Angela Davis, “Aboliamo le prigioni?”

 

Angela Davis, “Aboliamo le Prigioni?” (Con un saggio di Guido Caldiron e Paolo Persichetti) , Minimum Fax 2009, ISBN 978-88-7521-201-8

“Angela Davis, la mitica militante degli anni Settanta, è oggi un’intellettuale di fama internazionale che ha focalizzato il suo impegno politico in una delle battaglie per i diritti civili più difficili: abolire il carcere. Un mondo senza prigioni è forse impensabile, anche per chi proclama il suo progressismo. Ma con lucidità scientifica, un’enorme mole di materiale documentario e un instancabile passione ideale, la Davis analizza il sistema «carcerario-industriale» americano – quello per cui due milioni e mezzo di persone sono detenute negli Stati Uniti – e mostra come questa democrazia modello regga le sue basi economiche su una forma di schiavismo morbido: donne abusate e farmacologizzate, manodopera a costo zero per le grandi corporation, neri e ispanici a cui vengono negate istruzione e assistenza sanitaria di base. Aboliamo le prigioni? è una piccola guida di resistenza, che a partire dalla battaglia contro il carcere tuona la sua voce contro tutte le forme di oppressione. E alla fine ci chiama direttamente in causa, per farci diventare consapevoli di come le nostre idee cambieranno veramente soltanto quando saranno cambiati i nostri comportamenti.” (Dalla quarta di copertina del libro).

Quest’ opera della Davis, composta da due scritti ( “Il carcere é obsoleto?” e l’intervista di Eduardo Mendeta “Per una democrazia dell’abolizione” ), tratta un tema complesso e di fondamentale importanza, analizzando il legame negli Stati Uniti tra la nascita delle carceri e la loro attuale esistenza e schiavitù, razzismo, controllo sociale e interessi delle corporations attraverso un linguaggio semplice ma non semplificativo, fornendo al/la lettore/trice un’analisi di rara lucidità sul fenomeno carcerario, sul falso mito della sicurezza e sulle politiche repressive sulle quali si basa la cosiddetta “democrazia”. Oltre i preconcetti ed i falsi miti, analisi storiche e dati alla mano, la Davis mette a nudo la realtà del razzismo, del sessismo, della tortura e delle violenze che sono parte imprescindibile del regime detentivo, chiarendo in modo inequivocabile come l’esistenza delle prigioni sia legata a precisi interessi e politiche del sistema dominante, al concetto di esclusione, all’imperialismo. A conclusione del libro un breve saggio di Guido Caldiron e Paolo Persichetti analizza l’attuale situazione europea e l’origine delle tendenze reazionarie e populiste della “tolleranza zero”  dal punto di vista sociologico e politico.

-Vedi anche: articolo pubblicato sul blog “Attualizzando” da enrico76.

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