Dopo il Venticinque Aprile.

Il 25 Aprile del 1945 è la data ufficiale della liberazione d’Italia dal nazifascismo. In realtà, dopo l’insurrezione e la liberazione di città chiave del Nord Italia quali Milano e Torino, dovranno esserci ancora scontri e morti prima di arrivare alla cessazione delle ostilità tra forze di occupazione e antifascisti/e. A guerra ufficialmente conclusa, poi, c’è chi tra i/le partigiani/e si rifiuta di deporre le armi, in alcuni casi nella speranza di creare nella penisola italica una repubblica di stampo sovietico, in altri semplicemente proseguendo coerentemente la battaglia contro tutti gli occupanti, i governi, le autorità. Ma anche quelli/e, la maggioranza, che cercano di tornare alla normalità, dovranno constatare che la nuova Repubblica Italiana non mantiene le promesse di riequilibrio delle ingiustizie e disuguaglianze sociali, né si libera dall’eredità del fascismo: moltissimi fascisti verranno amnistiati (grazie anche alla volontà della dirigenza del Partito Comunista Italiano) e torneranno a ricoprire cariche amministrative di rilievo, i nuovi occupanti statunitensi determineranno il corso della politica e dell’economia italiane nei decenni a venire e le istituzioni repressive colpiranno duramente le diverse forme di lotta che verranno messe in atto dalla classe lavoratrice. La strage di Portella della Ginestra avvenuta il 1 Maggio del 1947 è solo uno degli episodi tra i più noti e i più gravi che testimoniano come la “repubblica democratica fondata sul lavoro” sia solo uno slogan vuoto di significato reale, un fatto reiterato dagli eventi occorsi a Reggio Emilia il 7 Luglio del 1960, dove persero la vita cinque operai per mano delle forze dell’ordine.

La canzone composta lo stesso anno dal cantautore Fausto Amodei ricorda i morti di Reggio Emilia e li ricollega idealmente ai morti della resistenza antifascita, Lauro Farioli come Duccio Galimberti, il sangue versato a Reggio Emilia come quello versato dai sette fratelli Cervi, la citazione di uno dei canti partigiani più noti (“fischia il vento”), i nemici sempre gli stessi, lo stesso il messaggio, perchè finchè non ci sarà giustizia, finchè non ci sarà liberazione non ci sarà pace. Amodei invita i morti emiliani a risorgere e a cantare l’inno comunista Bandiera Rossa, pur non essendo mai stato lui un militante del PCI, come invece lo erano Serri, Franchi, Tondelli, Reverberi e Farioli, cinque dei tanti morti in tempo di pace e democrazia, cinque nomi che mai dovremmo dimenticare, così come non dovremmo dimenticare che, anche oggi, il nemico è sempre lo stesso.

2 thoughts on “Dopo il Venticinque Aprile.

  1. Già…
    Penso anch’io che Togliatti con l’amnistia ai fascisti-repubblichini e il clima di “pacificazione” che animò i partiti che combatterono il fascismo si è rilevato, alla luce delle contemporanee grane sociali-economico un clamoroso fiasco storico, che come fai notare, si sono potuti riciclare negli apparati dello Stato, dell istituzioni, così il “cordone ombelicale” col fascismo non è stato reciso definitavamente e le belle intenzioni costituzionaliste sono rimaste lettera morta, solomanete sulla carta, ed ancora oggi ne subiamo le conseguenze e l’eco di quelle sviste non accennano a cessare, comunque, chi vivrà vedrà ( lotterà) !

  2. Ciao Alessio, mi fa piacere risentirti! A dire il vero quello che si fa perdere di vista sono io, che non ho mai tempo di stare al pc…poi anche il forum di Anarchaos a quanto pare è andato, peccato! Riguardo il tuo commento, mi pare che sul ruolo del vecchio PCI ci fossimo trovati all’incirca d’accordo in altre occasioni di discussione, alla fine con la scusa dei compromessi finalizzati ad una futura partecipazione al governo la vecchia dirigenza comunista riuscì a fregare la classe lavoratrice come pochi! Certo a chi espone una critica simile si può sempre rispondere (come mi dissero a loro tempo alcuni veterocomunisti) “Cosa volevi, la guerra civile? Intanto grazie all’azione del Partito Comunista si sono ottenute importanti conquiste sociali!”. Beh, la guerra civile a bassa intensità detta strategia della tensione l’abbiamo avuta, in quanto alle conquiste non sono merito dei pompieri ma degli incendiari e purtroppo oggi vanno perdendo terreno anche a causa dei residuati di quel vecchio partito…”ma poteva andare peggio, eh!”. 🙁

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