Saremo i primi.

È morto ieri sera uno dei pochissimi preti per i quali io abbia mai provato rispetto e ammirazione. Don Andrea Gallo era diverso da tanti suoi fratelli  in abito talare, per mille motivi. Era uno che alle pratiche autoritarie, all’oscurantismo, all’esclusione sociale ha sempre preferito il dialogo, l’accettazione, la presa di posizione dalla parte dei più deboli e degli esclusi. Era un prete di strada, il prete degli ultimi, uno che non ha avuto paura di schierarsi dalla parte di omosessuali e transgender pur facendo parte di un’istituzione, la Chiesa cattolica romana, omofoba e sessista; uno che in carcere ci è entrato per dialogare con i giovani lì rinchiusi, cercando un approccio non coercitivo nei loro confronti; uno che da un Paese sotto dittatura fascista come il Brasile è stato cacciato, non uno che si è schierato col tiranno di turno come fecero invece troppi suoi confratelli in diverse epoche e a diverse latitudini; uno che difendeva la liberalizzazione delle droghe leggere e ricordava che i mali della nostra società sono ben altri. Per don Gallo i poveri non erano un accessorio col quale adornare discorsi vuoti ed ipocriti, lui in mezzo ai poveri ed agli emarginati c’è sempre stato, in prima linea. Nonostante le gerarchie ecclesiastiche abbiano sempre tentato di ostacolarlo e isolarlo, lui ha trovato l’appoggio sincero di tanti/e, credenti e non, intenzionati a raccogliere un’insegnamento ed una pratica di vita che nulla ha a che vedere col mondo dorato ed al tempo stesso corrotto ed ipocrita del Vaticano. Non ha mai avuto paura di esporsi ma senza manie di protagonismo, Don Gallo, che si definiva cattolico, comunista, anarchico…contraddittorio forse, come a volte lo siamo tutti, ma almeno sincero, aperto, generoso, combattivo, uno che viene ricordato cento volte di più per le azioni meritevoli che ha compiuto piuttosto che per una frase o una decisione che non si ritengono condivisibili. E a me ricordarlo piace così, lo vedo come nella foto qui sopra con cappello, sciarpa rossa e sigaro, che saluta col pugno chiuso in mezzo ad altra gente in un posto che potrebbe essere ovunque, tanto ad una manifestazione No TAV o No Dal Molin quanto ad un gay pride o ad un comizio contro la guerra: un individuo tra gli individui, un prete tra gli ultimi che, se sapranno lottare uniti fino alla fine, un giorno saranno i primi.

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