Paul Avrich, “The Russian Anarchists”.

 

Paul Avrich, “The Russian Anarchists”, AK Press (ISBN 1-904859-48-8)

In the turmoil of the Russian insurrection of 1905 and civil war of 1917, the anarchists attempted to carry out their program of “direct action”- workers’ control of production, the creation of free rural and urban communes, and partisan warfare against the enemies of a free society. They acted as the gadfly of total rebellion, brooking no compromise with the annihilation of government and private property, refusing refusing to accept anything but the Golden Age of full liberty and equality. In the end, however, a new despotism arose upon the ruins of the old, and the anarchist movement in Russia was stamped out. The few who survived the Communist government’s torture and executions clung to the belief that ultimately their vision of a stateless utopia would triumph.

In addition to examining published material in five languages, Avrich consulted anarchist archives worldwide to present a picture of the philosophers, bomb throwers, paesants, and soldiers who fought and died for the freedom of “Mother Russia”. The influence and ideas of Bakunin and Kropotkin, the armed uprising of Makhno, the activities of Volin, Maximov, and the attempted aid of Alexander Berkman and Emma Goldman are chronicled in this first English language history of the anarchist movement in Russia.” ( Dalla quarta di copertina del libro ).

Un libro imperdibile sulla storia del movimento anarchico in Russia dall’insurrezione del 1905 fino alla definitiva repressione degli anni Venti, passando per le rivoluzioni del 1917: idee, fatti, figure di spicco, il tutto raccontato con uno stile impeccabile da uno dei massimi conoscitori della storia dell’anarchia. Da leggere, insomma, in qualsiasi lingua lo troviate!

Bandiera nera, simbolo anarchico.

Nonostante i fascisti si siano appropriati di questo simbolo ( e di molti altri, trafugati da culture, religioni  e idee che nulla hanno a che vedere con l’estremismo di destra ), la bandiera nera é sempre stata e sempre sará un simbolo anarchico. Giá durante la Rivoluzione Russa del 1917 l’esercito popolare libertario di Nestor Makhno ( che si batté sia contro i reazionari zaristi, sia contro i traditori bolscevichi ) in Ucraina usava la bandiera nera, sulla quale era scritto “La terra ai contadini, le fabbriche ai lavoratori”. Il nero é il colore della negazione, ma anche dei lutti e delle miserie che gli sfruttati furono e sono tutt’oggi costretti a subire. Questa bandiera venne spesso associata a quella rossa, simbolo quest’ultima delle radici socialiste degli anarchici. Dopo esser stati cacciati dalla Prima Internazionale dai marxisti, a partire dagli anni ’80 dell’ Ottocento gli anarchici iniziarono a privilegiare il nero rispetto al rosso durante le manifestazioni e le azioni di protesta, basti pensare ai vessilli neri che sventolarono giá durante gli scioperi dei lavoratori a Chicago nel 1884. Il movimento anarchico russo nato nel 1905 si chiamava “Chernoe Znamia”, “striscione nero” ; nel 1925 gli anarchici giapponesi formarono la “Black Youth League, nel 1945 rifondarono la loro federazione e chiamarono il loro giornale “Kurohata”, ovvero “bandiera nera”. Questi sono solo alcuni esempi storici che documentano l’uso di questo simbolo da parte degli anarchici ben prima del 1919, anno di fondazione dei famigerati fasci di combattimento mussoliniani…  La classica bandiera nera anarchica é passata col tempo attraverso diverse trasformazioni e viene associata ad altri colori, soprattutto al rosso: divisa diagonalmente, la bandiera rosso-nera si diffuse durante la Rivoluzione Spagnola, rappresentava inizialmente gli anarco-sindacalisti ma oggi é sventolata orgogliosamente da molti anarchici, siano essi sindacalisti o meno. Anche la bandiera nera e verde é un simbolo sempre piú ricorrente, é retaggio dei “green anarchists” e viene usata anche dagli antispecisti e dai cosiddetti primitivisti. Inoltre esistono ulteriori varianti della bandiera nera associata ad altri colori per indicare correnti specifiche dell’anarchismo.

Vedi anche: Emma Goldman, “Perché la bandiera nera anarchica?”.