Nessun M346 a Israele!

Mentre i massmedia allineati ci frantumano periodicamente i maroni con il presunto programma di sviluppo atomico ad uso militare portato avanti dal governo iraniano, c’é chi si preoccupa invece di parlare di pericoli più concreti ed immediati che non riguardano possibilitá ma certezze, ricordandoci la vera natura di quello Stato che per molti è l’avamposto della democrazia occidentale in Medioriente di fronte alla barbarie islamica. A tale proposito diffondo una e-mail giuntami alcuni giorni fa e invito gli/le eventuali lettori/trici non solo a diffonderla a loro volta, ma anche ad attivarsi concretamente riguardo al tema in questione. In quanto anarchico posso anche ritenere superflui e/o inoppurtuni i richiami a leggi ed istituzioni nazionali e internazionali per sostenere gli argomenti, peraltro ben condivisibili, del testo, ma si tratta in fin dei conti di dettagli di fronte ai quali il discorso centrale- il rifiuto della guerra e del militarismo e lo schierarsi dalla parte degli oppressi- prende il sopravvento e senza esitazione spinge le nostre coscienze ad agire. Inutile aggiungere che il titolo della e-mail potrebbe essere efficacemente completato con “…né a nessun altro Stato!”, ma mi pare che il rifiuto in generale della guerra e degli strumenti di morte che la consentono risulti in modo chiaro da alcuni inequivocabili passaggi presenti nel testo.

” Nessun M346 a Israele
Dedicato a Stefano Ferrario

Fin dal 2005 è operativo uno scellerato accordo di “cooperazione
militare”, economica e scientifica tra il nostro Paese ed Israele.
Un accordo che non è stato scalfito neppure dall’ “Operazione
piombo fuso” del dicembre 2008 – gennaio 2009, che ha visto Israele
colpire con il suo “potere aereo” la popolazione palestinese
civile inerme (1400 uccisi, di cui ca 400 bambini).  Un’ azione
militare brutale, senza giustificazioni, nella quale sono state usate
anche armi sconosciute o già vietate dalle Convenzioni internazionali
(fosforo bianco, bombe D.I.M.E., uranio impoverito) e nella quale
Israele ha commesso crimini di guerra e contro l’umanità (come
documentato dall’ ONU nel “Rapporto Goldstone”). Un’operazione
condannata dalle principali organizzazioni internazionali per la
promozione e la difesa dei diritti umani.

L’Italia, almeno di fronte a ciò, avrebbe dovuto condannare Israele
e recedere da quegli accordi di cooperazione militare. Ma come avrebbe
potuto quando anch’essa, dopo l’introduzione del “Nuovo Modello
di Difesa” nel 1991 – che ammette interventi militari “ovunque i
propri interessi siano minacciati” – viola sistematicamente
l’articolo 11 della nostra Costituzione, che invece “ ripudia la
guerra”?  Quando partecipa alle iniziative militari USA e NATO e fa
“carta straccia” dello Statuto dell’ONU che voleva
“risparmiare la guerra alle generazioni future”, vietandola
esplicitamente ?

Il nostro paese non avrebbe dovuto sottoscrivere quell’accordo di
cooperazione militare perché esso viola la  Legge 185/90 che pone
limiti all’export di armi verso paesi belligeranti; a maggior
ragione verso Israele, paese in conflitto e fuorilegge per la
sistematica violazione delle Risoluzioni ONU e dei pareri della Corte
Internazionale  di Giustizia dell’Aja a tutela dei diritti del popolo
palestinese.

Il Tribunale Russell (un’istituzione composta da personalità
emerite, giuristi e intellettuali, tra cui diversi premi Nobel) ha
infatti affermato che il popolo palestinese è “soggetto a un regime
istituzionalizzato di dominazione che integra la nozione di Apartheid
come definita nel diritto internazionale”. E lo Statuto della Corte
Penale Internazionale all’art. 7 comma 1 include l’Apartheid tra i
“crimini contro l’umanità”, definendolo  “atto inumano
commesso nel contesto di un regime istituzionalizzato di oppressione
sistematica e dominazione di un gruppo razziale su di un altro, e
commesso con l’intento di mantenere quel regime”.

Invece accade che, facendo “carta straccia” anche della L.185/90,
AleniaAermacchi, la società di Finmeccanica con sede nazionale e
stabilimenti significativi a Venegono (Varese), si accinge a
consegnare ad Israele 30 jet M346 , definiti come “addestratori
tecnologicamente avanzati” ma in realtà già  strutturati per
essere armati con missili o bombe. Queste armi verranno sicuramente
testate contro i palestinesi, prima di tutti.

Nella sua qualità di addestratore l’M346 è finalizzato a formare i
piloti all’uso di cacciabombardieri  tecnologicamente più evoluti
tra i quali il “netcentrico” e “invisibile” F35, di cui
Israele si vuole dotare (19 + 56 in opzione), e che anche l’Italia
sta purtroppo acquistando per le guerre future.

Negli ultimi mesi è cresciuta in Italia una significativa opposizione
all’acquisto degli F35  per il loro costo esorbitante ( non meno di
15 miliardi di euro) che sottrae risorse all’economia civile e ai
settori dello “Stato Sociale” già colpiti dai tagli operati da
governi più o meno tecnici, capaci solo di colpire i più deboli. Ma
l’opposizione agli F35 non è certo solo economica; è soprattutto
opposizione alla “neoguerra”, pratica affermatasi negli ultimi 20
anni che chiama “pace” la guerra, e la vorrebbe giustificare  come
strumento di “sicurezza preventiva” e di “esportazione di
democrazia”, giungendo così a definirla “umanitaria”.

Ma “guerra umanitaria” è un ossimoro: la guerra provoca solo
morti, feriti, distruzioni e genera odio, rancori e vendette; essa è
quanto di più disumano si possa immaginare.

L’acquisto da parte di Israele degli M346 e degli F35 – questi
ultimi verranno prodotti e periodicamente revisionati a Cameri
(Novara) proprio da AleniaAermacchi  – è inoltre inserito
all’interno di un quadro di riarmo ad alta tecnologia, che impegna
l’industria bellica israeliana e che fa perno anche sulle sue armi
nucleari (come già denunciò nel 1986 il fisico israeliano Mordechai
Vanunu  che scontò per questo 18 anni di carcere in isolamento).

Grazie ad una accorta manipolazione mediatica Israele, che non ha mai
firmato il “Protocollo di Non Proliferazione Nucleare” e che è
ben dotato di armi nucleari, si presenta come   legittimato ad
intraprendere una guerra contro l’Iran, che invece quel Protocollo
ha firmato e che afferma di voler utilizzare l’energia prodotta da
generatori nucleari solamente a fini civili. Una guerra questa che
dobbiamo scongiurare a tutti i costi perché, tra l’altro, potrebbe
degenerare in un’escalation incontrollata.

Mai più  guerra, avventura senza ritorno.
Questi aerei non devono essere venduti.
Le armi non devono essere prodotte.

Nel maggio di quest’anno si è già svolto a Varese un importante
convegno contro l’F35 e sui temi del ripudio della guerra, del
taglio alle spese militari e della riconversione al civile.

Chiediamo ai lavoratori di AleniaAermacchi e di tutte le aziende a
produzione militare di non accettare il ricatto occupazionale e di
adoperarsi affinché le fabbriche non  producano strumenti di morte ma
siano destinate alla produzione di beni socialmente utili ed
ecologicamente compatibili.

Tra l’altro, in questo caso, la “vendita” degli M346 ad Israele
sarà “ compensata”dalla cessione all’Italia di altre armi:
infatti a fronte della commessa da 1 miliardo per la fornitura dei 30
velivoli, l’accordo commerciale prevede che noi acquistiamo da
Israele materiale bellico per il  valore di  2 miliardi.
Non possiamo più attendere, diciamo:

Solidarietà ai lavoratori che si trovano costretti a contraddirsi
nell’ etica,
ma NO alla Guerra, NO alle produzioni belliche ed ai mercanti di
morte.
Nessun M346 né altra arma deve essere data ad Israele.
L’Italia receda dall’accordo di cooperazione con quel Paese.
Siano riconosciuti i diritti del popolo palestinese.
Siano garantite Pace e Giustizia per tutti i popoli di quella
regione.
Un nuovo apartheid merita una nuova mobilitazione.

Uniamo le forze di tutti quelli che si oppongono alla violenza, alla
prepotenza, alla falsità di chi (parlando di pace e giustizia e
facendo la guerra) pratica e promuove la predazione delle nostre vite,
delle nostre speranze, delle nostre idee, del nostro lavoro. Di chi ci
fa continuamente passare sopra la testa, come malefici
cacciabombardieri, scelte di morte, di sopraffazione, di subdolo
dominio finanziario che minano la democrazia e vanificano la
sovranità popolare.
Sostenitori della Palestina, pacifisti, antinucleari, tutori dei beni
comuni, ambientalisti, oppositori di “grandi opere”e servitù
militari, associazioni umanitarie, culturali e sociali, collettivi,
reti, lavoratori e rappresentanze sindacali, disoccupati, precari,
studenti, tutti uniti in quanto vittime, o dalla parte delle
vittime…., troviamoci allora in tanti, tanti, arricchiti delle
nostre differenze, nonviolenti, a Venegono Superiore davanti ad
AleniaAermacchi, così come abbiamo fatto in passato davanti alle basi
militari di Comiso, Camp Darby, Vicenza, Solbiate Olona e alle aziende
belliche di tutta Italia, così numerose in provincia di Varese. 

VI INVITIAMO ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE
di sabato13 Ottobre 2012
presso l’AleniaAermacchi di Venegono-Varese

Il Comitato promotore varesino  (segreteria tel 0332-238347)

Da allora molte sono state le associazioni anche nazionali che hanno
aderito all’iniziativa, tra le quali Pax Christi – Ponti e non
muri, la Commissione Giustizia e Pace dei Missionari Comboniani,
Attac, Arci – Servizio Civile, Assopace e una serie di altri
soggetti che sostengono il popolo palestinese, ecc. (vedi anche
nessunm346xisraele.blogspot.it)

Lo Stesso Padre Alex Zanotelli interverrà durante la manifestazione
che si terrà attorno agli stabilimenti di AleniaAermacchi che produce
l’M346 (che ha peraltro sede legale proprio a Venegono).

Per adesioni (di associazioni, gruppi e singole persone) invia una
mail a nessunm346xisraele@gmail.com

Venegono (Varese), 30 Giugno 2012

Per favore fate girare a tutte le vostre conoscenze.

Per sostegno economico, all’organizzazione della Manifestazione
“Nessun M346 a Israele” del 13 ottobre 2012, potete effettuare un
versamento, in posta, su:
CARTA POSTA PAY, intestata a Uslenghi Anna Maria n°4023600590951168
causale (se richiesta): No M346 ad Israele

Molte Grazie

Elio Pagani (per il Comitato promotore) “