Per quelli che vorrebbero che noi anarchici appartenessimo al passato.

Non ho visto il documentario della RAI del quale parla Michele Fabiani nel suo articolo pubblicato per Anarchaos, ma mi rendo ben conto di quale sia uno dei tipici approcci da parte dei nostri detrattori nel trattare con le nostre idee, le nostre pratiche, il nostro passato ed il nostro presente. Da un lato c’è chi ci diffama costruendo l’immagine distorta o spesso completamente inventata dei teppisti o dei terroristi che vogliono il caos e non hanno nulla da proporre: nel creare l’immagine degli “anarchici brutti e cattivi” si ha gioco facile, centinaia di anni di indottrinamento delle masse e pedissequi sforzi per tentare di imbottogliare in spazi sempre più angusti il libero pensiero individuale e la coscienza di classe degli sfruttati hanno dato i loro frutti. Dall’altro lato vi è la tendenza, da parte di alcuni falsi simpatizzanti dell’anarchia, a guardare alle nostre idee come se fossero qualcosa di “bello ma irrealizzabile”, il che è vero soprattutto per chi queste nostre idee non ha mai provato nemmeno per un momento a metterle in pratica o addirittura solo a considerarle come fattibili su un piano razionale e senza pregiudizi, ed a considerare il nostro passato storico come un cimelio dei tempi andati, buono per mausolei polverosi e album di vecchie foto sbiadite, e non come una realtà che continua nel presente e si affaccia al futuro. Non saprei dire quale di questi due approcci sia quello che mi irrita di più, ma forse la falsa accondiscendenza, l’atteggiamento di chi di fronte ti sorride e finge di capirti ma in realtà ti tratta come un idiota, un fenomeno da baraccone è addirittura peggiore di quello di chi ti attacca magari in modo vigliacco e sleale ma perlomeno senza nascondere di essere un tuo nemico. Una cosa comunque é certa: chi cerca gli anarchici e le anarchiche non li troverà nei libri di storia o nei documentari fatti da chi siede da troppo tempo e s´è perfino dimenticato di come si stia in piedi, ma nelle strade, nelle piazze, negli spazi occupati, nelle scuole libertarie, dietro le barricate; troverà le nostre idee in qualsiasi lotta contro dogmi, dominio, sfruttamento ed  ingiustizie, in qualsiasi battaglia e pratica emancipatoria dove i principi di autogestione, solidarietà, azione diretta ed antiautoritarismo vengono messi in pratica da persone che spesso non si dichiarano anarchiche e che addirittura nemmeno sanno esattamente in cosa consistano le idee anarchiche, ma che in effetti stanno realizzando quella che per alcuni è solo un’utopia del passato buona per telespettatori addomesticati.

Qui l’articolo di Michele Fabiani sul documentario della RAI “Quando l’anarchia verrà”.

3 thoughts on “Per quelli che vorrebbero che noi anarchici appartenessimo al passato.

  1. sapevo che mi cercavi e che mi avresti magari poi trovato, e la cosa mi fa soltanto piacere. ti avevo anche scritto su splinder un pvt con la mia mail, ma evidentemente non sei riuscito a leggerlo. ti scrivo qui perchè ovviamente non ho trovato il modo di farlo in privato. dimmi te.

    A.

  2. su noblogs ho provato molte volte anche negli ultimi 2, 3 anni a vedere come iscriversi, ma non ci sono mai riuscito (mi dava problemi tecnici nell’aprire la pagina, come se fosse un virus e simili). se ti va di darmi la mail tua cosi’, pubblicamente, fallo. del contatto skype non mi ricordo più niente.

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