulmo e diffonde il seguente proclama ( tratto dal sito  www.nomuos.info):

” L’antifascismo vive in contrada Ulmo.

 

Da venerdì 30 Agosto il presidio No Muos di Niscemi indice una due giorni di campeggio Antifascista.

 

L’antifascismo non è soltanto una parola, ma è un valore quindi una pratica che deve essere seguita ogni giorno; una due giorni di campeggio che serva a radicare nelle coscienze politiche degli attivisti di tutta la Sicilia,  l’idea che i fascisti non sono scomparsi, ma agiscono tra le maglie delle amministrazioni e delle strutture borghesi e ancora a distanza di decenni dettano leggi atte a regolamentare e a imbrigliare la spontaneità dei compagni e delle compagne.

 

Con questa due giorni il presidio e le sue individualità chiedono alla rete antifascista siciliana e italiana di riunirsi in contrada Ulmo a Niscemi, dove si terrà un concerto antifascista e a seguire un corteo fino alla base militare U.S. Navy.

 

La formazione politica della fiamma tricolore di chiaro stampo fascista ha richiesto l’autorizzazione per una manifestazione contro l’istallazione del Muos. Il movimento  No Muos, come dichiarato nella carta d’intenti-  è antifascista e non può permettere che un corteo della destra estrema possa ostentare i loro slogan e appropriarsi dei nostri simboli e delle nostre bandiere. Il movimento non può permettere che i fascisti cavalchino i successi ottenuti dai  cittadini e dagli attivisti con anni di sacrifici, denunce e repressione. La lotta No muos è propria dei cittadini, è antipartitica, antipatriarcale e orizzontale quindi del tutto slegata dalle abitudini politiche della destra fascista italiana.

 

Il Movimento No Muos è e sarà sempre antifascista e non concederà un solo centimetro di contrada Ulmo alle schiere fasciste né concederà loro un minimo spiraglio di dialogo.

 

Dalla Val Susa ad Atene l’intera Europa è sottoposta a una capillare azione di repressione e a un rinvigorimento dei sistemi di controllo violenti e repressivi. Il movimento No Muos è convinto del fatto che permettere una manifestazione della fiamma tricolore sia rendersi complice del revisionismo storico e della fascistizzazione che stanno infestando le nostre realtà. Il movimento non è complice, il movimento non è inerte , il movimento è antagonista e dichiara in maniera ferma e irreversibile che il fascismo troverà a Niscemi e al presidio No Muos di contrada Ulmo una ferma opposizione;  tutti e tutte siamo e saremo fisicamente un blocco fermo e intenzionato a non permettere che le loro bandiere e i loro infamanti slogan possano essere ostentati.

Comitato di base di Niscemi”

Campeggio in difesa del territorio a Girona (Spagna).

Fonte: Contra Info.

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CAMPEGGIO DI RESISTENZA ATTIVA IN DIFESA DEL TERRITORIO
CONTRO LA MAT ED IL MONDO CHE LA NECESSITA

CHE COS’È ?

La linea di altissima tensione (MAT) è un’autostrada elettrica che trasporta un carico di minimo 400.000 volt. Si sta costruendo per congiungere tra essi Stati europei ed il continente europeo con quello africano. Serve per commercializzare e distribuire eccedenti di energia prodotta da centrali nucleari e supposte fonti di energie alternative. Allo stesso tempo, è la rete di cui il capitalismo ha bisogno per alimentare altri progetti ed infrastrutture di morte e distruzione, come per esempio il Treno ad Alta Velocità (TAV). I responsabili sono quelli di sempre e, difatti, le imprese costruttrici sono quelle direttamente implicate in altri progetti di distruzione del territorio, imprese tra le quali spiccano Vinci in Europa e Endesa in America del Sud.

PERCHÉ IL CAMPEGGIO?

Affinché non si costruisca l’ultimo tratto decisivo per collegare la Francia  con la Catalogna.  Affinché non passi l’energia di 6 centrali nucleari francesi per questo territorio né da nessun altro. Per considerare la lotta contro la MAT come un punto di partenza per la messa in discussione del nostro modo di vita, per la maggior parte imposta dal dominio del Progresso. Per creare uno spazio di incontro, informazione, agitazione e azione nelle terre colpite.

PERCHÉ QUI ED ORA?

Dopo più di dieci anni di lotta ci troviamo in un momento decisivo. A settembre cominceranno le espropriazioni ai danni dei proprietari che hanno deciso di non firmare la vendita dei terreni necessari per la costruzione delle ultimi torri della MAT in Girona.

È per tutto questo che vi invitiamo a partecipare attivamente al campeggio, per condividere, lottare e resistere in uno spazio autogestito, libero da leader e rappresentanti. Vogliamo creare momenti di scambio e connessione tra differenti lotte, perché la MAT colpisce tutte e tutti e non crediamo che sia una lotta isolata.

CONTRO IL PROGRESSO, LE SUE INFRASTRUTTURE ED I SUOI DIFENSORI:
RIAPPROPIAMOCI DELLE NOSTRE VITE!

CI VEDIAMO IL 23 DI AGOSTO DEL 2013
NELLE TERRE DELLA GIRONA

Porta con te tutto quello di cui avrai bisogno per accampare.
Info ed aggiornamenti: Torres más altas han caído

Estate NO TAV…

Fonte: Morire Contro.

“L’operazione giudiziaria del 26 Gennaio scorso, secondo le parole del procuratore capo di Torino Caselli, ha voluto colpire dei singoli fatti delittuosi e non il movimento NO TAV  nel suo insieme. Il reale tentativo è stato quello di isolare dal proprio contesto i fatti del 27 Giugno e del 3 Luglio, depoliticizzare quelle giornate, colpendo chiunque si trovasse fisicamente ad affrontare la polizia per difendere la Libera Repubblica della Maddalena prima e per cercare di riprenderla poi.
Portare la valle in città
La solidarietà agli arrestati si è diffusa in tutta Italia confermando che la lotta NO TAV non è solamente una lotta locale, ma trae la sua forza dal collegamento e dalla vicinanza con le altre lotte. Il movimento NO TAV ha assunto la questione repressiva come già aveva fatto dopo il 3 Luglio, quando una campagna mediatica si era scatenata per costruire l’identikit del black bloc sbarcato in Val Susa per attaccare la polizia. Il “siamo tutti black bloc” seguito dal “si parte e si torna insieme” da semplici slogan sono diventate pratiche e modalità condivise. Così anche nella fase processuale, momento particolarmente delicato, è necessario che si rivelino in tutta la loro forza, in quanto patrimonio collettivo. Il fatto che la maggior parte degli arrestati non fossero abitanti della Val Susa ha provocato l’effetto opposto rispetto a ciò che si auspicavano i magistrati. Dopo gli arresti sono state innumerevoli le azioni di solidarietà diffuse in tutta la penisola e oltre, dai blocchi stradali alle occupazioni di stazioni, passando per i benefit e gli incontri pubblici a sostegno della lotta. Il collegamento del movimento NO TAV con il resto del paese si è reso ancora più evidente, ancora più intenso.
Il processo è parte della lotta No Tav
Non sono solo la vicinanza e la solidarietà attiva agli arrestati a fare del processo una parte della lotta NO TAV. E’ necessaria un’assunzione da parte di tutti, un’elaborazione comune delle pratiche e delle parole giuste per affrontare ogni fase processuale. Serve un collegamento tra i momenti giuridici, che si reggono su un terreno a noi ostile, e il ritmo della lotta stessa. L’intensità raggiunta con le esperienze vissute durante le varie fasi della lotta costituisce una risorsa preziosa che non possiamo permetterci di disperdere. Mentre il processo inizierà il 6 Luglio, un campeggio sarà già presente in valle, creando un spazio d’incontro dove intensificare i legami già esistenti e conoscere nuovi compagni. La circolazione tra questi due ed altri momenti sarà un’occasione per rafforzare il movimento e trasformare l’operazione repressiva, lanciata dalla magistratura, in un boomerang che le si rivolga contro. Subire un arresto, dover passare mesi in carcere, sentire la mancanza di un compagno, un amico indispensabile per la lotta ha un peso enorme sulla forza del singolo e della collettività che gli è vicino. D’altra parte sono i momenti difficili a svelare quanto di politico nasconde un’amicizia, quanto è forte e indissolubile prendere dei rischi insieme, stringersi per non sentirsi soli a subire la repressione. Il volto del potere non assume i tratti di un’astratta figura che dirige e impone dall’alto, come un moderno Leviatano, ma è qualcosa di molto più familiare fatto di funzionari che ci negano permessi, poliziotti che ci svegliano nel cuore della notte, comportamenti che a volte noi stessi riproduciamo e dispositivi che ci tengono divisi. Dagli arresti del 26 Gennaio le misure restrittive sono state dure, tenendo ancora in carcere quattro compagni a distanza di quasi cinque mesi, censurando le corrispondenze, respingendo richieste di permessi. L’accanimento repressivo dimostra quanto la lotta NO TAV faccia paura, perché capace di rendersi offensiva e non solo resistente, continuativa ma anche attraversata da momenti di accelerazione.
Ipotesi su una difesa collettiva
A Milano alcuni imputati del processo NO TAV si sono incontrati con altri compagni per iniziare a confrontarsi su come affrontare il processo che inizierà il 6 Luglio al tribunale di Torino. La volontà di costituire un’unità al processo, non è solo una scelta di difesa ma una possibilità d’attacco, in quanto l’obiettivo della giustizia, come già avvenuto con l’operazione repressiva, è quello di dividerci. Per questo le scelte individuali o le deleghe non consapevoli agli avvocati rischierebbero di depotenziare la difesa collettiva e di prestare il fianco all’accusa. Unità non vuol dire uniformarsi ad una linea monolitica di difesa o cadere in un frontismo neutro che annulli le divergenze, ma significa arrivare compatti pur nella diversità di posizioni e di sensibilità. L’eterogeneità non deve essere un ostacolo:può diventare un’occasione per elaborare insieme le scelte su ogni passaggio processuale. Il processo dovrebbe essere affrontato con la stessa attitudine con cui il movimento NO TAV è riuscito a rimanere compatto nelle sue differenze, anche nei momenti difficili. Così come parte e si torna insieme nei boschi della Clarea, e tra i guardrail dell’A32, con lo stesso spirito dobbiamo affrontare l’infame aula del tribunale. Difesa comune significa confrontarsi il più possibile tra imputati e avvocati sulle scelte da fare, allargando la presa in carico del processo a tutto il movimento NO TAV. Fondamentale è il collegamento con le prossime fasi della lotta, portando tutta la forza che il campeggio saprà esprimere all’interno del tribunale. Scegliere il rito ordinario è un’occasione per collegare le fasi processuali con la lotta. Andare a dibattimento, portare testimonianze ed elementi difensivi significa entrare in un terreno ostile non come soggetti passivi che attendono il giudizio, ma prendendo parte al processo con lo spirito combattivo che caratterizza il movimento NO TAV. Rinunciare a questa opzione e fare la scelta del rito abbreviato preclude ogni possibilità di rendere questo processo un’occasione politica e di rilancio della lotta. Oltre che esporre se stessi e gli altri a rischi maggiori, questo confermerebbe la tesi dell’accusa di trovarsi di fronte ad un movimento frammentato. Pur consapevoli delle difficoltà soggettive ed emotive che attraversano gli imputati, la posizione più forte che possiamo sostenere è che davanti ai giudici non ci saranno degli individui chiamati a rispondere delle loro azioni, ma un intero movimento di lotta che non si è fermato davanti alle cariche e nemmeno davanti ad arresti e processi. L’intenzione di questo documento è proporre una discussione rispetto al processo, alle scelte tecniche e un confronto per non arrivare divisi in aula, per non partire già rassegnati alla condanna.”